EVA CROSETTA: SULLA VIA DI DAMASCO
La persona sempre al centro
Eva Crosetto conduce “Sulla via di Damasco”, viaggio di Rai2 nel cattolicesimo in onda la domenica mattina alle 9.10. “Il programma vuole essere un’autostrada verso la vita – afferma la conduttrice – cerchiamo di raccontare le persone nel modo migliore possibile, partendo dalle loro necessità”
Da gennaio alla conduzione di “Sulla via di Damasco”, può tracciare un primo bilancio?
Sono arrivata piena di entusiasmo per cogliere tutte le belle opportunità di questa nuova esperienza. Ricevo un’eredità importante da parte di monsignor Giovanni D’Ercole che ha realizzato questo programma come autore e conduttore per ben ventiquattro anni con un pubblico ben consolidato. Sono entrata in punta di piedi, con tutto il rispetto possibile. Ho guardato alcune puntate da lui condotte e mi sono resa conto che dovevo assolutamente dare il mio taglio, perché essendo la mia una conduzione laica doveva avere un’altra apertura. Ci preme parlare della vita reale delle persone, del quotidiano, dei turbamenti che ognuno di noi vive, per ascoltare anche chi ci dice di avere una grave difficoltà a credere, di essere sfiduciato, sconfortato da ciò che gli sta capitando nella vita, di non riuscire più a pregare. Sono testimonianze fortissime, richieste d’aiuto.
Che cosa emerge dalle storie che raccontate?
Si percepiscono un diffuso bisogno d’amore e un senso profondo di solitudine, anche tra chi ha intorno tante persone, tanti possibili amici, una famiglia. “Sulla via di Damasco” vuole essere un’autostrada verso la vita, una trasmissione vicina alle persone, quelle stesse persone che vogliamo raccontare nel modo migliore possibile, partendo dalle loro necessità.