Cantare l’emozione

ANNIVERSARIO

Il 5 marzo l’Italia intera ha celebrato gli 80 anni di un genio assoluto della musica, un innovatore, un precursore, un talento che ha ispirato generazioni di artisti: Lucio Battisti

@Tu non sai cosa sei stato capace di creare. Grazie Lucio

Se avesse la possibilità di incontrare Battisti oggi cosa farebbe?
“Lo abbraccerei… e poi avremmo ricominciato a scrivere” risponde Mogol raggiunto dalle telecamere Rai in occasione dell’anniversario della nascita dell’artista di Poggio Bustone.  La coppia Battista-Mogol ha regalato alla storia molte delle più belle canzoni pop italiane, tra le quali “29 settembre”, “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”, “Il tempo di morire” e molti altre. Un sodalizio che si interrompe negli anni Ottanta, ma che ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico e musicale del nostro Paese.

@Ogni tanto ho bisogno di ascoltarti perché mi fa star bene

Del suo privato, della sua personalità sappiamo veramente poco, se non nulla, perché a parlare doveva essere solo la sua musica. Rare le interviste, repentino il suo allontanamento dai riflettori, che tanto detestava. Conosciamo Battisti esclusivamente dai capolavori che ha consegnato all’immortalità. Artista unico, originale, un tono di voce inconfondibile, pioniere della tecnologia musicale con l’utilizzo di sintetizzatori e campionatori nelle sue produzioni e “influencer” di moda con il suo look lungo e barbuto. Il 5 marzo scorso avrebbe compiuto 80 anni, ci ha lasciato in eredità melodie indimenticabili, versi di pura poesia che hanno fatto sognare milioni di persone.

Un sogno che ancora si tramanda di generazione in generazione, una poetica e un sound originale, sorprendente, fatto di tradizione, pop, rock, soul, jazz e folk.

@Ho 18 anni e ho conosciuto Lucio grazie ai miei. È il mio mito

Il più schivo di tutti, eppure il più cantato di tutti. Il palcoscenico non era il suo “luogo”, neanche quello del Festival della Canzone italiana a cui partecipò solo una volta nel 1969. Arrivò nono e per lui fu il momento di “Un’avventura”, con commenti poco lusinghieri da parte della critica. Cantava l’amore – “Non sarà un’avventura, non può essere soltanto una primavera” -, un tema ricorrente del suo repertorio, che lasciava spazio anche alle “emozioni e alle inquietudini” dell’essere umano. Ha catturato l’essenza, creando immagini in musica poi entrate nell’immaginario collettivo. Opere che si sono distinte per sensibilità sociale, con uno sguardo sempre attento a tematiche importanti come l’inquinamento ambientale, la povertà e la disuguaglianza sociale. Un approccio delicato e sensibile, in cui esplodeva fantasia e l’immensa capacità di inventare a getto continuo, ancora oggi fonte di ispirazione di molti artisti.
Poche note lo hanno reso un gigante che nascondeva se stesso per lasciarsi condividere da tutti. E quel palco che non amava gli ha reso omaggio con Gianni Morandi che, sulle note di Battisti, ha segnato uno dei momenti più emozionanti dell’ultimo Sanremo.

@Battisti è eterno come Mozart, i Beatles e pochi altri

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