Devo tutto alla vita
MARA VENIER
La regina della domenica si racconta al RadiocorriereTv: «Non avrei mai pensato di fare la televisione, l’attrice. Non sono mai stata ambiziosa, è capitato tutto per caso». E di “Domenica In”, che conduce per la quindicesima stagione, dice: «Non c’è un programma giusto per me se non questo. Ecco perché dico sempre che è l’ultimo anno, poi mi convincono e… sono ancora qua…». Dal 17 settembre alle 14.00 su Rai 1
Le vacanze sono ormai alle spalle, il ritorno in studio si avvicina. Mara, come sta?
Sono più stanca di quando ho finito a giugno, ma credo valga per tutti (sorride). Dopo un mese trascorso a Santo Domingo, al mare, l’effetto del rientro è stato abbastanza traumatico… Stavo così bene fuori da tutto: le camminate, i bagni, la dieta.
Che il pubblico le voglia bene è cosa nota, ma cos’è che la porta a dedicare le sue domeniche per un anno intero alla televisione?
La possibilità di essere ancora, per la quindicesima volta, la conduttrice del programma più popolare della Rai. La domenica pomeriggio entri nelle case degli italiani quando la famiglia è riunita. Pensi che ho cominciato esattamente 30 anni fa…
“Domenica In” ce l’ha un po’ sottopelle…
Se qualche dirigente della Rai mi chiedesse se volessi fare altro, a parte “Domenica In”, sinceramente non saprei rispondere. Non c’è un programma giusto per me se non questo. Ecco perché dico sempre che è l’ultimo anno, poi mi convincono e… sono ancora qua… (sorride). Nei giorni scorsi ho girato un promo, ideato da me, molto divertente. Siamo in studio, ho l’elmetto da cantiere e tutti sono al lavoro per allestire la scenografia. Mentre mi rivolgo al pubblico e annuncio che stiamo tornando, una voce fuori campo dice “ancora lei signora Venier, non doveva andare in pensione?”. Un promo ironico in cui mi prendo in giro da sola.
Come è cambiato, nel tempo, il suo rapporto con il pubblico?
Non è mai cambiato. Non sono mai stata una diva della televisione. Il pubblico mi riconosce come una persona normale, una vicina di casa, un’amica che va a fare la spesa, una che cucina, una che si dà da fare nella vita quotidiana. Poi c’è mio marito che mi fa i video a tradimento mentre pulisco il terrazzo (sorride). La mia realtà è questa. Il pubblico mi vuole bene perché si riconosce in me, nella mia normalità.
Le sue interviste hanno fatto scuola. Con l’ospite trova empatia, condivide emozioni, ma c’è qualcosa che non chiederebbe mai a un suo intervistato?
Sono sempre molto discreta e penso di avere un’innata sensibilità nei confronti di chi ho davanti. Non le nascondo che sto molto attenta, soprattutto quando mi viene chiesto di evitare un argomento, poi mi capita di vedere gli stessi personaggi in altri programmi, come “Belve” della bravissima Francesca Fagnani, dove raccontano tutto… Ecco quest’anno sarò pure io un po’ più pungente (sorride).
C’è un ospite che, con il senno di poi, non rivorrebbe in trasmissione?
Arnold Schwarzenegger fu molto antipatico, supponente. Stavamo registrando l’intervista al Grand Hotel di Roma. Lui aveva un auricolare per la traduzione simultanea, che, infastidito, buttò per terra per quattro volte. A raccoglierlo e a riconsegnarglielo era un operaio. Dissi al produttore del programma che se Schwarzenegger lo avesse rifatto io me ne sarei andata. Per fortuna non accadde. Nel corso della mia carriera ho intervistato tutte le star più grandi, da Andy García a George Clooney, da Brad Pitt a Matt Damon, ma questo è l’unico brutto ricordo.
Con l’ospite trova sempre il giusto feeling?
Amo ogni ospite che siede davanti a me. Lo guardo con curiosità, le mie interviste funzionano proprio perché sono curiosa. Non ho nulla di scritto, di preparato, e soprattutto ascolto. Mi preparo molto, leggo tutto sull’ospite, a partire dalle vecchie interviste. Memorizzo delle cose e vado a ruota libera.
Sempre più spesso capita di ricordare con malinconia gli anni Ottanta e Novanta. Cosa rimpiange di quei decenni?
Le lettere d’amore, i rapporti interpersonali. Quello che non amo di questi ultimi anni sono proprio i social, credo che bisognerebbe contenerli, mettere dei paletti.
La sua storia parla di una persona che è stata capace, più volte, di ripartire…
Sono caduta tante volte, l’importante è rialzarsi…
Cosa significa per una donna, oggi, avere coraggio?
Andare avanti tutti i giorni. Lasciamo stare la televisione, parliamo proprio della vita, che ti può portare dei dolori, dei momenti in cui pensi di non farcela. La forza è quella di ritrovare l’energia per andare avanti e la ritrovi dentro te stessa, non ti può aiutare nessuno. Cadere serve.
Cosa prova quando si ripensa, giovanissima donna, con tutta la vita davanti?
Quella giovane ragazza non ha mai voluto entrare in questo mondo, tutto è stato molto casuale. Non avrei mai pensato di fare la televisione, l’attrice. L’attrice l’ho fatta per inseguire un marito, a 17 anni, che mi aveva sposato e mi aveva lasciato il giorno del matrimonio per fare l’attore a Roma. Ho inseguito lui, sono rimasta a Roma, e l’attrice l’ho fatta io. È stato per sopravvivenza, non avevo una lira, ero carina e mi offrivano i film. Per quanto riguarda la televisione devo tutto a Renzo. Essere per 12 anni la compagna di Arbore ti insegna moltissimo. Ma accettai quella “Domenica In” perché Renzo era sempre in giro per il mondo con l’Orchestra italiana e io ero da sola. Non sono mai stata ambiziosa, è la vita che mi ha portata a essere quello che sono.
Per salutarci le propongo un gioco. Tra Miranda Priestley de “Il Diavolo veste Prada”, la Principessa Leila di “Guerre Stellari” e Rossella O’Hara di “Via col vento”, quale ruolo pensa le sarebbe stato più congeniale?
(ride) Rossella O’Hara tutta la vita. In fondo io lo sono… è la mia filosofia. Andiamo avanti: domani è un altro giorno.