Donatella Bianchi

La mia passione più grande

La conduttrice di “Linea Blu” su Rai1 rende omaggio alla bellezza del Mediterraneo in un volume edito da Rai Libri. Il racconto del mare, un viaggio e una crescita non solo professionali. La giornalista, presidente del WWF Italia e membro della task force governativa per la Fase 2, interviene anche sulle norme di sicurezza in occasione delle vacanze al mare: “Varranno le stesse regole di distanziamento sociale che dobbiamo seguire a terra, sapendo però che secondo i virologi i rischi, in mare aperto, sono sensibilmente ridotti”

Un libro che è più di un viaggio, che è l’insieme di tante rotte… quella del mare è un’eredità importante…

Quella del mare è un’eredità cruciale per il futuro del nostro Paese. Come focalizzato da Piero Angela nella prefazione al libro, noi siamo al centro di un pianeta, perché, dobbiamo ricordarlo, il Mediterraneo non è una distesa d’acqua, ma un pianeta. Pensiamo alle opportunità, al ruolo che abbiamo svolto nella storia, alle grandi civiltà del passato, e noi in mezzo a questo fermento di culture, di commerci, di scambi, di economie, al centro di quello che è un grande parco marino meraviglioso, a quella grande oasi che in fondo il Mediterraneo è, un concentrato di biodiversità che tutto il mondo ci invidia. È questa l’eredità. Ho provato a raccontare quello che amo ripetere, che il Mediterraneo non è come sembra.

Il tuo legame con il mare ha radici profonde, il volume ci porta all’origine di questa grande passione…

In questo libro c’è molto della mia storia personale, non è solo il racconto dei backstage di “Linea Blu”, ma della mia infanzia, delle prime immagini che in qualche modo mi hanno conquistato. Penso al golfo di La Spezia, alla mia famiglia di velisti, a mio papà e alle sue esperienze con Agostino Straulino, con i grandi velisti del passato. Mi vedo bambina in mezzo a trofei più grandi di me, a quelle barche che ai miei occhi erano misteriose perché ero troppo piccola per andare in regata o seguire i miei fratelli.

Salvare il mare da forme di inquinamento sempre più aggressive è una priorità della quale la società sembra essere consapevole…

Paradossalmente negli ultimi due mesi è cambiato il mondo ed è cambiata anche la percezione delle urgenze. Fino a poco tempo fa facevamo grandi battaglie per ridurre l’impatto della plastica nei nostri mari, per evitare che da qui al 2050 in mare ci sia più plastica che pesci. Oggi ci confrontiamo con una nuova preoccupazione, quella dei virus, delle pandemie, ma la connessione ritorna proprio come con le microplastiche, che entrano nella catena alimentare, nel pesce che noi mangiamo. L’effetto boomerang è questo: tutto ciò che facciamo in termini di aggressione all’ambiente e alla natura ci ritorna, e paghiamo comunque sempre noi il prezzo più alto. Siamo i principali aggressori dell’ambiente e siamo le prime vittime di un sistema che non riesce a essere resiliente: senza un ambiente sano, come dice Papa Francesco, l’umanità non riesce a vivere in sicurezza.

Come tradurre la consapevolezza in azione, lo si sta facendo?

Siamo alle prese con una ripartenza complessa, con un’emergenza economica importante. Quello che stiamo facendo è tenere alta l’attenzione e accendere i riflettori sull’esigenza di considerare l’ambiente in modo trasversale. Le azioni, le iniziative, lo sviluppo che verrà, dovranno essere sostenibili in termini sociali, economici, di garanzia del lavoro, ma dovranno sempre avere una grande attenzione all’ambiente. Qualunque azione o scelta dovrà sempre tenere conto del fatto che l’ambiente dovrà trarne qualche beneficio. Ed è per questo che oggi è importante riposizionare le energie su quelli che sono i binari già delineati, perché il nostro Paese ha già preso impegni puntuali, penso ai cambiamenti climatici, alla decarbonizzazione, alla mobilità sostenibile, alle energie pulite. C’è una strada che era già stata definita e lungo quella strada dobbiamo camminare, sapendo che dobbiamo fare lo sforzo di salvare il Paese da una situazione economica e sociale che rischia di essere drammatica, ma che non può trascurare il fatto che potremo essere felici e vivere in sicurezza, anche dal punto di vista sanitario, solo se avremo dei servizi ecosistemici sani, garantiti, e solo se il pianeta godrà di buona salute.

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