VALERIO LUNDINI

Inchieste surreali

Seconda stagione per “Faccende complicate”, dieci nuove puntate dal 10 aprile su RaiPlay. Il comico e conduttore romano intervistato dal RadiocorriereTv, presenta i nuovi episodi di interesse sociale, con il suo stile inconfondibile e mai scontato

Cosa succede in questa seconda stagione di “Faccende Complicate”?

È il seguito di un programma andato in onda lo scorso anno ma, a differenza dei sequel cinematografici, anche guardando soltanto la seconda serie, si comprende tutto. Io, ad esempio, non posso vedere un solo film della Marvel, perché ogni volta penso che non avendone visto uno del passato non capirei niente.  In questa stagione di “Faccende complicate” c’è una puntata a tema politico con tre persone che non sanno per chi votare e che cercano la loro identità politica. Ovviamente qui la politica viene trattata come farebbe un bambino di sette anni di fronte a un tema troppo grande per lui. Nonostante, purtroppo, io non faccia più parte del mondo dell’infanzia, mi diverte sempre trattare i temi con quella superficialità di quando ero in prima media.  In un’altra puntata ci sono i cortometraggi sul tema del bullismo, con un musical di bambini, una delle mie puntate preferite. In un’altra ancora scopro l’esistenza di uno sport indiano mai giocato qui in Italia e quindi organizzo la prima partita alla prima squadra italiana di questo sport. Una puntata davvero divertente.  Vado anche in Spagna a ripercorrere l’esperienza di un Erasmus, cosa che non ho mai fatto all’università e cerco di farla adesso a 38 anni.

Qual è stato il momento più memorabile durante la realizzazione del programma?

Ricordo, in Spagna, c’era una serata di stand up comedy in spagnolo. Mi esibisco sul palco spesso, ma non faccio mai la stand up comedy che è quella in cui prendi il microfono, parli al pubblico e fai battute. Il mio obiettivo era quello di cercare di parlare in spagnolo, lingua che non padroneggio, facendo battute volontariamente non funzionanti. Una missione da kamikaze. Sono andato lì per non essere apprezzato o capito, una figura orribile. Magari poi mi rivedranno in Tv e capiranno.

Cosa pensa del politicamente corretto nella comicità?

È un tema molto amato, se ne parla sempre. Secondo me molte persone lo usano per lamentarsi. Io non ho mai avuto esperienze di censura dal “politicamente corretto” né ho fatto autocensura.  Molti hanno delle idee ma poi pensano che vadano contro qualche canone di correttezza allora le censurano, quando in realtà il pubblico è intelligente da capirle. Oggi c’è molta più correttezza e tutto ciò che facciamo e diciamo, non sarebbe stato possibile tanti anni fa. Di “politicamente corretto” se ne parla tanto, ma in realtà ce n’è poco.

Costruendo il programma, ha fatto i conti con la sua pigrizia?

In questa stagione ho girato tanto, pensare che fosse un programma poco stressante è stata una ingenuità. Avevo anche pensato che, scrivendo minuziosamente tutti gli sketch, sarebbe stato più semplice. Non è vero che prendi la telecamera vai, giri quello che succede e lo monti. C’è bisogno di un team. Insomma, devo fare una cosa da pigro ma spero che i risultati si vedranno perché sono dieci puntate da venti minuti che volano via.

Qual è stato il finale di puntata inaspettato che, davvero, non si aspettava?

C’è una puntata in cui io avevo scoperto che esisteva un signore che ha collezionato, suo malgrado, ben 56 multe per lo stesso autovelox. Avevo visto delle interviste in cui lui si lamentava di questo autovelox che definiva “truffaldino”. Allora sono andato nel suo paese, anzi, proprio nel suo campo dove coltiva le rape. Mi ha fatto vedere tutto il suo campo e le 56 multe. Si diceva poco intenzionato a pagarle e così, per convincerlo a pagarle, le abbiamo fatte diventare delle opere d’arte contemporanee, con una mostra a Roma dove sono state messe in vendita. Il finale inaspettato sta nel fatto che oltre a venire gente, come pensavamo, sono arrivati anche dei critici che ancora non ho capito se hanno inteso l’intento surreale della cosa. Alcuni hanno anche commentato in maniera interessante la mostra. Tutto molto divertente.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.14