Alessandra Mastronardi

Grazie Carla

Domenica 5 dicembre, in prima serata su Rai1, il film di Emanuele Imbucci racconta l’étoile italiana più acclamata sui palcoscenici di tutto il mondo. La protagonista al RadiocorriereTv: «La danza è una disciplina che ti forma il fisico, la mente, è una filosofia di vita, quasi una devozione»

Cosa ha significato “essere” Carla?

È stata una grandissima emozione, una responsabilità e al tempo stesso una bellissima esperienza. Capita raramente di avere un ruolo simile, di portare sullo schermo un’icona internazionale, che per di più ha partecipato attivamente alla scrittura della sceneggiatura, alla scelta del cast. È stato meraviglioso, un regalo pazzesco.

Cosa sapeva di Carla Fracci prima delle riprese e cosa invece ha imparato dell’étoile nel corso di questa esperienza?

Conoscevo la signora Fracci come ballerina, come artista, in modo particolare ciò che ha fatto nella parte finale della sua carriera. Non conoscevo invece le sue umili origini. Non sapevo quanto fosse stato duro diventare étoile e quanto lavoro, quanta grinta, quanta forza ci avesse messo, negli anni, nel lungo percorso verso il successo. Ho scoperto la donna straordinaria che era. Le chiesi quale messaggio voleva che il film portasse al pubblico. La sua risposta fu chiara, “la forza e la passione che ho messo nel mio lavoro”. Ho provato in tutti i modi a riportare questo sullo schermo.

Che ricordo ha del vostro primo incontro?

Avvenne su Zoom, io ero emozionatissima. Avevamo cominciato le riprese da una settimana. Un giorno mi dissero che quella sera avrei avuto la possibilità di incontrare la signora Fracci. Venivo dal set e non mi struccai, perché volevo che mi vedesse già con il trucco del personaggio. Fu bellissimo. Da subito la signora notò che l’attaccatura dei miei capelli, ricostruita appositamente dai parrucchieri, era a forma di cuore. E così mi disse: “hai l’attaccatura come la mia, sarà un segno del destino”. Sorrisi, non ce la feci a dirle che era un trucco scenico.

Come avvenne invece il primo incontro reale?

Fu al Teatro alla Scala. Stavamo girando l’ultima scena del film. Ero vestita con il costume dello “Schiaccianoci”, quello originale del Teatro degli anni Settanta, e portavo la coroncina che aveva indossato lei. La signora se ne accorse. Diventai di ghiaccio. Io ero lei, e lei era lì (racconta con emozione). Fu molto strano. Mi disse di trovarsi per la prima volta su quel palco senza dovere ballare. Risposi che non mi sarei mai azzardata a farlo. A danzare al mio posto, nel film, l’étoile Susanna Salvi, scelta proprio dalla signora Fracci.

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