Anna Valle
Il fascino complesso della famiglia
Dal 1995, anno che l’ha eletta la più bella d’Italia, è diventata una delle attrici italiane più apprezzate, icona di stile ed educazione. Del suo ultimo ruolo da protagonista in “Vite in fuga” al Radiocorrieretv racconta: «Pur essendo un personaggio ben definito, Silvia è in continua evoluzione, e questo per un attore è una sfida affascinante, è il motivo per cui facciamo questo lavoro, cambiare pelle ogni volta»
Una nuova storia che la vede protagonista e che mette al centro la famiglia…
“Vite in fuga” racconta una vicenda sconvolgente che costringe un’intera famiglia, i Caruana, a rinunciare alla propria vita, lasciarsi tutto alle spalle e dimenticare il proprio mondo. Costretti a sparire nel nulla, far finta di essere morti, senza neanche avere il tempo di riflettere, cambieranno identità, diventando di fatto degli invisibili. Io non sapevo che in Italia esistessero tantissime persone in queste condizioni, è come azzerare il contachilometri e ripartire da zero.
Chi è questa madre in fuga?
La serie mostra all’inizio una famiglia borghese, molto benestante, un marito dirigente di un grosso banco, due figli adolescenti e Silvia, il personaggio che interpreto, una donna che ha rinunciato a una sua carriera lavorativa per diventare la moglie discreta di un uomo di successo e avere così la possibilità di crescere i propri figli in armonia. Quando la situazione precipita, accetta più degli altri il destino a cui stanno andando incontro, tra i quattro è la più convinta e propositiva, pronta a una nuova vita, purché la famiglia rimanga unita. Man mano che la storia va avanti tutta questa certezza comincia a vacillare, assistiamo a una profonda trasformazione in lei che la porterà a prendere decisioni inaspettate e conoscere nuovi lati della sua personalità.
Che cosa l’ha colpita di Silvia?
Il suo essere costantemente alla ricerca di se stessa, arrivando a mettere in discussione quello che era stata nella sua vita precedente, il suo avere fiducia incondizionata nel marito. Pur essendo un personaggio ben definito, Silvia è in continua evoluzione, e questo per un attore è una sfida affascinante, è il motivo per cui facciamo questo lavoro, cambiare pelle ogni volta. È una donna che mi ha colpito subito, fin dalla sceneggiatura, è avvincente, è verosimile, ci puoi credere a una storia così. La regia di Luca Ribuoli, con il quale ho già lavorato in passato in “Questo nostro amore”, è moderna e vera, sono certa che il pubblico ne rimarrà colpito. Abbiamo lavorato bene, con Claudio Gioè, al quale devo tanto, si è subito stabilita un’ottima sintonia, bravissimi poi i giovani, Tecla e Mattia, un cast davvero ben affiatato.