Emanuele Misuraca

Il mio sogno è la musica

Emanuele Misuraca è Domenico nella serie di Rai1 diretta da Ivan Cotroneo: «La recitazione mi affascina parecchio, ma resto sempre con i piedi per terra – afferma – so che adesso la mia professione è quella del musicista»

Ph Sara Petraglia

Domenico e i ragazzi della Compagnia sono cresciuti, di fronte a loro una carriera e le sfide della vita…

Da ragazzi ci ritroviamo giovani adulti, pronti a vivere le difficoltà che affronta un musicista che ha appena concluso la maturità. Ci sono le prime sfide, le audizioni che ci vedono in competizione gli uni con gli altri. Il pubblico ha ritrovato Domenico più maturo che nella prima stagione, impegnato a vivere la sua storia d’amore ancor più travagliata con Barbara.

Com’è stato ritrovarvi sul set in un momento così difficile?

Ritornare sul set dopo i mesi di quarantena è stato emozionante. Abbiamo girato un’estate intera con tutte le precauzioni del caso: un’orchestra che suonava, la troupe, non abbiamo mai avuto un positivo, un miracolo. È stato bellissimo ritornare a suonare, anche se non per un vero e proprio pubblico ma per le maestranze che lavoravano con noi.

Come ha vissuto questo anno senza pubblico?

Tutti i pianisti, i musicisti, trovandosi chiusi in casa hanno trascorso un periodo molto difficile. Io ho cercato di ampliare il mio repertorio, certo, è stato un po’ demoralizzante perché per un artista cerca un riscontro, un applauso. Esprimo emozioni anche per trasmetterle a un pubblico.

Quanto pesa la passione per la musica nella sua vita?

Noi musicisti siamo dei sognatori. Ti innamori di quest’arte meravigliosa, del tuo strumento, vivi in un sogno. È come trovarsi in un videoclip. In passato mi è capitato di suonare la rapsodia di Liszt in casa e pensare di suonarla al Carnagie Hall di New York (sorride). Quando superi una certa soglia e provi a diventare un concertista o un musicista di livello, superi anche la soglia umana delle ore di studio, dalle 6 alle 8 compresa la domenica. Se il sogno non è forte, non riesci. Ho avuto la fortuna di trovare il mio sogno da piccolino e da lì sono stato drogato di musica.

La compagnia ha portato i giovani a vedere i conservatori in modo diverso?

Li ha resi più umani. In molti vedono i conservatori come un covo di geni, di persone fuori dalle dinamiche del mondo. Non è così, sono persone normali, con storie d’amore, sentimenti, amicizie, ragazzi che vivono come un adolescente che frequenta lo scientifico. Hanno solo ambizioni e sogni completamente differenti.

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