Edoardo Leo
Sono un cantastorie
È uno degli attori e registi più amati del cinema italiano. Edoardo Leo, protagonista di “Ognuno è perfetto” dal 16 dicembre su Rai1, al RadiocorriereTv: “È stata una delle avventure più incredibili della mia vita”
© Giulia Parmigiani
Cosa ha significato fare parte di “Ognuno è perfetto”?
Mancavo dalla fiction da quasi dieci anni perché non avevo trovato un progetto che mi entusiasmasse a tal punto da interrompere gli impegni al cinema. Quando mi è stato proposto “Ognuno è perfetto”, a fare la differenza è stato l’incontro con Tinny Andretta (direttore di Rai Fiction). Nei suoi occhi, nelle sue parole, si percepivano chiaramente la voglia e l’emozione di fare Servizio Pubblico anche in un progetto di finzione. Ho accettato di mettermi in gioco prima ancora di leggere la sceneggiatura.
Nella serie si affronta il mondo della diversità in maniera serena. Rick, il protagonista, ha un sogno e fa di tutto per realizzarlo. Poco importa che questo ragazzo abbia la sindrome di Down…
Questa serie è davvero avanti, nei temi affrontati e nello stile. Si parla di ragazzi con la sindrome di Down in un modo completamente diverso. Sul set mi sono avvicinato a loro come faccio normalmente con gli altri colleghi attori. Sapevo che avevano delle particolarità e per questo mi sono documentato prima, ho parlato con i genitori, soprattutto con quelli di Gabriele che nella serie interpreta mio figlio. Ho capito subito che l’unico modo possibile di lavorare era camminare insieme spalla a spalla. È stata una delle avventure più incredibili della mia vita. Non so se al pubblico piacerà, a me come uomo ha già dato tanto. È stato un viaggio fisico che ci ha portato in Croazia fino ai confini dell’Albania, attraverso posti impervi, difficili, ma soprattutto un viaggio umano.