Edoardo Ferrario
Paese reale
Il comedian romano è tornato in esclusiva con otto puntate su RaiPlay, in un talk show irriverente e originale, nel quale interpreta il conduttore e gli ospiti raccontando vizi, virtù e contraddizioni dell’italiano medio: “Amo la comicità e osservo molto le persone – ci spiega – Il nostro è un Paese schiacciato tra due generazioni. Ai millennials bisogna parlare con sincerità”.
Com’è possibile avere successo interrogando su tutto, ma non rispondendo a niente?
Il clame del programma, che ha citato, è provocatorio. “Paese reale” è la parodia di un talk show nel quale interpreto il conduttore e tutti i personaggi che sono chiamati ad intervenire in studio in collegamento. Amo molto i talk show dove la forma è uguale, ma la declinazione diversa. Ci sono alcuni nei quali la notizia viene approfondita, ci sono molti altri nei quali, dopo due ore di chiacchiere, ci si interroga su da dove si era partiti. Il conduttore, in questo caso, è molto narciso e moralista, oltre che libertino quando deve chiamare l’applauso e afferma proprio che questo è il primo talk show dove regnano le opinioni e ai fatti finalmente diciamo un secco “no grazie”. E’ un talk show nel quale le opinioni sono il panettone e i fatti sono i canditi che fanno schifo a tutti. Che non si centri mai il fatto, per lui non è mai un problema.
Come nascono i personaggi ospiti del suo show e che lei stesso interpreta?
A me piace la comicità osservazionale e mi piace lo studio sul personaggio. Ho interpretato personaggi come un secessionista che è deluso dai secessionisti precedenti e che ha dichiarato, la piazza dove vive, uno stato autonomo. C’è un commerciante di calzature che ha dichiarato guerra, nel suo piccolo negozio, alla Silicon Valley e all’e-commerce che gli hanno tolto il lavoro. C’è un radical chic che dal tetto della sua terrazza loda i giovani resilienti e c’è poi un giovane che è dovuto andare a Londra per lavoro e che si chiede cosa possa essere la resilienza. Tutti descrivono in qualche modo la società italiana in questo momento storico.
Osserva molto le persone?
E’ la mia passione. Sono un grande osservatore, amo molto la comicità che si basa sul personaggio come quella di Carlo Verdone, Corrado Guzzanti, Antonio Albanese e di tutti i comici che facevano personaggi. Diciamo che sono il genere di persona che ascolta le conversazioni ai tavoli al ristorante.
Cos’è per lei il tanto evocato “paese reale”?
E’ un’espressione molto ambigua, di gergo giornalistico e molto spesso nei talk show, nel momento in cui si accenna a un’idea progressista, c’è sempre il conduttore che dice “sì bellissimo, ma adesso andiamo a sentire cosa ne pensa il paese reale”. Però magari il paese reale è lo stesso che ha lanciato l’idea progressista. Tutto sommato è la descrizione che la televisione dà del Paese. Io al momento credo che l’Italia sia un Paese con una società piuttosto confusa e in crisi di identità. Mi sembra di vedere un Paese nel quale ci sono generazioni che hanno vissuto il periodo più prospero della nostra storia e che non vogliono rinunciare ai propri agi, facendo finta che il mondo non sia cambiato. Dall’altra parte ci sono dei giovani ai quali l’unica speranza che è rimasta in Italia è quella di internet, che può offrire ancora delle possibilità ai giovani, altrimenti devono andare ad inseguire i propri sogni all’estero. L’Italia, anziché investire sui giovani, chiede loro di essere resilienti quando invece vorrebbero progetti su cui lavorare.
Un vizio, una virtù e una contraddizione dell’italiano medio…
Il vizio è quello di non essere mai autocritici. Una virtù è quella di saper aiutare. Una contraddizione sta nel fatto che non riesca mai a conciliare il suo principale vizio con la principale virtù.
Quali invece i pregi e i peggiori vizi dei presentatori dei talk show di oggi?
I pregi li hanno quelli bravi, con la capacità di saper approfondire la notizia e di saper essere sempre puntuali e obiettivi nella descrizione della puntata. Il vizio nel quale molti cadono è purtroppo quello del narcisismo. Infatti molto spesso il talk show diventa il teatro che il conduttore utilizza come palcoscenico.
Come definisce il suo racconto dell’Italia?
E’ un Paese schiacciato tra due generazioni.
Chi è Edoardo Ferrario in “Paese reale”?
Io non faccio parte di quei comici che vogliono insegnare al pubblico qualcosa. Non mi piacciono i comici realisti. Non amo la satira politica in questo momento storico, perché penso che i politici non siano mai stati così limpidi, nel senso che non hanno nessun problema a dire che affermano una cosa e poi hanno cambiato idea dopo tre giorni per mero opportunismo. Peraltro, oggi i politici utilizzano moltissimo la comicità a proprio vantaggio e pagano dei social media manager per realizzare dei meme su di loro, per renderli più simpatici agli occhi dell’elettorato. Credo che Edoardo Ferrario in “Paese reale” sia un comico che fa satira sugli elettori che preferisco di gran lunga rispetto alla satira sui politici.