Al cuor non si comanda… mai
Divisi tra ragione e sentimento, i protagonisti della seconda stagione della serie ambientata a Le Molinette, nella Torino degli anni Sessanta, si raccontano al Radiocorrieretv. Il pubblico può seguire le loro vicende la domenica in prima serata su Rai 1
Matteo Martari è Alberto Ferraris
Come si dividerà il suo personaggio tra ragione e sentimento?
Il dottor Ferraris è un uomo sopraffatto dalla ragione ma che, come spesso accade, non può sottrarsi alle ragioni dettate dal sentimento. In questa seconda stagione il nostro Alberto vivrà molto in bilico tra testa e cuore, è il suo destino.
Nella serie il racconto di anni pieni di poesia…
Siamo alla fine dei Sessanta, anni che entrano prepotentemente nelle vite dei personaggi, si respira un’aria magica, tutti abbiamo potuto apprezzare quella grande attenzione al dettaglio, così magistralmente riprodotta in scena dalle maestranze. Ci si è presi cura di ogni piccolo particolare per rendere la narrazione sempre più credibile e aiutare cast e spettatori a lasciarsi avvolgere da questa atmosfera.
Come spiega il successo internazionale di “Cuori”?
Raccontiamo bene un Paese che puntava all’eccellenza, nel caso specifico quella del reparto di cardiochirurgia de Le Molinette, una realtà all’avanguardia. Dietro questo successo c’è però anche la grande capacità italiana di raccontare le storie d’amore.
Come ci si prende cura del proprio “cuore”?
Dal punto di vista medico… con uno stile di vita sano, una buona alimentazione e attività fisica (ride). Umanamente, avendo il massimo del rispetto verso se stessi.
Daniele Pecci è Cesare Corvara
L’immagine dell’Italia viaggia nel mondo grazie alla serialità…
Con “Cuori” stiamo raccontando un periodo storico piuttosto felice dell’Italia, florido, pieno di speranza e di eccellenze, di voglia di fare e di sperimentazione. La serie ha mostrato al mondo la grandezza di un ospedale, all’avanguardia per quello che riguardava il trapianto di cuore, la creazione della macchina cuore polmone. In questo modo siamo riusciti ad approfondire un pezzo importante della nostra storia, un’operazione molto interessante per comprendere che tipo di Paese siamo e siamo stati.
Come evolve il personaggio del dottor Corvara?
Non è certo un periodo facile per lui, da una parte rimane lo scienziato che abbiamo conosciuto nella prima stagione, proiettato nello studio, attento al suo ospedale, dall’altra ritroviamo un uomo che deve fare sempre di più i conti con la malattia, con la perdita dell’amore. Dovrà imparare a ripartire da zero, nella vita come nella professione. Sarà una bella avventura umana, credo che per lo spettatore sarà interessante vedere come risalirà la china.
Come si “cura” il cuore?
Questa è la domanda delle cento pistole… Non saprei, probabilmente lasciando entrare solo le cose belle, dando spazio al positivo. A volte però, come nel caso di Corvara, potrebbe non essere sufficiente perché, per quanto lui eccella nella professione, l’incontro con l’amore di una donna molto giovane lo espone a pericoli, a situazioni che lo rendono sempre più vulnerabile.
Andrea Gherpelli è Mosca
Un racconto sempre un po’ in bilico tra i battiti del cuore e le ragioni della testa…
Tra cuore e testa c’è una continua invasione di campo, non esiste mai una separazione netta, a volte si riesce a tenere a casa il cuore, altre si esce completamente dai binari. Mosca questo lo sa bene, deraglia spesso, un comportamento, purtroppo per lui, molto spontaneo. Dovrà però accorgersi che bisogna farsi scrupoli delle proprie azioni.
Come considera il periodo storico che racconta la storia?
Sono anni pieni di poesia, caratterizzati da uno spiccato senso del bello, un’epoca che si racconta anche attraverso le musiche e nella quale si assecondava il desiderio di abbattere le distanze. La gente aveva la necessità di guardarsi a fondo, di toccarsi, di animare il proprio cuore, qualcosa che stiamo perdendo, oggi siamo più propensi a dare spazio ai social network, invece di vivere la magia di un incontro.
Cuori e l’amore del pubblico internazionale…
Questa è una storia che non ha confini, è soltanto ambientata in Italia, ma è costruita con ingredienti che fanno parte dell’essere umano. Il cuore, d’altra parte, si sa, è uno zingaro e va.
Bianca Panconi è Virgina Corvara
Bentornata “Virginia”…
Il pubblico ha ritrovato una ragazza più matura e sicura di sé, non più la ragazzina “ribelle” che non sapeva quale direzione prendere nella sua vita. In questa seconda stagione si percepisce il forte desiderio di ricominciare.
Come manifesta questa sua nuova consapevolezza?
Virginia è apparsa fin da subito come un personaggio all’avanguardia, nello stile e dell’atteggiamento. Dopo una delusione sentimentale ha il coraggio di lasciare Torino e, per sette mesi, si trasferisce a Parigi per studiare. Al suo ritorno in Italia è una ragazza più consapevole delle sue capacità, meno attenta all’abbigliamento e più concentrata sul proprio sviluppo intellettuale.