Edoardo Camurri
Scuola e cultura sono esercizio di libertà
Accompagna gli studenti verso la conclusione dell’anno scolastico. Edoardo Camurri è su Rai3 dal lunedì al venerdì alle 15 con “Maestri” e su Rai Storia, il mercoledì in prima serata, con “Prova di maturità”. “La realtà è complessa – afferma il conduttore – e noi abbiamo il dovere di rendere conto di questa complessità e di attrezzarci a leggerla”
Un ruolo importante in un momento complesso, fornire testimonianze e consigliare un cammino ai giovani che si sono trovati a vivere un anno scolastico anomalo. Come sta andando?
Fare “Maestri” e “Prova di maturità” è un’esperienza meravigliosa, l’idea di fare davvero Servizio Pubblico e di porsi, con rigore e serietà, di fronte a questo compito. Lo stesso nome che abbiamo dato a “Prova di maturità” ha un doppio significato importante, il primo è ovviamente quello dell’esame di Stato che affronteranno quasi 500 mila studenti, il secondo è la prova di maturità che ciascuno di noi, da cittadino, è tenuto a dare, per se stesso e per le persone a cui vuole bene, in questo momento storico. Affrontare questo percorso e riuscire a fare il mio lavoro, che è il racconto culturale, sapendo che in questo momento non è una semplice opportunità di intrattenimento intelligente ma una possibile risorsa, per me è emozionante.
L’acquisizione delle nozioni, la capacità d’analisi e di critica, c’è un punto d’incontro virtuoso?
Ritengo che la cultura e la conoscenza servano a dare forma a un mondo che non esiste semplicemente come un soggetto che conosce un oggetto. La conoscenza non è mai soltanto, come dicevano gli antichi, adeguazione dell’intelletto alla cosa, capacità del soggetto di appropriarsi del mondo, la cultura accade sempre in un regno intermedio tra il soggetto e l’oggetto, è un incontro tra ciò che noi abbiamo in testa e ciò che il mondo ci restituisce. La cultura è la capacità di acquisire sempre più informazioni, nozioni, intelligenza, capacità di allargare la nostra percezione del mondo. La scuola e la cultura sono un esercizio di libertà. Più studiamo, conosciamo, approfondiamo, più riusciamo a mettere in collegamento le cose tra di loro, più abbiamo mondo a disposizione e più la nostra libertà può esercitarsi. È una necessità profondamente umana. L’uomo, in quanto tale, tenta sempre più di allargare la propria coscienza e quindi di allargare il mondo. La cultura ci consente di subire meno la realtà dura e pura, e di riuscire a darle forma sulla base di quello che, poco per volta, impariamo.
Che cosa consigli ai giovani che affronteranno questa maturità straordinaria?
Di viverla per quello che è, come se non fosse straordinaria. È una maturità fatta in emergenza, ma la verità non sta mai in uno stato d’eccezione, bensì in una rivendicazione della propria normalità. Quella che stanno per vivere è la loro maturità, è il loro rito di passaggio, un’occasione straordinaria sempre. E poi ci sarà modo per incontrarsi, festeggiare, baciarsi, correre, perdersi.