Duilio Giammaria

Il documentario per raccontare e capire il mondo

Il RadiocorriereTv incontra Duilio Giammaria, direttore di Rai Documentari, la nuova direzione orizzontale di genere della Rai. Negli uffici di viale Mazzini la macchina organizzativa e produttiva va già a pieni giri. «È una sfida creativa e industriale – afferma – vogliamo essere volano di questa “Golden age of documentary”»

Rai Documentari sta muovendo i suoi primi passi su basi solide: la tua esperienza di giornalista e documentarista, quella della redazione di “Petrolio”, i rapporti costruiti nel tempo con i grandi broadcaster internazionali. A che punto siamo e qual è il progetto?

Il progetto è ampio quanto le ambizioni della Rai di essere anche un grande centro di valorizzazione della filiera documentaristica. Lo troviamo scritto a caratteri cubitali nel contratto di servizio che regola il rapporto tra l’Azienda e lo Stato, abbiamo il compito di ampliare l’offerta della Rai in un settore strategico e in forte crescita e dobbiamo razionalizzare e ottimizzare le risorse aziendali, coordinando gli investimenti e rispondendo agli stimoli del mercato. Dobbiamo anche dialogare al massimo con tutte le associazioni di produttori, affinché si possa assicurare un adeguato sostegno allo sviluppo dei nostri produttori nazionali e promuovere progetti di coproduzione internazionale. Siamo al cuore di una vicenda che ha a che fare con il broadcast classico, con il dove e come collocare i documentari, ma dietro a questa facciata, a ciò che va in onda, c’è da costruire una consapevolezza, sia interna aziendalmente sia esterna, di come arrivare a produrre o a co-produrre dei documentari che abbiano la capacità di toccare il grande pubblico. Questa è la grande sfida, creativa e industriale.

Nuovi soggetti e nuovi formati mirati alle linee editoriali delle singole reti, da dove si parte?

Si parte da un dialogo il più possibile intenso con i direttori di rete. Noi siamo rimasti a un piano industriale sospeso, non cancellato, e che speriamo riprenda il suo percorso evolutivo. Siamo una direzione orizzontale, dobbiamo dialogare con tutti, anche se questi tutti sono rimasti ancorati a uno schema verticale. Il dialogo deve essere il più possibile intenso e proficuo, confesso che non è del tutto scontato, è come costruire qualcosa che non c’era prima, è una terra incognita, però sono ottimista e penso che ci arriveremo. Con Rai1, ad esempio, abbiamo già individuato dei filoni biografici e di grande racconto di personaggi che possono in qualche modo diventare la prima serata della rete, che come ben sapete è la Formula1 del broadcaster. Con Rai2 abbiamo già un rapporto consolidato. Se si sbaglia, però, si va a sbattere. È anche vero che vorrei che tutta l’Azienda, come noi, sentisse il compito e l’esigenza di lavorare su prodotti che vengano sì valutati sullo share del primo utilizzo, ma il cui arco di vita sia talmente lungo da considerare l’investimento complessivo alla luce anche degli utilizzi successivi e nell’ottica di valorizzazione del magazzino, affidato a noi nella gestione.

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