Prix Italia
La realtà, il nostro bene più prezioso
Al Palazzo Reale di Napoli, dal 20 al 24 ottobre, la 77esima edizione del concorso internazionale per broadcaster organizzato dalla Rai. In programma anteprime, programmi live, eventi internazionali e performance dal vivo per celebrare il capoluogo partenopeo, culla millenaria di cultura e innovazione al centro del Mediterraneo. Il Radiocorriere Tv incontra il Segretario Generale del Premio Chiara Longo Bifano
“Get Real” è il claim del 77° Prix Italia. Come nasce questa scelta?
È una wake-up call, una consapevolezza da parte dei broadcaster del ruolo che abbiamo verso il pubblico, che è quello di lanciare chiavi di lettura di una realtà complessa, nella quale è talvolta impossibile comprendere cosa è vero da cosa non lo è. Siamo a Napoli, in collaborazione con il Comitato Nazionale Neapolis 2500 e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per celebrare la storia millenaria di una città proiettata nel futuro: lo facciamo attraverso la sirena Partenope, che altro non è che la sirena di Ulisse. Ulisse che con la razionalità riesce a entrare in sintonia con quello che reale non è, riuscendo, appunto, ad ascoltare le sirene senza rimanere vittima della malia. “Get Real” è un invito a non tapparsi le orecchie, a usare la ragione, le armi della comprensione… Dico sempre, e parlo come giornalista di un broadcaster di servizio pubblico, che la realtà è forse il nostro bene più prezioso ed è su questa che dobbiamo continuare a costruire il nostro racconto. “Get Real” può sembrare qualcosa di lontano perché è un termine inglese, ma in realtà si sposa perfettamente con un’espressione napoletana che viene dal latino “exitare”, che vuol dire far star svegli, vigili… È rappresentato graficamente da una sirena i cui capelli diventano onde, le onde sonore dei broadcaster che attraversano il mondo e, per una settimana, si incontrano appunto nel Golfo di Napoli.
Quanto il Prix Italia racconta del nostro presente?
Molto e lo dimostra la grande partecipazione che di anno in anno allarga la sua Community. Abbiamo ricevuto 238 programmi provenienti da 89 broadcaster: da Tokyo a Buenos Aires, da Oslo a Johannesburg, ormai siamo fieramente globali. I nostri 90 giurati hanno selezionato soprattutto le storie che ci riguardano di più, la complessità dell’oggi, dalle fiction che parlano dell’Afghanistan ai documentari sulle guerre, a partire dall’Ucraina, con punti di vista originali e molto on the road. E poi i grandi temi del sociale comuno sguardo attento alla tecnologia e all’innovazione attraverso l’intelligenza artificiale, vista non solo come spauracchio, come paura della tecnologia, ma come risorsa utile ai broadcaster nel racconto del mondo. Infine, l’arte, la grande musica, linguaggio universale in grado di superare le barbarie.
Se i prodotti radio-televisivi sono da sempre pilastri del Premio, ad assumere un ruolo centrale è oggi anche il digital…
Nel concorso abbiamo rinnovato le sezioni della categoria Digital dando molto spazio all’interazione con l’utente. Grande attenzione al digitale la darà anche il Festival con tre anteprime: la nuova serie di “Pillole sulla disinformazione”, che spiega come diventare fact-checker di se stessi; “Il Collegio”, il docu-reality ambientato nel 1990; “Playing Memories”, una performance dedicata alla musica partenopea messa in scena da giovani talenti europei. Immancabili anche le anteprime tradizionali, di Rai Cinema, con il Film La Salita e Rai Documentari con Elvira Notari.
E poi Rai Fiction. Lunedì 20 ottobre il Teatro San Carlo ospiterà l’anteprima della terza stagione de “Il Commissario Ricciardi”, presto su Rai 1, con una sorpresa in serbo per i fan del personaggio creato da Maurizio De Giovanni…
Grazie alla felice collaborazione con Bonelli Editore, con cui lo scorso anno abbiamo celebrato Rai 100, Torino e Dylan Dog, anche grazie alla straordinaria disponibilità di Lino Guanciale, quest’anno sarà la volta del fumetto de “Il commissario Ricciardi”. Le copertine diventeranno un gift da collezione per gli spettatori del Teatro, con il firmacopie con i disegnatori, Maurizio De Giovanni e tutto il cast della serie.
Tra i focus in programma anche quello sul futuro del documentario…
E nello specifico sulla coproduzione, tema al centro di una giornata formativa per il pubblico e per i delegati internazionali, con case history provenienti da tutto il mondo. Un momento di stimolo e r confronto che servirà anche ai più giovani, per capire per esempio come presentare un pitch di successo. Non a caso il Presidente di turno del Prix Italia è uno dei massimi esperti del settore, il giapponese Imamura Ken-Ichi.
Cosa rimane nel Prix di oggi dello spirito che nel 1948 portò alla nascita del Premio?
Il Prix Italia nasce nel dopoguerra come luogo di incontro tra broadcaster europei. Erano dei pionieri innamorati dell’eccellenza. Sergio Zavoli diceva che il Premio è la più alta espressione della Rai nel racconto della società civile. Ecco perché, accanto alle pregevoli opere in Concorso che si potranno vedere su RaiPlay, il Prix Italia è anche un grande evento sul territorio. Se guardiamo il programma di quest’anno troviamo moltissima Napoli a cominciare dalle location: siamo nel Palazzo Reale che è la reggia, il luogo del potere. Ma il potere doveva essere vicino alla cultura, quindi eccoci a due passi dalla Biblioteca Nazionale voluta da Benedetto Croce e dal Teatro San Carlo. In questi luoghi parleremo di innovazione coinvolgendo le Università, le scuole, le Associazioni. Il pubblico potrà vedere la tv che si fa palco, all’aperto, con meno filtri, più vicina, più una di noi. Ci saranno i talent, gli incontri, la musica, come quella dei Sanitansamble, un’orchestra giovanile nata nel rione e ormai modello internazionale. E ancora loro, le sirene, in una mostra multimediale, curata da Marina Polla de Luca in collaborazione con la Scuola internazionale di Comics, dedicata alle donne che hanno reso celebre Napoli per sempre.
Ma il Prix Italia quest’anno è anche più internazionale che mai…
L’abbiamo chiamata International Week, da una visione della Direttrice delle Relazioni internazionali e Affari europei della Rai Simona Martorelli. Un impegno poderoso realizzato grazie alla collaborazione con il Maeci ed il Comitato Neapolis 2500. Si Comincerà già il 15 ottobre in concomitanza con i Med-Dialogues dell’ ISPI, con un evento, che vedrà riuniti broadcster provenienti da tutto il Mediterraneo. Avremo poi, tra gli altri, la News Assembly dei responsabili delle news dei broadcaster di EBU, e, momento clou, la BBC Lecture, dedicata al ruolo cruciale dell’informazione, con la presenza di Jeremy Bowen, celebre corrispondente di guerra e International editori di BBC News.
Qual è oggi la mission del Prix Italia?
Promuovere l’eccellenza e avvicinarla al pubblico in tutte le sue espressioni.