“Camper in viaggio”, un itinerario infinito

Raccontare l’Italia da nord a sud come veri camperisti. Il presentatore, intervistato dal RadiocorriereTv, e  Lorella Boccia, alla sua prima edizione, sono i protagonisti del viaggio itinerante di Rai 1. Dal lunedì al venerdì alle 11.30

 

Com’è stato questo suo ritorno a “Camper in viaggio”?

Sono contentissimo, fosse per me lo farei tutto l’anno. I veri camperisti sì che se ne intendono molto più di me che lo faccio in televisione. Sono persone che praticano l’attività del camping tutto l’anno, viaggiano sempre. C’è chi va in settimana bianca con il camper e chi va a visitare, magari a novembre, le città d’arte, o va a tartufi nelle Langhe a fare la raccolta dei prodotti del bosco. Il programma sta andando molto bene e sono molto molto contento.

 

Con i suoi compagni di viaggio, come sta vivendo questa nuova stagione?

C’è molto entusiasmo sia con Lorella Boccia che con tutta la squadra. C’è un gran lavoro dietro le quinte, che a volte cerco di spiegare agli amici. Un lavoro che è invisibile perché, come si diceva nel piccolo principe, “l’essenziale è invisibile agli occhi”.  Se non c’è un gruppo che lavora con te e per te, non raggiungi il risultato. In tanti vorrebbero venire a lavorare nel nostro programma, perché sanno che ci si diverte e si viaggia. È stancante, ma dà soddisfazione.

 

Quali saranno le vostre prossime tappe?

Siamo partiti dalla Sardegna, poi abbiamo fatto Ponza, il Circeo, Ischia e Procida, Paestum, Maratea. A breve andremo a Ostuni, al Conero nelle Marche, di nuovo in Sardegna, in Sicilia.  L’itinerario è infinito, perché ogni zona d’Italia ha una storia da raccontare e le proprie bellezze da mostrare in televisione. Attraverso questo programma chi non può muoversi riesce in qualche modo a viaggiare con le immagini e i racconti. Veniamo visti negli ospedali, nei luoghi di lavoro, nelle caserme. Abbiamo una doppia responsabilità: di intrattenere e di tenere compagnia a chi d’estate rimane solo e non ha la possibilità di andare in vacanza.

 

Ci sono dei luoghi che hanno suscitato in lei un effetto sorpresa?

Penso al Cristo del Redentore a Maratea, che è il simbolo della costa. Abbiamo aspettato il tramonto con il sole alle spalle di Gesù, è stato bellissimo, emozionante. Io provengo da una famiglia cattolica, sono molto legato a certi principi e non me ne vergogno. Appena finito di girare ho mandare la foto a mia moglie e ai miei figli dicendo che avevo fatto una preghierina per loro.

 

Nella prima puntata ha detto di voler fare la vita degli amici che avrebbe incontrato…

Il camper ti dà la possibilità di vivere in libertà. Con l’avvento del cosiddetto turismo “open air” molto è cambiato anche nel nostro paese. Dopo la pandemia c’è stato un boom. Tantissimi ragazzi hanno scelto questo tipo di esperienza, più economica, anche perché una tenda la puoi comprare anche in un grande magazzino ed è alla portata di tutti. Forse stiamo rivalutando quel tipo di libertà, tipica dei paesi del nord Europa, che adesso ha preso piede anche in Italia. Sono tantissimi gli influencer, i social traveler, i ragazzi che camperizzano un van o anche un furgone usato e fanno turismo.

 

Come si è preparato a girare tutta l’Italia in questa full immersion?

Valigia sempre pronta, medicine e ovviamente determinati oggetti che non devono mancare, tipo la borraccia che puoi riutilizzare, il caricabatterie, fondamentale, il costume, le ciabatte. Poi ci sono i costumi di scena e qualche libro, anche se il tempo per leggere non è tanto vedendo che lavoriamo dalle 8.00 alle 20.00, tutti i giorni. In valigia non manca mai la musica, che magari è anche quella che si ascolta durante il montaggio. Io vengo dal mondo della radio, per me la musica è la colonna sonora della vita.

 

Lei è esperto in agricoltura, enogastronomia. Che Italia sta incontrando?

È un’Italia che ogni volta stupisce. Io dico sempre che per la scelta del vino non devi essere un sommelier, per non sbagliare basta bere i vini del territorio in abbinamento ai piatti del territorio. Una regola semplice ma che ti spiega esattamente come fare. Non è che vado a Maratea e assaggio il sushi, magari il sushi all’Italiana, come crudo di pesce. Sono uno che mangia di tutto ma preferisco spendere un euro in più per mangiare e bere che seguire la moda o altre cose.

 

Ci racconta un episodio particolare che le è capitato nei suoi viaggi in camper?

Quando ero sulla cima del monte che sovrasta Maratea ho provato sensazioni uniche anche perché, essendo mia moglie venezuelana, mi ha ricordato la Virgen de la Paz, nella zona interna del Venezuela. Si tratta di una statua alta trenta metri. Poi c’è tutta una camminata per arrivare sopra e c’è anche la possibilità di stare con sé stessi. Al mondo d’oggi, sempre connessi e aperti al mondo con i social, essere ogni tanto offline con la propria coscienza fa bene. Forse in tre anni di “Camper” questa è una scena che mi rimarrà impressa anche per motivi spirituali.

 

Una battuta finale: radio o televisione?

La televisione, ma partendo dalla radio. Grandi conduttori e presentatori sono stati spesso anche grandi speaker radiofonici. Io non sono ancora all’altezza di Carlo Conti che era già il mio mito negli anni del liceo e dell’università. Ogni tanto quando lo incontro e ci incrociamo, penso che sia veramente come mi piacerebbe essere. Corrado invece era il mio mito quando ero piccolo.