Andrea Camilleri

Buon viaggio Maestro…

«Non voglio morire male, non voglio avere il pessimismo, voglio morire con la speranza che i miei figli, i miei nipoti, i miei pronipoti vivano in un mondo di pace. Bisogna che i giovani si ribellino. Non disilludetemi»

Parole pronunciate da Andrea Camilleri ospite della trasmissione di Fabio Fazio, quando, in realtà, dalla morte era lontano. Lui che, a 93 anni, si stava preparando per recitare alle Terme di Caracalla, il 15 luglio, in uno spettacolo che racconta la sua Autodifesa di Caino. Lui che aveva in cantiere nuove idee per nuovi libri, compreso un altro episodio di Montalbano. Il Maestro non c’è più. Una vita lunga e intensa la sua. Nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, ha più volte ricordato la sua infanzia “senza limiti” e non ha negato la “dignitosa miseria” che ha caratterizzato i suoi primi anni di vita. Ribelle e insofferente alla disciplina, è stato regista, autore, sceneggiatore sia per la televisione, sia per il teatro e docente all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Ma soprattutto è stato uno degli scrittori più amati e più prolifici dell’Italia contemporanea. Sono stati la nonna materna e il padre a trasmettergli la passione per la lettura, che si è poi trasformata in una creatività che è andata via via crescendo, fino a fare di Camilleri l’autore più venduto degli ultimi vent’anni. Se il debutto nella narrativa è nel 1978 con “Il corso delle cose”, la grande notorietà arriva tra il 1992 e il 1994 con i libri “La stagione della caccia” e “La forma dell’acqua”, il primo romanzo in cui appare Montalbano.

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