CATERINA BALIVO
Sfide che parlano di noi
I grandi personaggi, la gente comune, le storie che parlano di tutti noi. Un segno distintivo? La forza di rimettersi in gioco. “La volta buona” è una finestra aperta sul Paese. «Sto scoprendo un’Italia incredibilmente ricca di sfumature, fatta di resilienza, passione e sogni. Ogni ospite porta un pezzo del suo mondo, della sua realtà, che contribuisce a creare un mosaico dell’Italia autentica» dice la conduttrice, che confida: «I miei sogni, sia da donna che da professionista della TV, sono legati al desiderio di fare qualcosa che lasci un segno positivo». Dal lunedì al venerdì alle 14.00 su Rai 1
Cosa significa entrare nelle case dei telespettatori, tutti i giorni, subito dopo il Tg di pranzo?
È un privilegio e una grande responsabilità. È come essere invitata a condividere un momento intimo della loro giornata, in cui c’è voglia di leggerezza, di sorrisi e di compagnia. Per me significa creare un dialogo autentico, portare un po’ di serenità e, perché no, anche spunti di riflessione o ispirazione.
Come è cresciuto e cambiato il programma nel corso di tutti questi mesi?
Il programma è cresciuto sia in termini di contenuti che di affiatamento del team. All’inizio, c’era l’entusiasmo di una nuova avventura, ma anche la sfida di capire cosa il pubblico volesse davvero. Con il tempo siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio tra informazione, intrattenimento e leggerezza. È bello vedere come il programma si sia trasformato in uno spazio di confronto, un luogo dove tutti possono sentirsi rappresentati.
Le storie dei personaggi e quelle delle persone. Che Italia sta scoprendo e che cosa le stanno insegnando le vite e i racconti dei suoi ospiti?
Sto scoprendo un’Italia incredibilmente ricca di sfumature, fatta di resilienza, passione e sogni. Ci sono storie che emozionano, che fanno riflettere e che spesso insegnano a guardare la vita con occhi nuovi. È un privilegio poter ascoltare racconti così diversi, perché ogni ospite porta un pezzo del suo mondo, della sua realtà, che contribuisce a creare un mosaico dell’Italia autentica. Queste vite mi insegnano che, nonostante le difficoltà, c’è sempre una luce, un motivo per continuare a credere e ad andare avanti. Mi sento davvero grata di poter essere un ponte tra queste storie e il pubblico a casa.
“La volta buona” è anche sinonimo, per tante persone, di rinascita… cosa significa rimettersi in gioco?
La volta buona è davvero sinonimo di rinascita, e credo che rimettersi in gioco significhi avere il coraggio di affrontare i propri limiti, i propri timori, e credere che ci sia sempre una seconda possibilità. Non è facile, perché spesso ci vuole forza per lasciare andare il passato e guardare al futuro con occhi nuovi. Ma è proprio lì, in quel momento di vulnerabilità e determinazione, che troviamo la parte più autentica di noi stessi. Ogni volta che un ospite racconta la sua storia di riscatto, mi emoziono perché mi ricorda quanto sia importante non arrendersi mai, e quanto il supporto delle persone intorno a noi, insieme alla propria forza interiore, possa fare la differenza.
Quando ha dovuto farlo lei, da dove è partita? Qual è stata la sfida più grande?
Quando è arrivato il momento di rimettermi in gioco sono partita da me stessa, dalla consapevolezza di ciò che volevo davvero e da quello che non mi rendeva più felice. La sfida più grande è stata mettere da parte le paure e ho dovuto imparare a fidarmi del mio istinto, a dire “sì” solo ai progetti in cui mi riconoscevo veramente. È stato un percorso di crescita personale e professionale, dove ho capito che non c’è nulla di male nel fermarsi, respirare e ripartire con nuova energia. È una lezione che mi porto dentro ogni giorno.
Da donna e da professionista della Tv, quali sono i sogni di Caterina?
I miei sogni, sia da donna che da professionista della TV, sono sempre stati legati al desiderio di fare qualcosa che lasci un segno positivo. Da donna, sogno di continuare a trovare equilibrio tra la famiglia, il lavoro e me stessa, senza mai perdere la capacità di emozionarmi e di imparare. Da professionista, sogno di raccontare storie che ispirino, facciano riflettere e intrattengano, ma sempre con autenticità. Credo nella bellezza di evolversi, di accogliere nuove sfide e di non smettere mai di sognare in grande.
Le proponiamo un tuffo nel passato, se potesse farlo, in quale momento della storia della Tv si farebbe catapultare?
Sicuramente nei trasgressivi anni 80!
Tra i tanti professionisti che hai incontrato e quelli che hanno fatto la storia della televisione, di chi ha seguito l’esempio?
La professionalità di Milly Carlucci, la solarità di Antonella Clerici e l’ironia di Luciana Littizzetto.
Qual è il complimento più bello che hai ricevuto dal pubblico?
Dici quello che pensi, brava! (e io vado di sorriso amaro perché a volte dovrei fermarmi prima.)
Le feste sono alle porte, come immagina il suo momento di relax?
Le feste, per me, sono sinonimo di famiglia, di casa e di quel calore che solo le persone che ami possono darti. È il momento in cui posso ricaricare le energie e riflettere sull’anno passato, pensando con gratitudine a ciò che ho e con entusiasmo a quello che verrà. Immagino il mio momento di relax accanto a un camino acceso, magari con una tazza di tè caldo, mentre i bambini giocano intorno all’albero di Natale.
La musica è un tassello importante de “La volta buona”, per di più Sanremo è alle porte… che spazio occupa la musica nella sua vita?
Credo che la musica sia una delle forme di comunicazione più potenti: riesce a creare emozioni, a unire le persone e a raccontare storie in modo unico. Con Sanremo alle porte, poi, è impossibile non sentire quell’atmosfera magica che solo la musica italiana sa creare. È un appuntamento che aspetto sempre con curiosità, perché riesce a dare voce a talenti straordinari e a regalarci brani che entrano nella nostra vita per sempre.
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