Alessandro Gassmann
Ascoltiamo i nostri figli
«Ho 55 anni, ho fatto tanti film, tanta televisione, tanto teatro, ho voglia ora di fare personaggi adatti alla mia età e di immergermi in ruoli che abbiano il coraggio di raccontare storie che condivido e che avrei voglia di vedere in tv o al cinema» racconta Alessandro Gassmann al RadiocorriereTV, protagonista di “Io ti cercherò” il lunedì sera su Rai1, «una storia molto voluta, che mi ha colpito profondamente, perché sono padre di un ventenne e perché nella società l’ascolto reciproco è molto ridotto»
Un padre in cerca di un figlio e di se stesso…
Nella serie affrontiamo il tema della non comunicazione tra genitori e figli, e questo mi sta molto a cuore. Come il mio personaggio, anch’io sono padre di un ragazzo di vent’anni, e raccontare il dramma della scomparsa di un figlio, il peggiore che io possa immaginare, mi tocca profondamente. Nella fiction ci troviamo di fronte a una relazione complessa, un uomo che da anni non aveva più rapporti con il figlio e che ripercorre, anche grazie all’aiuto di una ex collega poliziotta interpretata da Maya Sansa, la storia a ritroso per capire chi questo figlio, che apparentemente si è suicidato, fosse diventato. È una serie appassionante, un thriller, ma è anche una storia di personaggi che si cercano e che non si sono mai trovati e che nella tragedia si ritrovano. Caricarmi sulle spalle il dolore del personaggio è stata una decisione importante per me. È una serie che consiglio a tutti i genitori e anche ai figli.
Quando le viene proposto un ruolo cosa la spinge ad accettarlo?
La prima cosa è ovviamente leggere il copione, immaginare la storia da spettatore. Anche per “Io ti cercherò” è stato così. Ho cinquantacinque anni, ho fatto tanti film, tanta televisione, tanto teatro, ho voglia ora di fare personaggi adatti alla mia età e di immergermi in personaggi che abbiano il coraggio di raccontare storie che condivido e che avrei voglia di vedere in tv o al cinema.
Cosa l’ha affascinata del suo personaggio?
La sua imperfezione, che nel mestiere dell’attore è sempre molto stimolante da rappresentare. Valerio è un uomo pieno di difetti, ha fatto molti errori nella sua vita, ma ha anche la possibilità, se vuole, di recuperare questi sbagli. È una storia che offre allo spettatore una speranza, perché tutti possiamo trovarci in un momento di difficoltà in famiglia, con i figli, ma anche quando apparentemente è troppo tardi, si può ricucire lo strappo.