Catello Maresca
Napoli è…
Catello Maresca è il nuovo sostituto Procuratore Generale di Napoli. Da dieci anni ai vertici della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo campano è conosciuto per le sue battaglie contro la criminalità organizzata. In magistratura dal 1999, a lui si devono importantissimi risultati nella lotta alla malavita, il suo nome è infatti legato alla cattura del boss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria. Con Maresca abbiamo parlato dell’Associazione “Arti e Mestieri” che vuole avvicinare i giovani ai mestieri dell’antica tradizione partenopea, da lui creata insieme all’editore Rosario Bianco. Nelle scorse settimane è avvenuta la consegna degli attestati di fine corso a venti ragazzi, seguiti e coordinati da Barbara Carino
Come è nata l’idea di un’associazione dedicata alla formazione e all’avviamento al lavoro di giovani provenienti da famiglie in difficoltà in condizioni di disagio socio-economico?
Da più di dieci anni cerco di andare nelle scuole a parlare con i ragazzi, per comprendere le ragioni del disagio, che dalle nostre parti sfociano molto spesso in comportamenti violenti, in microcriminalità e poi, purtroppo, in fenomeni più complessi come la camorra, la criminalità organizzata. Avverto da tempo la necessità di dare risposta a un quesito che i giovani mi sottopongono: lo Stato dov’è? Cosa fa per noi? Un paio d’anni fa, insieme ad alcuni amici, abbiamo pensato di farci noi Stato, come persone comuni, di interpretare questa esigenza e di intercettare questa richiesta, offrendo ai giovani qualcosa di semplice che ci è sembrato immediato e naturale: una preparazione, un’istruzione, un avviamento professionale al lavoro.
Quali e quanti corsi sono stati avviati?
Siamo partiti con un corso per pizzaiolo, quindi con uno di arte presepiale e uno di giornalismo. Abbiamo cercato di comprendere, attraverso questionari, cosa volessero fare i ragazzi. Siamo al terzo anno e il corso di pizzaiolo è quello che ci ha dato soddisfazioni grandissime, tanto da ripeterlo. Alcuni allievi sono riusciti ad aprirsi una pizzeria loro, altri hanno trovato lavoro in altre pizzerie. Ci sono state anche delusioni, ovviamente, ragazzi che abbiamo perso per strada e che non hanno dato seguito alla loro volontà iniziale.
In quali altre direzioni procederete?
Cerchiamo di fare tutto ciò che ci viene proposto, di recente abbiamo iniziato una collaborazione con i servizi sociali, con il Tribunale dei minorenni, con alcune carceri minorili della Campania, per creare link con alcuni altri amici imprenditori che abbiano voglia e possibilità di assumere, di prendere questi ragazzi un po’ sotto la loro vigilanza e tutela. Passo dopo passo cerchiamo di andare avanti per offrire qualche altra possibilità. L’idea è quella di cercare di dare, anche se goccia nell’oceano, un’alternativa credibile alla criminalità organizzata.