Cerco la straordinarietà dell’ordinario

ADRIANA PANNITTERI

I fatti e i loro protagonisti di gente comune e non. Il sabato in seconda serata su Rai 2 c’è “Tg2 Storie”, il RadiocorriereTv incontra la curatrice

Un appuntamento amato dal pubblico che si rinnova, il sabato sera c’è Tg2 Storie…

Raccontiamo storie di personaggi conosciuti e di persone comuni, per capire di che colore siano le loro vite. Per farlo ho ritenuto che fosse utili unire alla parte di reportage in esterna, interviste in studio, il programma ha adottato così una formula mista. Il nuovo Tg2 Storie propone anche la personalità di chi lo conduce e lo cura, perché ognuno di noi ha una propria biografia, una storia personale e professionale, un approccio. Io porto anche il mio essere cronista, le tematiche che ho approfondito nel corso degli anni. Nella puntata in onda sabato 24 febbraio ospiterò in studio Santo Versace, ci occuperemo anche degli orfani di femminicidio, tema di drammatica attualità, con una conversazione tra Carmelo Calì, l’uomo che alcuni anni fa adottò i figli della cugina uccisa, e uno di questi ragazzi. Il tema non è creare scalpore, emozione, bensì affrontare una problematica da più punti di vista, attraverso le testimonianze dei protagonisti.

Cosa significa raccontare la contemporaneità utilizzando lo strumento dell’intervista…

Mi permetto di citare l’esperienza accumulata negli anni trascorsi a “Tv7” e a “Speciale Tg1”, dove ho sempre raccontato la vita delle persone, la loro quotidianità. Siamo spesso portati a vedere la vita della gente comune come ordinaria, ma non è così. Sono proprio loro, molto spesso, ad avere delle risorse da offrire agli altri, e a fornire alla narrazione spunti interessanti. Lo straordinario è ben presente anche nell’apparente ordinario. In questa nuova versione di “Tg2 Storie” puntiamo a una cura ulteriore nello stile narrativo a partire dalla grande attenzione all’immagine. Il nostro racconto deve mettere sempre più al centro la storia delle persone.

C’è una storia che ti piacerebbe raccontare più delle altre?

Sono molto curiosa e questo mi porta sempre ad ascoltare con attenzione gli altri. A cogliere tanti spunti interessanti. Se penso a un personaggio pubblico dico Patty Pravo, vorrei che mi parlasse a cuore aperto. L’abbiamo sempre vista nelle sue performance, vorrei incontrare Nicoletta, i suoi pensieri, le sue emozioni. Vorrei incontrare nuovamente Giovanni Allevi, vederlo sul palco di Sanremo è stato un tuffo al cuore. Vorrei anche raccontare le persone che scelgono la solitudine, che vivono da eremita. Anche la solitudine, l’isolamento, hanno un grande fascino. Mi pongo sempre la domanda “cosa c’è dietro al silenzio”?

Raccontare storie in Tv, cosa può ancora dare, nell’era della rete, il piccolo schermo?

Se un tempo la televisione era il focolare di fronte al quale si riunivano le famiglie, oggi la Tv è sempre più una scelta. Nell’era di Internet molto è cambiato, ma sono certa che la qualità continui a pagare. I programmi di approfondimento, la divulgazione, ma anche l’intrattenimento intelligente, possono ancora offrire chiavi di lettura della realtà, possono raccontare chi siamo e indicarci dove stiamo andando.

Obiettivo è quello di attrarre anche un pubblico giovane…

La Tv è vista per lo più da persone adulte, ma può dare molto anche ai più giovani, esempio ne sono quanto fatto da Amadeus con il Festival di Sanremo e la grande offerta della piattaforma della Rai.

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