Arrossisco ancora per un complimento sincero

Nella serie di Rai1 è l’infermiera dal grande cuore che si prodiga per i bambini e i ragazzi ricoverati in un reparto di pediatria. La protagonista di “Lea un nuovo giorno” si racconta al RadiocorriereTv: «Come il mio personaggio metto grande passione nel mio lavoro». Il martedì in prima serata su Rai1 

© P. Bruni

Lea è un personaggio diverso da quelli che ha interpretato sino a ora. Cosa le piace di lei e cosa le ha dato di suo?

Ad affascinarmi è stato vedere come Lea sia molto appassionata di ciò che fa, come sappia stare con le persone malate, dedicarsi ai bambini. Ha per istinto la voglia di far stare bene le persone di cui si occupa. A volte esagera (sorride), va al di là di quello che dovrebbe essere il suo dovere, e ogni tanto finisce dal direttore dell’ospedale che la rimprovera perché non è stata deontologicamente corretta, pur agendo a fin di bene. Si impiccia un po’ troppo, è un’istintiva, con una grandissima carica empatica, riesce a entrare in simbiosi con le persone, non solo con i ragazzini che assiste come infermiera, ma anche con le famiglie. Laddove c’è da strigliare un genitore lo fa, ma è sempre pronta anche ad aiutarli, a consolarli. E poi non guarda mai all’orario di lavoro. Nella passione che dedica a ciò che fa non stento a riconoscermi in lei.

La vita si può amare al punto da andare avanti anche quando sembra che sia proprio lei a girarti le spalle?

Ci sono fatti, come quelli accaduti a Lea, che non si possono superare del tutto. Ti rimane una sorta di vuoto. Un pezzo della tua vita si è rotto e devi convivere con una crepa che non si può cancellare. Però, se lo vuoi, puoi andare avanti, un passo dopo l’altro.

Le è capitato di conoscere donne simili a Lea?

In qualche modo sì, pur non avendo vissuto lo stesso tipo di dramma. Ci sono persone, anche a me vicine, che hanno trasformato un loro problema, un loro dolore, in qualcosa d’altro, e si dedicano alle persone che sono loro intorno. Basta anche dedicarsi a che si ama, a un figlio, a un amico.

L’essere anche una mamma l’ha aiutata nel trovare il personaggio di Lea?

Quando diventi genitore si ampliano delle sensazioni, conosci un tipo di amore nuovo. In qualche modo è come salire di gradino nella conoscenza di sensibilità, di emozioni.

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