Cuori 2, le voci dei protagonisti

La domenica su Rai 1 i nuovi episodi della serie che ci riporta nella Torino degli anni Sessanta all’ospedale delle Molinette. La ricerca e i progressi della medicina insieme ai sentimenti e alle vicende dei protagonisti. In questo numero le interviste a Pilar Fogliati e alle new entry Alessandro Tersigni e Paolo Conticini

PILAR FOGLIATI

Il ritmo del sogno italiano che continua

La protagonista al RadiocorriereTv: «Portiamo in scena la fierezza di essere italiani e creatori, di sentirsi tra i migliori nel creare qualcosa di rivoluzionario»

La seconda volta di Pilar con l’outfit medico…

È molto bello indossare il camice, ci sono abiti che fanno immediatamente sentire la gerarchia. Far finta di essere un cardiologo, a un certo punto, ti fa sentire di esserlo, ci si abitua un po’ (ride)… tutti sul set dicevano “è arrivata la dottoressa”. Mi piacciono i ruoli dove c’è una formalità, inoltre credo che ci siano mestieri come quello del medico o dell’insegnante che possano determinare il futuro di un Paese. È stato davvero un privilegio indossare quella “divisa”.

Medico dall’orecchio assoluto, ma non esente da problemi di cuore. Come ritroviamo la dottoressa Brunello?

Come al solito, siamo tutti più bravi a dare consigli agli altri, ma quando si tratta di noi tutto diventa più difficile. La Brunello ha un dono, una sensibilità incredibile che l’aita a capire le micro-frequenze del cuore, metaforicamente sarebbe come riuscire a comprendere quelle dei sentimenti che provi, a imparare a riconoscerli, a seguirli e a buttarsi. Lei, però, è un po’ lenta in questo, perché è una donna che ragiona moltissimo, di per sé un aspetto positivo, se non fosse che la tanta ragione non è mai la migliore amica del cuore. È forse questo il paradosso del mondo, chi non ha mai detto “sono diviso tra cuore e testa?”. Il nocciolo della serie, secondo me, gira secondo me su questo grande interrogativo, qualcosa di estremamente umano, che ci unisce tutti.

In questa seconda stagione Delia giocherà un “quadrangolare”. Cosa succederà dal punto di vista sentimentale?

Il triangolo amoroso della prima stagione si è affolla, ci sono personaggi nuovi che per Delia rappresenteranno una bella opportunità di leggerezza e divertimento. Ci vorrà del tempo, nelle prime puntate la vedremo ancora alle prese con la sua solitudine, con una vita privata che vacilla, ma sempre perfetta dal punto di vista professionale. L’entrata in scena dell’Ispettore Giraudo, interpretato da Alessandro Tersigni, rappresenta per lei la possibilità di uscire dal deserto sentimentale in cui si trova, di riscoprire il senso dell’amore, il battito del cuore, non solo per l’angoscia, ma per l’innamoramento, per l’eccitazione, per il desiderio e per la curiosità.

“Cuori” ha avuto un importante riscontro anche a livello internazionale. Cosa rende il pubblico estero così attento a questa serie?

Una serie ambientata in un ospedale rappresenta un palcoscenico perfetto per intrecci emozionali, si presta bene per una storia con cui devi empatizzare, e poi, l’Italia degli anni Sessanta è veramente bella. Per uno straniero deve essere davvero interessante conoscere il nostro Paese attraverso i ricordi di un’epoca lontana, piena di curiosità, nella quale si respirava, ovunque, la voglia di rompere con il passato, di aprirsi al futuro, il desiderio di guardare la luna, ma anche mettere le zip sui vestiti…

Una serie che racconta il “made in Italy” artistico e cinematografico…

Portiamo in scena la fierezza di essere italiani e creatori, di sentirsi tra i migliori nel creare qualcosa di rivoluzionario. C’era fiducia nelle proprie capacità, non si avvertiva il timore reverenziale che si prova oggi verso altri Paesi. Mi dispiace che si sia spenta questa luce, l’idea che “se lo posso sognare, lo posso raggiungere”. Ci si metteva alla prova senza la paura di fallire.

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