Convertini Falchi

Questa terza, fantastica età

Dal 29 giugno alle 10 saranno i nuovi padroni di casa del mattino di Rai1. Il RadiocorriereTv incontra Beppe Convertini e Anna Falchi

Quale significato assume, oggi, un programma dedicato alla terza età?

ANNA: Ha un significato molto importante, rappresenta, nel vero senso della parola, la ripartenza, la fase3. È ora che le persone che appartengono a questa fascia d’età tornino ad essere protagoniste della vita vera, non della cronaca nera. Gli anziani sono stati i più colpiti dal virus, questo programma è un vero e proprio atto d’amore nei loro confronti. Li faremo parlare, raccontare, li coinvolgeremo.

BEPPE: Nel raccontare il “terzo tempo” della vita, proviamo a rendere omaggio a tutte quelle persone, anziani soprattutto, decedute a causa del coronavirus. Nessuno potrà mai scordare le immagini delle bare trasportate dai carri militari nel bergamasco. Persone morte in solitudine, lontane dagli affetti dei propri cari. Abbiamo perso un’intera generazione. Speriamo di regalare un po’ di leggerezza per restituire a tutti la voglia di sognare, di continuare a mettersi in gioco.  Le possibilità, nella vita, non finiscono quando si va in pensione, al contrario ci si può impegnare mentalmente e fisicamente e “rallentare” l’invecchiamento. Racconteremo storie bellissime di nonni e nonne. Cosa sarebbe la nostra vita senza il loro sostegno? Aiutano le famiglie, si impegnano nel volontariato, vanno all’università, a ballare, viaggiano, si reinventano un lavoro e si innamorano.

Come vivete il passare del tempo?

BEPPE: Ogni età ha il suo fascino, il tempo che passa ha sempre qualcosa di speciale. Accumuli esperienza di vita, si ha una maggiore consapevolezza di sé e più facilità nell’affrontare gli ostacoli. Mi piace pensare alle rughe sul viso, ai capelli brizzolati, ma soprattutto mi piace l’idea che gli occhi raccontino la nostra vita.

ANNA: Ho un rapporto equilibrato, sano, non ho paura del tempo che passa. Mi aiuta anche l’essere madre di una bambina di nove anni, in lei vedo il futuro. Molte delle cose che dovevo fare le ho già fatte e mi piace pensare di poterla accompagnare più lontano possibile nel percorso della vita.

Ricordatevi per un istante bambini, insieme ai vostri nonni…

ANNA: Purtroppo i nonni non li ho vissuti. Vivo e osservo, in compenso, il rapporto che c’è tra mia mamma e mia figlia, le mie nipoti. Ho avuto una nonna finlandese, ma mamma vive in Italia da sempre e nonna era molto in là con l’età. Veniva a trovarci durante le vacanze, noi andavamo qualche volta in Finlandia, ma l’ho persa che ero molto piccola. La nonna paterna, invece, praticamente non l’ho vissuta perché non ho avuto un rapporto con mio padre. Ho avuto però la fortuna di incontrare maestri di vita professionale, ho lavorato con i grandi del cinema italiano, Federico Fellini, Carlo Lizzani, Dino Risi, che hanno creduto in me. Mi hanno accompagnato agli inizi della mia carriera, dandomi la possibilità di imparare. Pietro Garinei è l’ultimo grande maestro con il quale ho lavorato, nel campo teatrale. Pendo dalle labbra delle persone che hanno qualcosa da insegnarmi.

BEPPE: Ho perso i nonni quando ero bambino, ma ho dei ricordi bellissimi di loro. Erano contadini e con loro ho fatto le vendemmie ai trulli, ho pigiato l’uva con in piedi, mi sono dondolato sulle loro braccia mentre giravano il torchio sul fuoco che ardeva e che sapeva di legna, facevo le conserve, andavo a prendere le uova fresche. Ricordo i pranzi e le cene sotto i pergolati, insieme a tutta la mia famiglia, ad ascoltare i loro racconti. Ora penso anche a mia mamma, che è una nonna e una bisnonna, una donna forte che, nonostante le difficoltà e le perdite che ha avuto, è andata avanti donandoci amore.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv N. 25 a pag.18