Aiello

Pronto per sudore, lacrime e gioia

Contaminazione di generi, sperimentazione musicale, milioni di visualizzazioni sui social e disco d’oro per “Ora”, la canzone presentata al Teatro Ariston. Aiello, ci racconta il dopo Festival e ci parla di “Meridionale”, il suo secondo album: «Venivo da un anno di privazioni, a Sanremo ero come un vulcano tappato. Sto vivendo un momento bello, le recensioni sono molto buone e le persone che incontro cantano il mio motivo».

Gabriele Gregis

Come nasce la sua canzone, “Ora”?

Nasce nel primo lockdown, momento di solitudine profonda.  In quel periodo ho riflettuto molto e mi sono posto domande riguardo a macerie che avevo nel petto. Ho preso coraggio e mi sono detto che sono uno str…o. Nella canzone ho portato un messaggio forte, ho parlato di sesso, non pensavo affatto a Sanremo. L’idea di portarla al Festival è venuta in un secondo momento. Non era nata per questo evento.

Quindi la canzone nasce da una storia vera?

In realtà molto di ciò che scrivo arriva da esperienze personali. Per liberarmi in qualche modo, butto tutto su un pianoforte e su un pezzo di carta. Nascono così le mie canzoni.

Dopo tanti mesi di fermo, cosa ha significato per lei cantare in live al Festival di Sanremo?

Ha rappresentato un momento molto molto forte ma allo stesso tempo strano, per diverse ragioni. Senza un pubblico non era facile stare sul palco, ma ero cosciente che si trattava di un evento importantissimo. Venivamo da un anno di privazioni, c’è chi come me è arrivato lì come un vulcano tappato. Ho vissuto tutto molto intensamente.

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