Carolina Crescentini

Che bello essere un’attrice!

La gioia per il successo della terza stagione della serie di Rai1, l’amore per la professione, per la natura e per i viaggi, l’impegno per il sociale. La protagonista de “I bastardi di Pizzofalcone” si racconta al RadiocorriereTv: «A volte i cambiamenti mi spaventano, altre volte li cavalco. È strano, mi divido tra essere impavida e conservatrice»

©Anna-Camerlingo

Due stagioni di grande successo alle spalle, come è stato trovarsi ancora una volta sul set dei “Bastardi” nei panni di Laura Piras?

Dopo due stagioni (più una) siamo diventati molto amici. È ritornare in un gruppo di persone con le quali ci si capisce al volo. Il problema è quello di non ridere, siamo diventati quelli che si fanno gli scherzi in scena. È un set bellissimo, alla regia c’è Monica Vullo, che è stata molto brava e gentile ed è entrata subito nello spirito dei Bastardi. Poi c’è Napoli che ormai mi ha adottato, sto più a Napoli che a Roma. È stato assolutamente piacevole.

La regia di Monica Vullo ha segnato anche un nuovo linguaggio narrativo…

È la terza volta che lavoro con una donna e devo dire che mi piace molto. Tra donne ci capiamo al volo, servono meno parole, è tutto più immediato. Mi sono sempre trovata bene con tutti i registi con cui ho lavorato, però ho scoperto la bellezza i lavorare con le donne, è un modo di fare squadra differente, più istintivo, animalesco.

L’attentato lascia anche a Laura dei demoni da affrontare e da cui difendersi. Come cambierà il suo personaggio nel corso della narrazione?

È successo qualcosa di talmente grande che avrà necessariamente delle ripercussioni su tutti i protagonisti. Anche quando tenteranno di mettersi una maschera nella quotidianità e cercare di andare avanti, di affrontare tutto il resto, come le persone che dopo un trauma devono comunque portare avanti la loro vita e il loro lavoro, ma dentro le cose sono cambiate.

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