ROBERTA CAPUA
Amo la Tv delle emozioni
Dal 1° settembre al timone di “Aspettando BellaMa’” e dall’8 nel cast della nuova edizione del programma di Rai 2. Il felice incontro con Pierluigi Diaco, il ricordo degli esordi televisivi, il rapporto con il passare del tempo: la conduttrice si racconta al RadiocorriereTv e dà un consiglio ai giovani: «La tecnologia, gli smartphone, i social, rendono tutto molto veloce. Cercate di approfondire e di non essere superficiali»
Partono le anteprime di “BellaMa’”, cosa succederà dal 1° settembre alle 15.30 su Rai 2?
Sono cinque puntate in cui insieme a Pierluigi Diaco e ad alcuni autori del programma scegliamo il nuovo cast di concorrenti, sia per la Generazione Z che per la Generazione Boomer. Accanto a me ci sono Domenico Restuccia, volto noto di “BellaMa’”, il nostro Mister Web, e Rosa Sorrentino, vincitrice della prima edizione. È il racconto delle audizioni di questa nuova stagione che partirà lunedì 8 settembre.
Ci racconta il suo incontro con il mondo di “BellaMa’” e con Pierluigi Diaco?
Un incontro molto felice nato fortuitamente da un invito che mi fece Pierluigi tempo fa come ospite della trasmissione: è nata una bella sintonia, immediata e da lì è nata la proposta di fare parte del cast. Nella scorsa edizione ho parlato prima del Festival di Sanremo e poi dei programmi della Tv. Quest’anno ritorno tutti i lunedì a raccontare le eccellenze della nostra televisione. Parleremo di programmi storici, di personaggi iconici, tutto questo anche per raccontare la storia della Tv soprattutto alla Generazione Z, ai ragazzi che non la conoscono. Vedo che c’è molto interesse anche tra i Boomer, che quella televisione l’hanno vissuta, e che hanno il piacere di poterla rievocare.
Cosa aveva quella televisione per rimanere in modo indelebile nella memoria e nel cuore del pubblico?
Grandissimi professionisti, che sono stati i protagonisti, e idee originali. Questo fa sì che alcune trasmissioni siano rimaste. Non si può paragonare la Tv di oggi a quella del passato. Si partì con una sola rete, poi con due, oggi il telespettatore ha una grande possibilità di scelta, dalle piattaforme all’on demand. Rimaniamo però attaccati a certi pilastri saldi di quella che era una televisione fatta con grandissima professionalità ed entusiasmo. Non a caso quando parliamo di questi programmi i nomi che vengono fuori sono quelli di Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Corrado, Mike Bongiorno, Enzo Tortora, Luciano Rispoli. Potrei fare una lista di personaggi veramente straordinari.
Il programma propone un confronto generazionale. Perché, a volte, è così difficile capirsi e lasciarsi andare, tra persone di età diverse?
Credo che a volte basterebbe poco per trovare un punto d’incontro. L’importante è non chiudersi, cercare di entrare gli uni nel mondo degli altri. È ovvio che la musica che ascoltavamo noi, la Tv che guardavamo, erano completamente diverse da quelle che piacciono ai ragazzi oggi, che sono nativi digitali. Ma non è difficile cercare di entrare nel loro mondo, a “BellaMa’” mi ha colpito vedere come i giovani siano desiderosi di conoscere le proprie radici.
Suo figlio ha quasi 18 anni, cosa le sta insegnando l’essere mamma di un giovane che sta costruendo il proprio percorso di vita?
La necessità di capire il loro modo di approcciare la vita, i loro atteggiamenti di vivere la quotidianità. È vero che sembrano completamente distanti dai nostri, anche perché c’è una tecnologia che ai nostri tempi non esisteva, ma se si guarda bene i ragazzi, non sono così diversi da come eravamo noi, hanno i loro sogni, i loro desideri.
C’è un consiglio che non si stanca di dare a suo figlio e ai giovani?
Cercare di non essere superficiali. La tecnologia, gli smartphone, i social, rendono tutto molto veloce. Oggi si riesce a fruire dei contenuti con grande rapidità, mentre è importante soffermarsi sui concetti, sulle notizie, leggere qualcosa di più, approfondire.
Una televisione che non ha paura di vivere intensamente i sentimenti quella proposta da “BellaMa’”, che rapporto ha con la condivisione delle emozioni?
Evviva la condivisione delle emozioni, l’autenticità di ciò che uno prova. Saper mostrare le emozioni fa bene a se stessi e a chi ci è intorno. Spesso, durante il programma, ci si commuove, è tutto molto coinvolgente. Ed è importante pensare che si possa fare, che non è segno di debolezza.
Il pubblico la segue con affetto da molto tempo, cosa ha rappresentato e rappresenta questo nella sua vita?
Il pubblico per chi fa il mio lavoro è tutto, decreta il successo di un personaggio. L’affetto delle persone l’ho sempre sentito, anche quando sono stata lontana dalla Tv per dedicarmi a mio figlio. Il pubblico è la nostra forza.
Miss Italia, figlia di una Miss Italia, cosa rappresenta per lei quel concorso e come vedi quella vittoria 38 anni dopo?
Fu certamente il trampolino di lancio. Tutta la mia carriera è partita da lì, era il 1986 e non avevo nemmeno 18 anni. Ero una ragazzina, ingenua, non sapevo cosa quella vittoria avrebbe portato alla mia vita. Dopo così tanti anni siamo ancora qui a parlarne e devo dire che è stato un inizio importante. È vero che oggi il concorso di bellezza, per come si è evoluto il mondo, forse non ha più tanta ragione di essere, ma io rimango affezionata a quell’esperienza che per me è stata fondamentale.
Il suo debutto televisivo avvenne pochi giorni dopo l’elezione a “Miss Italia”, in Piazza Maggiore a Bologna…
Era “Vota la Voce 1986”, la piazza era gremita. Qualche tempo fa mi è capitato di rivedere in Tv la replica di quella serata e ho provato tanta tenerezza: ero acerba, ingenua, prima di allora non avevo mai fatto niente: dal banco di scuola al palcoscenico. Un ricordo indelebile.
Che rapporto ha con il passare del tempo?
Un rapporto abbastanza sereno, mi guardo allo specchio e penso che i cambiamenti del viso, del corpo, siano fisiologici, naturali. È ovvio che se potessi tornerei ai miei trent’anni, periodo in cui mi sentivo più sicura in termini di bellezza fisica, di prestanza. Ma bisogna fare i conti con la realtà (sorride).
A cosa non rinuncerebbe mai nella vita?
All’amore di mio figlio. Lui è la cosa più bella che ho fatto nella mia vita.
C’è un libro, una lettura, che ha segnato la sua vita?
Leggo molto, soprattutto romanzi, e cerco sempre di prendere qualcosa. Un libro che amo molto e che ho regalato negli anni alle persone care è “Oscar e la dama rosa” di Eric Emmanuel Schmitt, tutti noi dovremmo leggerlo. È la storia di un bambino e della sua malattia, una lettura che lascia un messaggio, un segno.
La sua canzone del cuore…
“Mille giorni di te e di me” di Claudio Baglioni. Potrei ascoltarla centomila volte senza mai stancarmi.
Come vede Roberta domani?
Voglio essere ottimista. Vedo un futuro luminoso, mi auguro salute, serenità e lavoro. È poco? (sorride).