Beatrice Grannò

Suono e recito per raccontare storie

Il cinema d’autore e la serialità, e ancora le canzoni folk, che scrive da sola con il piano e con l’ukulele. Nella serie di Rai1 l’attrice romana è Carolina Fanti, la figlia di Doc. Il RadiocorriereTv l’ha intervistata

© Erika Kuenka

Nella seconda stagione di “Doc” il personaggio di Carolina Fanti ha acquisito maggior peso narrativo, come è andata?

È stata una grandissima sorpresa. Nella prima stagione il mio ruolo era quello della figlia di Doc, senza che mai fossi dentro gli eventi. Quando mi hanno convocata per questa seconda stagione ho visto che mi era stato dato tanto spazio, che Carolina sarebbe diventata una specializzanda. Sono molto felice della sua evoluzione, sul set abbiamo faticato tanto ma sono soddisfatta.

Al di là delle indicazioni registiche, degli autori, si sarà certamente confrontata con Luca Argentero per rendere credibile il rapporto padre-figlia, cosa vi siete detti? 

Tanto del lavoro l’avevamo già fatto in occasione della prima stagione, facendo delle letture del copione con Luca e Sara Lazzaro, che interpreta mia madre, e fissando le dinamiche che caratterizzano il nostro rapporto. Con Luca, giorno per giorno, abbiamo trovato elementi su cui costruire il rapporto, confrontandoci sulle scene da girare. Carolina è sempre una Fanti, è un po’ pazza, proprio come lui (sorride), gli assomiglia molto, anche se lei non fa mai vedere completamente ciò che prova, cerca sempre di svicolare, vuole tenere tutto per sé.

Cosa ha dato di suo a Carolina?

Quando entro in un personaggio ho la tendenza a mettere in gioco tutte le mie carte. Lei è perfezionista, caratteristica che mi appartiene, nella vita cerco di fare tutto perfettamente, per poi, a volte, fallire (sorride). Carolina vuole avere sempre tutto sotto controllo, cosa che la porta a crearsi una corazza intorno che non lascia entrare nessuno. Tutti i personaggi che interpreto sono un po’ delle parti di me, altrimenti non avrebbe senso nemmeno farli.

“Doc” sta contribuendo a darle popolarità, come sta vivendo il consenso del pubblico?

È una platea diversissima da quella a cui ero abituata, quella del cinema d’autore. Capita che qualcuno mi riconosca, che mi fermi per strada, anche se la seconda domanda è quasi sempre la stessa…

Quale?

Com’è Luca Argentero? (ride).  Sono ben felice, anche perché io stessa sono fan di Luca.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv N.05 a pag.34