Antonio Albanese
L’ironia? Impegno, amore e una grande fortuna
Dopo la tentata fuga della prima stagione, “I Topi” tornano nel bunker. Il protagonista parla al RadiocorriereTv delle nuove puntate del suo “gioiellino”. Attore-regista dall’intelligenza raffinata, non dimentica da dove è partito: “A quindici anni sono andato a fare l’operaio, a ventidue ho scoperto questo mondo, che Dio lo benedica. Ho un percorso quasi ormai dimenticato ma che mi dà, ancora oggi, la forza per andare avanti e capire meglio il nostro tempo”
Ritorniamo a muoverci da topi tra i cunicoli…
Sono molto felice, non lo nascondo, perché “I Topi” sono il mio gioiellino. È una idea che ho sviluppato tre anni fa, nata dal desiderio di raccontare l’illegalità quasi sempre gestita da persone ignoranti. Parlare della metafora del “sottoterra”, di questo mondo che non vive la realtà, ma la influenza, e che può determinare il mondo reale, mi divertiva moltissimo, anche se è straziante e detestabile.
Quali sono le novità della seconda stagione?
Mi sono documentato di più, ho letto moltissimo per trattare anche nuovi temi, come quello della sessualità, argomento che, nelle loro infinite pause di vita sotterranea, i personaggi sviluppano in maniera estrema, direi perversa. Ho approfondito alcuni caratteri, Carmela, per esempio, detta Carmen, la figlia di Sebastiano, il perno di tutta la storia. È la sola ad aver studiato, si è laureata e dovrà ripulire i soldi sporchi della famiglia, in linea con quanto accade nel mondo reale. Mi sono concentrato sull’allontanamento, quasi definitivo, della ragazza dalla famiglia di origine. Capita infatti che, non troppo spesso purtroppo, chi ha letto due libri in più si renda conto che un modo alternativo di vivere è possibile. E poi c’è “U Stuorto” (interpretato da Nicola Rignanese), il contatto esterno del protagonista, il suo braccio destro. Ho voluto capire e raccontare meglio chi è e com’è la sua vita.