Ester Pantano
Sto abbracciando il mio sogno
L’attrice siciliana, protagonista femminile di “Màkari”, la serie di Rai1 tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, si racconta al RadiocorriereTv: «Suleima ha un bellissimo carattere, è giocosa, ha un bel senso dell’umorismo e una grande apertura mentale. A un certo punto della serie saprà dimostrare tutta la sua maturità». A proposito del suo futuro, invece, aggiunge: « Se provo a chiudere gli occhi, mi vedo serena, soddisfatta, libera di fare quello che voglio, non intrappolata in qualcosa che non mi piace. Felice di qualsiasi cosa possa arrivare».
La Sicilia, come fu con “La mossa del cavallo” di Andrea Camilleri, torna a essere protagonista della sua vita professionale, come sta vivendo questo nuovo progetto?
Da “La mossa del cavallo” a oggi c’è stato un grande cambiamento. Agli inizi temevo di rimanere intrappolata nella figura della “siciliana” mentre ora, in realtà, penso che la sicilianità sia solo un valore aggiunto. Il tempo mi ha dato spazio e modo di verificare che posso fare anche altro. “Màkari” mi ha dato anche la possibilità, la ricchezza, di trascorrere quattro mesi a Trapani, paradiso terreste, e di vivere così il secondo periodo pandemico in quelle zone splendide, dopo avere trascorso la prima fase a Roma, da sola nel mio monolocale con il cane.
Lei è catanese, rapita da Trapani e dalla bellezza della Sicilia occidentale…
Ho amato lavorare, vivere e passeggiare in quella città che è un luogo meraviglioso. Sei in una lingua di terra, hai il mare di fronte a te, alla tua sinistra, alla tua destra. Sei circondata. La Sicilia è una cosa immensa.
Una terra carica di emozioni come la sua Suleima…
Lei è una giovane donna d’origini siciliane che va a studiare a Firenze. Durante l’estate rientra in Sicilia per lavorare nel ristorante da Marilù, che si trova a Màkari. Lì incontra Saverio. Suleima ha un bellissimo carattere, è giocosa, ha un bel senso dell’umorismo e una grande apertura mentale. A un certo punto della serie saprà dimostrare tutta la sua maturità.
Com’è stato il suo incontro con la scrittura di Savatteri?
Superati i primi provini, quando ancora conoscevo poco del progetto e del personaggio, mi dissero che avrei potuto approfondire leggendo i romanzi. E così corsi in libreria. Il primo romanzo di Savatteri che ho letto è stato “I siciliani”, un tour de force dentro le nostre radici, i nostri usi, dentro tutto ciò che permea un piccolo semino che posso essere io, che senza nemmeno essere troppo cosciente di quello che ho dietro, quando arrivo a Roma sono riconoscibile da siciliana anche rimanendo in silenzio. I romanzi, quelli che hanno protagonista Saverio Lamanna, e non solo quelli, sono giocosissimi, ci sono tanti elementi che, come accade con Camilleri, mi fanno sentire subito a casa.