Tancredi, tra l’amore e l’ossessione

FLAVIO PARENTI

E’ uno dei protagonisti della nuova stagione della fiction “Il Paradiso delle Signore”. «Il personaggio che interpreto è un uomo che fa le sue scelte, – spiega l’attore – ma emerge anche la sua profonda insicurezza perché ha avuto una vita difficile e ha dovuto costruirsi una corazza fortissima»

L’arrivo di Tancredi che impatto ha avuto sulla narrazione?

Molto grande. La serie si trasforma, l’intero assetto viene messo in discussione attraverso Tancredi, che diventa un motore di trasformazione.

Perché hanno scelto lei per il ruolo di Tancredi?

Ho sempre svolto ruoli romantici, principeschi, positivi e leggeri. Invece, penso di avere una vena di ambiguità e pericolosità che è stata riconosciuta e sfruttata. Credo abbiano avuto una buona intuizione nel pensarmi per Tancredi.

Tancredi è visto come un cattivo, ma anche come un personaggio dai mille strati. Lei come lo vive?

L’ho affrontato così anch’io. Credo che sia il rappresentante del romanticismo in entrambe le sue facciate. Si tratta di un uomo che fa le sue scelte per amore e questo è romantico. Emerge anche il suo lato di insicurezza profonda perché ha avuto una vita difficile e ha dovuto costruirsi una corazza fortissima. Il suo modo di essere è il risultato di quel confine labile che c’è tra l’amore e l’ossessione.

Quanto conta il passato di Tancredi nel suo modo di essere oggi?

Tancredi è cresciuto facendo le veci del padre sin da giovane e si è preso cura della famiglia. Ha dovuto farsi forza e crearsi una corazza per poter avere a che fare con quelli che sono gli squali della finanza e dell’editoria torinese. Questo sicuramente lo ha indurito e gli ha creato delle insicurezze. Noi tutti siamo come degli alberi. Se cresciamo davanti al vento della costa, è chiaro che cresceremo piegati dal vento, anche se proveremo a raddrizzarci. Purtroppo, la vita ci piega e la maturità è proprio quella di imparare a fare i conti con questo vento e a farlo diventare una forza.

Tancredi è più fragile o più manipolatore?

Io credo che sia entrambe le cose. Tutto penso nasca da una sua fragilità, ma evidentemente questa cosa ha preso una deriva manipolatrice, perché è il modo più facile di ottenere quello che vuole senza esporre le sue fragilità.

Il suo personaggio ha rischiato la vita per Matilde, lo rifarebbe? E invece, cosa sarebbe disposta a fare lei per lui?

Una bella domanda! Lui lo rifarebbe. Lei lo ama, ma ha dei dubbi perché non è che sia un personaggino facile Tancredi. Matilde prova un amore che mette in discussione per nuove prospettive, nuovi obiettivi, nuove persone.  Lui l’ha tenuta per anni chiusa e segregata, impedendole di sbocciare nella sua carriera. Ma non appena lei ha potuto, ha iniziato a recuperare tutto quello che ha perso.

Il bastone accompagna Tancredi ovunque. Racconta anche di un’anima che necessita di essere sorretta?

Certamente. Il bastone è un pezzo integrante di Tancredi, la manifestazione della sua fragilità che è anche fisica, ma anche una dimostrazione del suo potere. Quel bastone spiega la sua natura precisa: un uomo che si appoggia al bastone, ma che usa il bastone come scettro del potere. Lui ha molto del Riccardo III di Shakespeare, un uomo di grande fascino, manipolatore e zoppicante.

Qual è stata la difficoltà più grande nel recitare nella serie?

Imparare a memoria tutto quello che dobbiamo recitare. Abbiamo tantissimi testi. Ovviamente essendo una serie che va avanti tutti i giorni, si può immaginare la quantità di scene che bisogna girare. Una vera fatica arrivare sul set con una memoria di ferro, una sfida. Richiede molto studio, però mi diverto anche …

Come vive il set di una serie già di grande successo?

Mi è successo più volte di entrare in una serie già avviata. Quando ho cominciato a recitare in “Un medico in famiglia” era già un enorme successo, così come “Distretto di polizia”. Devo dire che qui l’energia si percepisce forte, è un set impeccabile, sono tutti bravissimi, i costumi sono eccezionali. Davvero è un set che ha grande professionalità e tanta disciplina, ma anche una cortesia e un’attenzione al dettaglio assolutamente uniche.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.13