Anita Caprioli
Scelgo le strade in cui mi riconosco
L’attrice, protagonista insieme a Giorgio Tirabassi di “Liberi Tutti”, serie in onda su Rai3 e su RaiPlay, si racconta al RadiocorriereTv: “Per come sono fatta, non so se riuscirei ad affrontare una condivisione estrema come quella vissuta dal mio personaggio”. E ancora: “Ho attorno a me tanta ironia, mi ritengo molto fortunata”
Come è avvenuto l’incontro con “Liberi Tutti” e con la sua Eleonora?
I registi e autori Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo mi hanno raccontato di questa idea totalmente inaspettata, di questa donna che decide di fondare un “cohousing”, realtà di cui non sapevo molto. Mi piaceva un sacco il pensiero di interpretare un’idealista, anche strampalata, che ha un progetto particolare e che decide di portarlo avanti in un modo per certi versi estremo. Il Nido, il luogo in cui si svolge tutta la vicenda, risponde a una scelta etica di sostenibilità, all’idea del vivere insieme. La possibilità di raccontare un personaggio simile mi ha immediatamente conquistata.
Cosa ha portato il suo personaggio a fondare il Nido, da cosa scappava?
Si è rifugiata in questa idea perché forse aveva bisogno di equilibrio. Lei ha certamente degli ideali, ma nella storia viene a scontrarsi con le sue stesse debolezze e con quelle delle persone che incontra. Un problema che riscontrerà anche all’interno di quel microcosmo che è il Nido, dove gli ideali vengono inevitabilmente a incastrarsi con le caratteristiche dei vari protagonisti. Nonostante abbia il desiderio di rigore all’atto pratico è diverso, Eleonora si deve confrontare con i propri e gli altrui limiti. Ha aperto il cohousing per sfuggire a un tipo di vita che le dava nulla.
Nel Nido Eleonora ha ricostruito il proprio mondo, con tanto di compagno ed ex marito. Lei accetterebbe mai, nella vita reale, una situazione del genere?
Per come sono fatta, non so se riuscirei ad affrontare una condivisione continua (sorride). Amo stare con le persone, ma condividere tutto rappresenterebbe una scelta abbastanza estrema. Per quanto riguarda l’ex che da marito diventa amico… può essere fattibile. La scelta di Eleonora di ospitare Michele, mettendosi a disposizione per gli arresti domiciliari, è in parte obbligata. Nel corso delle puntate si capirà che tra loro c’è comunque ancora un legame di un certo tipo, qualcosa che non si è risolto.
Quello di “Liberi Tutti” è un racconto ironico, talvolta parodistico…
È un mix di tutto, ci sono ironia, cinismo, irriverenza, e questo a mio avviso è la chiave forte della serie. Non vuole essere un manifesto di niente, si racconta con leggerezza una realtà un po’ folle. Così la vedono i due supervisori, gli “intercettatori” che controllano, attraverso microfoni spia nascosti nel Nido, i comportamenti di Michele e che osservano dall’alto ciò che accade tra gli abitanti di questo posto. Lo stesso protagonista mette in evidenza con ironia, cercando di scardinarli, tutti quei meccanismi del cohousing che ritiene singolari, bizzarri.
Quanta ironia c’è nella sua quotidianità?
Ho la fortuna di averne tanta attorno, anche grazie alle persone che mi sono vicine, parlo degli amici, della famiglia. Mi ritengo molto fortunata.