Carlotta Antonelli
Vivo al presente
In “Vivi e lascia vivere” di Pappi Corsicato su Rai1 è la ribelle Nina. “Mi somiglia molto per com’ero nell’adolescenza, quando ho letto il soggetto mi ci sono ritrovata”, afferma la giovane e apprezzata attrice, che al RadiocorriereTv confida: “Mi piacerebbe fare cinema e farlo sul serio, raccontare senza censure, su questo sono abbastanza agguerrita”
Il pubblico ha apprezzato “Vivi e lascia vivere” e si è affezionato molto a Nina, il personaggio che interpreta. Soddisfatta?
È andata abbastanza bene, anche perché ho avuto la possibilità di avere un ruolo diverso dagli altri che ho interpretato in passato e questo per me è stato davvero importante, una bella sfida. Nina non è facile, ma è un personaggio che mi mancava. In lei c’è un lato oscuro e questo, a un attore, non può che piacere.
Cosa pensa di Nina Ruggero?
Nina mi somiglia molto per come ero nell’adolescenza. Quando ho letto il soggetto, conosciuto il suo personaggio, mi ci sono ritrovata. Il suo mondo segreto, la sua doppia vita, mi hanno fatto molta tenerezza. Adesso ho 24 anni, Nina nella serie ne ha 17. Interpretarla è stato ripescare cose del mio vissuto che mi sono tornate alla mente.
Come si accosta ai personaggi che interpreta?
Cerco di capire quale potrebbe essere stata la loro storia, anche andando oltre la sceneggiatura, arrivando quasi a inventarmela. Nel caso di Nina avevo bisogno di sapere da dove venisse, quindi mi sono costruita un passato non scritto, a mia immagine. Di ogni personaggio che interpreto mi chiedo quale fine abbia nella storia, cerco di trovare chiavi di lettura, mettendoci dentro qualcosa di me.
Nina riesce a essere leader con le amiche, con il fratello Giovanni, dove trova la sua forza?
Lei è leader, ma in realtà non ha tutto questo coraggio (sorride). Il suo è un po’ un volersi fare accettare per come non è, la sua è una maschera, una specie di costume.
Così giovane e così popolare, come vive questo momento?
Sono contenta di farmi conoscere da un pubblico sempre diverso, che spero apprezzi la mia versatilità, non di essere famosa. Credo di avere dato a ogni personaggio che ho incontrato in questi anni un’identità diversa. Mi fa piacere se gli spettatori non mi identificano in uno solo.
C’è un momento della lavorazione di “Vivi e lascia vivere” che ricorda con particolare affetto?
Sicuramente il cambiamento di Nina nel momento in cui viene fuori per quello che è, quando accetta ciò che ha fatto e si toglie costumi che non le stanno bene. È stato emozionante, perché penso che nella vita possa capitare a tutti.