Claudio Amendola

Il mestiere dell’attore?
Un artigianato di altissimo pregio

Dopo il successo della prima stagione, torna a vestire i panni dell’ispettore Guerrieri in “Nero a metà”, ricorrendo come sempre all’istinto e alla concretezza, mantenendo la sua carica di umanità e simpatia: «Sono molto contento di quello che abbiamo fatto. Carlo Guerrieri è un personaggio che mi sta molto simpatico, è stato facile riavvicinarmi a lui, riportarlo in vita. Lo vedremo cresciuto, forse più libero dalle sue sovrastrutture e dalle sue gelosie». Dal 10 settembre in prima serata su Rai1

Una prima stagione di successo, com’è stato ritrovarsi nuovamente nei panni dell’Ispettore Guerrieri?

Meraviglioso. Sono molto contento di quello che abbiamo fatto. Carlo Guerrieri è un personaggio che mi sta molto simpatico, è stato facile riavvicinarmi a lui, riportarlo in vita. Lo vedremo cresciuto, forse più libero dalle sue sovrastrutture e dalle sue gelosie. Sarà travolto con tutta la sua squadra da una situazione di grande tensione, che respireremo fin dalla prima puntata. In questa seconda stagione, molto più drammatica, seppur con momenti in cui si ride, sono importanti gli sviluppi narrativi, in particolare della storia orizzontale. Sono convinto che il pubblico se ne accorgerà, c’è grande aspettativa. Fiduciosi del risultato delle repliche appena trasmesse, aspettiamo il risultato del venerdì mattina dopo la messa in onda.

Senza dubbio lo share è importante, ma si riesce ad andare oltre questo dato?

Fare buoni ascolti fa piacere a tutti, è importante che i lavori vadano bene, ma sappiamo che il riscontro del pubblico non è una certezza. Fondamentale però è avere la consapevolezza di aver dato il massimo e di aver partecipato a un prodotto che ti soddisfa. Devo dire che, specialmente in televisione, da questo punto di vista sono sempre stato fortunato e sono abituato male, perché le mie aspettative sono sempre molto alte (ride). Il gradimento del pubblico è un po’ la cartina di tornasole, anche perché ci permettiamo di entrare dentro le case delle persone all’ora di cena. È come chiedere “vi va di finire di mangiare con Amendola?”.

Ci racconta l’evoluzione del suo personaggio?

Guerrieri matura sicuramente dal punto di vista affettivo e sentimentale e se prima aveva con Cristina un rapporto “leggero”, in questa nuova serie farà il grande passo, anche se il suo cuore sarà in tumulto, messo a dura prova da una new entry, che non passa di certo inosservata. Cambiano e maturano anche i rapporti con Alba e con Malik, la diffidenza rimane, ma Carlo lascia spazio alla complicità. Come tutte le serie buone, andando avanti migliorano.

Ci si abitua a essere considerato dagli italiani uno di famiglia?

Sì, soprattutto se ti capita da quando sei piccolo. Ho avuto la fortuna di iniziare con la Rai quando ancora trasmetteva gli sceneggiati e continuato poi con le fiction, le serie tv. Io le ho fatte tutte. Quello che più mi fa piacere è essere considerato una persona vicina, un po’ di famiglia.

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