Con il sole in tasca

NUNZIA DE GIROLAMO

I protagonisti dello spettacolo, dello sport e della vita pubblica nel salotto del sabato sera di Rai 1. Divertente, profondo, irriverente: “Ciao Maschio” è tornato in onda. La conduttrice al RadiocorriereTv: «Mi pongo sempre in ascolto dei miei ospiti, al punto a volte da dimenticarmi di essere in Tv»

Siamo alla quarta stagione di “Ciao Maschio”, cosa hai scoperto, di nuovo e di più, in tutto questo tempo, dei maschi italiani?

Con un gioco di parole dico di avere scoperto che c’è ancora tanto da scoprire (sorride). Ogni volta che mi confronto con l’universo maschile trovo da una parte una certa chiusura, una indisponibilità a parlare veramente di se stessi, una difficoltà a narrarsi davvero per ciò che si è, a mostrare le proprie fragilità. Dall’altra, invece, un grande desiderio di parlare, di aprirsi, di dialogare su cose profonde. Più l’età è adulta e più lo “schermo” è forte, c’è maggiore condizionamento da parte di una società che ha chiesto al maschio di essere un supereroe, forte. Un elemento che continuo a riscontrare è la grande capacità del maschio di stare insieme, di fare spogliatoio, anche quando gli ospiti hanno età tra loro diverse.

Un viaggio anche intergenerazionale, cosa ti colpisce dei tuoi ospiti più giovani?

Tra loro è evidente la difficoltà di una generazione che purtroppo sta crescendo tra covid e guerre e che, probabilmente, ha grande paura del futuro. Si tratta di una condizione che li porta a essere anche affettivamente più instabili di quanto lo siano stati i nostri mariti, i nostri genitori, i nostri nonni.

C’è un genere di domande che, per esperienza, ti sei accorta che i maschi proprio non sopportano?

I maschi si divertono quando arriviamo all’ultima parte del programma che abbiamo chiamato “a quest’ora si può”, con domande più piccantine che riguardano la sfera dell’intimo. C’è più facilità a parlare di argomenti pruriginosi piuttosto che di amore, di solitudine o di emozioni più impegnative. I maschi hanno certamente difficoltà a parlare di qualcosa che hanno fatto fuori dalle regole, a confidare la cosiddetta marachella. Hanno forse paura del giudizio. Non so se questo sia da legarsi alla cultura maschilista, che tocca le donne quanto gli uomini, oppure al fatto che siano dei personaggi pubblici. C’è la tendenza a non dire cose particolarmente “strane” della loro esistenza.

Il ruolo pubblico tende a inibire…

Proprio per questo sogno, in futuro, di fare “Ciao Maschio” con le persone comuni. La mia ambizione è fare la televisione che faceva Maurizio Costanzo, che ha realizzato anche Maria De Filippi con “C’è posta per te”, che è riuscita a mettere in scena i sentimenti delle persone. Mi piacerebbe fare un viaggio nel maschio italiano che non abbia una vita vip.

Cosa ti intriga (e cosa ti diverte) di più in un uomo?

La conquista, che per me significa sfida. Nella mia vita sono sempre stata molto complice dei maschi, al tempo stesso mi diverte stuzzicarli un po’, provocarli, sfidarli e conquistare in un certo senso la loro fiducia. Lo faccio per entrare con loro in quello spogliatoio che ho sempre molto apprezzato, che invidio al genere maschile. Non è solo una conquista uomo-donna, ma di fiducia, di simpatia.

Una ricerca di incontro, di empatia…

Mi pongo sempre in ascolto, al punto da dimenticarmi di essere in televisione (sorride). Se nel corso della puntata incontro un ospite che si ritrae o che ha un’energia negativa, lo sento molto sulla pelle e mi condiziona nella conduzione.

Come ti comporti quando nel corso del programma un ospite “delude” le tue aspettative?

In quel caso adopero il mestiere, do fondo alla mia capacità di essere professionale, divento una conduttrice televisiva e porto a casa il risultato. Quando accade rimango però con l’amaro sulla pelle: se trovo un ospite che non mi dà niente provo dispiacere.

Diamo spazio alla fantasia. Un trio “impossibile” e irresistibile per il tuo salotto. Scegli un politico, un personaggio dello spettacolo e uno sportivo…

Primo tra tutti Fiorello, che continua a dirmi no, al suo fianco mi piacerebbe avere Matteo Berettini, ma non ho ancora provato a invitarlo. Come politico Pier Luigi Bersani.

Ti regalo la macchina del tempo e ti propongo di portare nel tuo salotto tre personaggi storici…

Senza dubbio Dante. Insieme a lui Platone ed Einstein…

Ambizioso… servirebbe l’intelligenza artificiale…

Forse con il metaverso un giorno riuscirò a fare “Ciao Maschio!” nel passato.

Cosa chiederesti loro?

A Dante dove collocherebbe, tra i gironi dell’Inferno, alcuni personaggi vip della Tv e alcuni politici. A Platone di parlarmi della differenza tra maschile e femminile, ad Einstein, infine, che uomo ci sarà dopo il metaverso.

Il tuo è un programma che vive sulle parole. Qual è quella che meglio ti racconta? 

Determinazione. Alla fine di tutto, nonostante le mie cadute, le mie salite, le fragilità che appartiene a tutti, la mia forza è proprio la determinazione.

C’è invece una parola che ti fa arrabbiare?

Invidia. Il male dell’umanità.

Non l’hai mai provata?

Non la provo. Vorrei tanto provarla per capire quella degli altri. Sono una persona positiva, che riesce a tenere, nonostante tutto, il sole in tasca. Forse perché sono campana. Godo dei successi degli altri, quando vedo qualcuno che riesce a raggiungere un obiettivo importante è il momento in cui penso di potercela fare anche io.

C’è una domanda che ti piacerebbe ti fosse fatta nel corso di un’intervista e che invece non ti è mai stata posta?

Forse quella che potrebbe sembrare più banale di tutte, che non poniamo mai a nessuno: come stai?

Nunzia, come stai?

Diciamo bene (sorride).

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