Benedetta Rinaldi
Con la semplicità e il sorriso
Insieme a Michele Mirabella conduce “Elisir”, storico programma di Rai3 dedicato alla salute e al benessere. Al RadiocorriereTv confida: «La mia mentalità è più letteraria, artistica, creativa, ma riconosco il valore della ricerca, dei risultati importantissimi ottenuti nelle discipline scientifiche. Nella vita di tutti i giorni porto a casa i consigli dei medici che incontro in trasmissione e che applico in modo scrupoloso»
Da settembre nella grande famiglia di “Elisir”, come sta andando?
Molto bene, “Elisir” è un programma diverso da “Unomattina” (condotto fino al 2019), sia per orario di messa in onda che per ritmo, ma proprio come “Unomattina” è particolarmente utile ai telespettatori, cosa che mi permette di mantenere la mia carriera orientata verso una Tv di servizio, di informazione. Siamo anche molto contenti dei risultati, del riscontro del pubblico.
Conduce con un maestro della televisione come Michele Mirabella, dottore ad honorem in medicina, cosa le sta insegnando?
Sono e sono stata molto fortunata. Gran parte degli elementi delle coppie televisive di cui ho fatto parte sono sempre stati di lungo corso, questo non ha fatto che rendere la mia gavetta molto utile. Chi fa uno stage senza consigli, senza figure di riferimento, rischia di non imparare. I miei compagni di viaggio, i miei direttori, mi hanno insegnato tanto, dalla preparazione alla leggerezza, alla prudenza. Michele Mirabella mi ha introdotta in un mondo in cui io parzialmente navigavo in passato, ma con la consapevolezza di quanto il pubblico di “Elisir” sia attento alle tematiche del programma. E poi Michele si sta pian piano convertendo alle mie battute (sorride), partecipa, ho sempre un po’ l’indole dell’animatrice di un villaggio vacanze, mi fa piacere strappare un sorriso ai telespettatori e a chi lavora con me.
Medicina e benessere, settori quanto mai centrali nella nostra vita, cosa significa parlarne oggi in Tv?
Quello che contraddistingue “Elisir”, merito indiscusso sia della squadra che di Michele, è il riuscire a concentrare un insieme di ospiti che non vengono a fare un dibattito su qualcosa, ma a dare, laddove possibile, risposte a domande di conoscenza generale sulle patologie, al di là del Coronavirus. Si parla certamente in maniera colloquiale, ma non si sgarra dal punto di vista scientifico. Quello che offriamo non è un’opinione, è il libro di medicina descritto ma con le parole più semplici. Penso che il punto di forza del programma sia proprio questo.