MIRIAM DALMAZIO
Amore a prima vista
Nella serie di Rai 1 dà volto e voce a Costanza, personaggio nato dalla penna di Alessia Gazzola. L’attrice siciliana, già protagonista di serie di successo del Servizio Pubblico, si racconta al RadiocorriereTv
Com’è stato l’incontro con Costanza?
È stato amore a prima vista. Scoprendola sul copione ho subito detto sì, non avevo mai provato prima la sensazione di sentirmi tanto aderente a un personaggio. Questo sin dalla descrizione: siciliana, trent’anni, capelli rossi, mamma. Andando avanti ho scoperto che era una paleopatologa e sono andata a cercare cosa significasse (sorride)…
Cos’ha dato di sé alla protagonista?
Innanzitutto, l’accento. Lei è di Messina, io di Palermo, ma l’accento non è così diverso. Ho un po’ addolcito il mio palermitano. Con Eleonora De Luca (interpreta Toni, sorella minore di Costanza), mia concittadina, ci siamo date alla pazza gioia. E poi il mio essere mamma, nel rapporto con la bambina ho cercato di mettere dolcezza, sintonia materna, l’approccio anche fisico che ho con mio figlio Jan, che dopo avere visto la prima puntata mi ha detto di avermi trovata simile a come sono con lui.
Cosa dice Jan della mamma attrice?
Ha otto anni e sta imparando a conoscere il mio lavoro, è molto divertito e incuriosito. Sa che il tempo che passo sul set è un tempo in cui mi diverto, in cui sto bene.
Quanta contemporaneità c’è nel personaggio di Costanza?
Tantissima, a partire dalle tematiche toccate, maternità in primis. E anche un certo femminismo, una certa autodeterminazione e poi ci sono la ricerca del futuro, la precarietà, la famiglia allargata.
Che consiglio ha chiesto ad Alessia Gazzola?
Ero incuriosita dal suo vissuto. Le ho chiesto di raccontarmi un po’ del suo percorso, di cosa l’ha portata a scrivere romanzi in cui unisce le passioni per la scrittura, per la storia e per la medicina. Tra noi si è creato un bel rapporto, l’ho cercata tantissimo durante le riprese ed è stato piacevole trovare molto di lei nelle storie narrate. Nel personaggio di Costanza e in particolare nel suo modo di essere autoironica. Alessia è molto interessante e umile, quando penso a lei penso a una chiacchierata tra amiche davanti a un te caldo. Mi ha aiutato a volere bene a Costanza.
In “Costanza” le donne sono al centro…
“Costanza” è un racconto al femminile, e questo lo rende ancora più affascinante, molte serie della Rai vanno in questa direzione. Per troppo tempo questo spazio le donne non l’hanno avuto: è importante proporre una visione alla pari.
Chi è Miriam Dalmazio oggi?
La bambina che per anni ho cercato e che ora sto trovando…
Trovarla è stata una sorpresa?
Non pensavo che l’avrei mai conosciuta (sorride). Ho sempre avuto un approccio molto maturo e responsabile, non mi sono mai concessa cavolate. Adesso che sono adulta mi permetto invece di giocare con la vita in modo sano. Più cresco e più mi sento giovane, anche paradossalmente bella, cosa che prima non succedeva. Sto vivendo molto nel presente, mi concedo il lusso di vivere l’adesso, l’ora, di godermi il tempo a letto a dormire, senza pensare a quello che devo fare dopo. Così come i momenti con mio figlio e le difficoltà. Mi piace risolvere i problemi, perché mi sento di vivere.
Che rapporto ha con la popolarità?
Mi fa piacere che le persone mi riconoscano e mi manifestino il loro apprezzamento (ride). Al di là dei riflettori, ci tengo ad avere una vita normale: in palestra non ho il personal trainer, vado e seguo i corsi. Non ho la patente? Prendo l’autobus o la metro. Mi piace stare con i piedi per terra, e non per finta umiltà. La popolarità è cosa ben diversa dalla fama, che mi farebbe terrore, con il rischio di perdere autenticità. Il politically correct a volte impedisce di essere se stessi.
Che rapporto ha con l’ironia e quanta ce n’è nella sua vita?
Mi prendo molto in giro, anche se mi rendo conto che la mia vena ironica emerge solo quando mi sento a mio agio. In quei momenti riesco ad avere la battuta pronta, a fare ridere la gente. Quando mi sento a casa esce la mia parte più autentica.
Cosa c’è nel suo cassetto dei sogni?
I sogni non sono condivisibili… appena li verbalizzi perdono potere. Mi piace mantenerli nel cassetto, tra possibile e impossibile.
C’è una storia che vorrebbe portare sullo schermo?
Mi appassionano le storie delle mistiche, penso a Santa Teresa D’Avila, spagnola del 1500. Non sono religiosa, ma tutto ciò che è spiritualità mi affascina da sempre, Santa Teresa parla della preghiera come di un dialogo autentico con Dio, non di un testo ripetuto a memoria. Mi piacerebbe interpretare un ruolo così.
Che cosa la rende felice?
Svegliarmi tutte le mattine.