Alessio Boni

Chiudo gli occhi per scoprire l’infinto

«Giorgio Ambrosoli è stato un Don Chisciotte abbandonato dal sistema. La storia di questo eroe borghese, della sua integrità morale e professionale, dovrebbe essere studiata nelle scuole». Alessio Boni racconta al RadiocorriereTv la sua partecipazione alla docu-fiction “Giorgio Ambrosoli. Il prezzo del coraggio”, il 18 dicembre in prima serata su Rai1

Con la docu-fiction dedicata a Giorgio Ambrosoli si chiude il trittico che la Rai ha dedicato alla memoria. Qual è oggi il senso del “ricordare”?

C’era un tempo in cui la memoria rappresentava una delle fonti più importanti che preservava l’uomo, un modo per diffondere la conoscenza. I testi di Omero, La Bibbia e molti altri erano tramandati solo a voce, perché la mente era lo scrigno più sicuro. Sono arrivate poi la carta, la scrittura e l’infinito dell’essere umano poteva essere divulgato ovunque. Nel tempo abbiamo cominciato a impigrirci e, nell’epoca della cibernetica e del virtuale, dove tutto è condizionato dalla tecnologia, da internet e dai social network, non facciamo più nessuno sforzo per “ricordare”. Se dimentichiamo qualcosa la risposta immediata arriva dai nostri smartphone, dal pc, ma se c’è un black out, se salta la connessione, si va tutti fuori di testa.

Corre tutto velocemente…

A scuola si insegnava come imparare un testo a memoria, una poesia, uno sforzo mentale importante che aiutava, anche a distanza di anni, a tenere vive quelle parole. Oggi viviamo in un mondo che va talmente veloce da rendere tutto subito obsoleto e ci fa sentire sempre indietro. Ecco perché è fondamentale ripristinare la memoria di ciò che siamo stati, raccontare, anche in Tv, le storie di persone che hanno segnato positivamente questo Paese, proprio come Giorgio Ambrosoli. Conoscere la sua storia è un insegnamento civico che fa capire da dove veniamo, cos’è l’etica. A scuola si studia la storia fino alla Seconda Guerra Mondiale, da quel momento in poi c’è un buco colossale che arriva fino a oggi, ci si dimentica del passato prossimo, quello vissuto dai nostri nonni e tramandato dai nostri genitori. Si parla poco di quei fatti, di luminari che hanno forgiato la morale italiana. È il ricordo della nostra identità.

Chi era Giorgio Ambrosoli?

In Italia pochi conoscono la storia di questo eroe borghese, eppure porta con sé un messaggio incredibile. Ambrosoli non è stato ucciso perché portava la divisa o era un magistrato, professioni che in qualche modo mettono in conto di correre dei rischi per lavoro. Era un avvocato chiamato dalla Banca d’Italia per redigere un resoconto sul crack finanziario della americana Franklin National Bank e della Banca Privata Italiana capitanata da Michele Sindona. Faceva semplicemente il suo lavoro e, dopo aver scoperto tutta la rete di illeciti che si nascondeva dietro questo affare, ignora le minacce, non ascolta chi gli chiede di non immischiarsi in quella situazione, di non fare nomi. È giovane, ha figli, famiglia, ma non fa finta di niente, segue la strada della rettitudine e paga con la vita.

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