E alla fine arriva Kostas
Nel campo del giallo, Kostas Charitos si potrebbe definire il corrispettivo greco del nostro amato Montalbano. Instancabile e ironico, è il nuovo commissario della tv in servizio nell’affascinante e caotica Atene. La serie diretta da Milena Cocozza è tratta dai romanzi di Petros Markaris “Ultime della notte” e “Difesa a zona”. Con Stefano Fresi, dal 12 settembre in prima serata Rai 1
Siamo nel 2009. Kostas Charitos è a capo della Sezione Omicidi della Polizia della capitale greca, sospesa tra Oriente e Occidente, tra antico e contemporaneo, teatro di una serie di delitti che coinvolgono immigrati clandestini ed ex spie, imprenditori ambigui e cronisti troppo curiosi. Ed è Kostas ad occuparsene, con puntiglio, tenacia ed umorismo. Non si perde mai d’animo nelle indagini che porta avanti con umiltà e fine intuito. Non lo fermano i ritardi burocratici né gli ordini imposti dall’alto, in particolare quelli del suo superiore Ghikas, con cui discute senza alcun filtro diplomatico. Scomodo, ruvido, ma mosso da un profondo senso di giustizia, Kostas è figlio della penna di Petros Markaris, sceneggiatore e scrittore di fama internazionale noto proprio per i romanzi dedicati a questo personaggio d’altri tempi, abitudinario, ostile alla tecnologia e con la curiosa passione per i vocabolari, dove cerca le risposte nascoste su un mondo che appare sempre più inafferrabile. È sposato con Adriana, con la quale ha un rapporto fatto di schermaglie, tipico di una coppia di lunga data ma, nonostante le apparenze, molto affiatata. Il cibo, che Kostas ama smodatamente, è il loro principale motivo di scontro. Per Caterina, figlia unica che studia Giurisprudenza a Patrasso, prova un amore totale e incondizionato che lo rende inevitabilmente critico impietoso di tutti i fidanzati che gli presenta. Nel passato familiare di Kostas incombe la figura dispotica del padre, Stefanos, poliziotto all’epoca della dittatura dei colonnelli e spettatore passivo degli interrogatori e delle violenze inflitti agli oppositori del regime. Padre di cui scoprirà nel corso della serie un lato umano imprevisto grazie all’incontro con Lambros, un vecchio rivoluzionario comunista che si offrirà di aiutare il commissario nelle sue indagini. Sullo sfondo, si stende la sterminata e bianca Atene, con addosso tutto il peso della sua storia, vittima di un’urbanizzazione senza controllo, soffocata dal traffico e dalla burocrazia ma splendente di bellezze, in qualche modo specchio di tante città italiane.
I PERSONAGGI
Kostas Charitos (Stefano Fresi) è il capo della sezione omicidi di Atene. Nonostante i suoi modi rudi e diretti, è stimato da tutti i colleghi per la bravura nel risolvere i casi più difficili e per il profondo senso di giustizia che lo muove. Da venticinque anni è sposato con Adriana, che lo accudisce e lo opprime amorevolmente, e da venti coltiva un rapporto privilegiato con la loro unica e amatissima figlia, Caterina, cocciuta quanto lui. Kostas adora mangiare, soprattutto souvlaki, e nutre una profonda passione per i dizionari: cercare il significato delle parole lo aiuta a capire le cose del mondo, a sfuggire agli affanni del lavoro e a sopportare il traffico ateniese che affronta a bordo della sua vecchia Fiat 131 Mirafiori, unico ricordo di un padre mai davvero accettato.
Adriana Charitos (Francesca Inaudi)
Bella ed energica, insuperabile ai fornelli, non è un caso che, dopo ogni litigio con Kostas, Adriana si vendichi lasciando il marito a digiuno mentre, ogni volta che vuole ammansirlo, gli cucini i ghemistà. Moglie sollecita e madre affettuosa, da quando Caterina si è trasferita a Patrasso per studiare all’università, Adriana passa gran parte del suo tempo a fare la maglia e a guardare reality show. Ma è davvero felice o è arrivato il momento di cercare un lavoro e l’indipendenza economica dal marito?
Caterina Charitos (Blu Yoshimi)
Capelli ricci e sorriso luminoso, Caterina è la figlia ventenne di Kostas e Adriana. Da qualche anno si è trasferita a Patrasso per studiare Legge all’università e inseguire il sogno di diventare magistrato. Sarà la prima della famiglia Charitos a laurearsi e Kostas, che ha con lei un rapporto privilegiato, non vede l’ora di vederla presenziare nelle aule di tribunale. Le priorità di Caterina sono quelle di finire gli studi e trovare un lavoro. È forse per questo che, quando il suo fidanzato Panos inizia a parlarle di matrimonio, lei decide di darsela a gambe? O è stato fatale l’incontro con Fanis, il bel dottore che ha salvato la vita a suo padre?
Petros (Marco Palvetti)
È il vicecommissario della sezione omicidi, è un quarantenne scrupoloso e metodico. Malgrado l’impegno e la dedizione che mette nelle indagini, però, c’è sempre un dettaglio che gli sfugge e che il commissario Charitos puntualmente gli fa notare. L’arrivo di nuovi colleghi nella squadra metterà a dura prova la sua pazienza, allontanerà visibilmente il sogno di una promozione e minerà la sua abitudine pluriennale a eseguire gli ordini.
Nikos (Giulio Tropea)
Giovane e belloccio, sempre vestito con abiti sportivi e alla moda, Nikos è il novellino della Omicidi. Nonostante sia alle prime armi, esprime sempre la propria opinione – anche se non richiesta –, infastidendo costantemente Petros che, infatti, non lo sopporta. E quale passatempo migliore per Kostas se non quello di mettere in competizione i due sottoposti? D’altra parte, più si scontrano e meglio lavorano.
Klio (Maria Chiara Centorami)
Venticinque anni, fisico perfetto e bellezza che non passa inosservata. La sua scrivania è all’ultimo piano della Centrale dove è relegata in veste di segretaria di Ghikas. Da sempre sminuita e soprannominata “la modella in uniforme”, vorrebbe dimostrare di essere anche lei una poliziotta. E il primo a rendersi conto di quanto potrebbe essere utile alla squadra è proprio Kostas.
Ghikas (Luigi Di Fiore)
È a capo della sede centrale di polizia della Regione dell’Attica e quindi è il diretto superiore di Kostas. Sa muoversi con cautela nelle vicende che scottano, preferisce non pestare i piedi alle alte sfere, sa come trattare i personaggi importanti e spesso, proprio per questo, opta per chiudere i casi nel più breve tempo possibile. Prossimo alla pensione, vorrebbe lasciare la sua scrivania a Kostas ma l’ostinazione e i modi del commissario lo preoccupano non poco.
Panos (Daniele La Leggia)
Innamorato perso di Caterina, Panos si impegna ogni giorno per essere il miglior fidanzato possibile. Studia agronomia ed è convinto che salvare gli ecosistemi alimentari del pianeta sia una priorità, motivo per cui Kostas, che lo sopporta a malapena, si diverte a chiamarlo “fruttivendolo”. Nonostante il timore nei confronti del commissario, Panos è pronto a chiedere la mano di Caterina: malgrado la giovane età, infatti, il ragazzo vuole sposarla e costruire con lei una famiglia.
Fanis (Michele Rosiello)
Affascinante e serio, Fanis è un giovane medico trentenne che lavora all’ospedale di Atene. Per Kostas, malato “non troppo paziente”, Fanis sarebbe il dottore perfetto, se non nutrisse un evidente interesse, per di più ricambiato, per la “sua” Caterina.
Lambros Zisis (Massimo Mesciulam)
Ex militante comunista, durante la dittatura dei colonelli finì in carcere dove subì indicibili torture ma strinse amicizia con una guardia: Stefanos Charitos, il padre di Kostas. Malgrado il commissario fatichi a comprendere come un reazionario e un contestatore possano essere diventati amici, il contributo di Lambros alle sue indagini – un archivio storico che costudisce con maniacale attenzione nella sua memoria – si dimostrerà risolutivo in numerosi casi.
La storia inizia così…
In vacanza su un’isola dell’Egeo, la famiglia Charitos, comprensiva di Panos, l’onnipresente fidanzato di Caterina, viene sorpresa da una scossa di terremoto che fa riemergere un cadavere dalla terra. Kostas è costretto a rientrare ad Atene per indagare su questo caso, ma in commissariato il capo Ghikas costringe Kostas e la sua squadra a dare la precedenza all’omicidio di una coppia di albanesi. Determinata a seguire l’indagine c’è anche una famosa giornalista, Ghianna Karaghiorghi che però, a dirla tutta, sembra già un passo avanti alla polizia. Quando anche Ghianna viene trovata morta, la situazione si complica. Cosa sapeva? E chi l’ha messa a tacere? Kostas si ritroverà a indagare su un traffico di minori che coinvolge uomini potenti, ex funzionari del partito comunista e rifugiati politici. Proprio mentre deve far fronte anche alla morte di suo padre…
LA PAROLA ALLA REGISTA MILENA COCOZZA
«Impostare e dirigere questa serie mi ha messo di fronte a sfide importanti. Portare sullo schermo un personaggio così amato e definito nel tempo e nella grande scrittura di un autore come Petros Markaris è un’impresa di non poco conto. Per prima cosa Kostas Charitos è un uomo difficile che racconta i tempi in cui vive attraverso uno sguardo personalissimo, controverso, lucido e disincantato. I romanzi sono pieni di materia e utilizzano il giallo per raccontare i tempi correnti, intrisi come sono di una spietata analisi sociopolitica e conditi con un’ironia pungente e sofisticata. Il primo compito è stato quindi quello di individuare qualcuno che potesse incarnare questo burbero e anacronistico Commissario, duro a volte nei modi, sarcastico, poco moderno nell’attitudine e al tempo stesso profondamente umano, cercando di restituirlo al pubblico che lo conosceva, senza tradirne il carattere profondo, e creando qualcosa di accattivante per chi invece non ne ha mai letto. Stefano Fresi, grazie all’intuizione di Carlo Degli Esposti, ha affrontato assieme a me questa impresa. Abbiamo provato a dare corpo e carne al nostro Commissario, lavorando su corde nuove per lui e unendole a quelle che sono le caratteristiche dell’attore ed essere umano Stefano Fresi, che ha dalla sua una simpatia innata e istintiva e una profonda capacità di empatizzare. Il secondo grande ostacolo è stato quello di adattare i romanzi e renderli interessanti per il pubblico italiano. La serie è interamente ambientata e girata ad Atene, in un patto primigenio di sospensione dell’incredulità, per cui gli attori italiani interpretano e si muovono in un terreno linguistico differente da quello di appartenenza. Per far questo, ho cercato di legarmi il più possibile al territorio, restituendo le piccole caratteristiche che ho imparato a conoscere, le abitudini quotidiane, il modo di vivere la città, provando però a normalizzarle, a non renderle un vezzo esotico, evitando quindi sottolineature che tendono ad allontanare. Per quello che riguarda la recitazione ho usato un approccio decisamente realistico soprattutto per quello che riguarda la vita domestica dei protagonisti, sostenuta da un cast di cui sono molto fiera. Mi interessava raccontare le dinamiche familiari quotidiane, le verità dei rapporti che legano i personaggi. Ho cercato sia visivamente, tentando di restituire la complessità di una città caotica come Atene, solare ed oscura e grigia al tempo stesso, sia nell’impostazione recitativa, e nell’accompagnamento musicale, di raccontare Atene stessa come personaggio e i greci con la loro cultura, e soprattutto le loro dinamiche storiche, come qualcosa in cui anche noi italiani possiamo riconoscerci e con cui possiamo immedesimarci e divertirci.»
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