MARILENA PIU
Heidi adulta: il viaggio verso le radici
Incontro con l’attrice e regista siciliana per parlare di “Adelheid”, il libro in cui sceglie di ridare voce alla figura di Heidi, immaginandola adulta mentre rilegge la propria infanzia e ritrova la forza delle cose semplici. Nell’intervista, l’autrice racconta una storia senza tempo, che parla al cuore di grandi e piccoli e che presto diventerà anche un film diretto da lei stessa
Il libro nasce da un personaggio che tutti abbiamo amato. Che cosa l’ha spinta a prenderlo in mano e, di fatto, a riscriverne in un certo senso la vita?
Non sono nata nei luoghi di Heidi, ma ci ho vissuto. Quando ero piccola il cartone era appena uscito e, vivendo in Germania, mi chiamavano così: non solo le somigliavo nel volto, ma anche nel carattere. Quel soprannome mi è rimasto nel tempo. Lo scorso anno ho sentito il bisogno di scrivere un libro, senza sapere ancora quale. Avevo pensato a qualcosa di autobiografico e in parte Adelaide contiene davvero un riflesso di me, anche se il racconto segue la sua vita adulta. Poi è arrivato un segnale. Una mattina di novembre ho percepito dentro di me la parola “Heidi”. Quel pomeriggio, al cinema, mi è arrivato un messaggio di mia madre — cosa per noi rara — con la foto della piccola Heidi e la frase “Da bambina ti chiamavano così”. Quello è stato l’inizio di tutto.
Nel libro, Heidi adulta torna alla propria infanzia per ritrovare ciò che il tempo rischia di cancellare. Perché questo bisogno delle radici?
È un bisogno che porto con me da anni. Tornare alle radici significa tornare un po’ bambini: conservare purezza, armonia, amore. Significa non farsi travolgere dalla corsa quotidiana e restare in contatto con ciò che siamo davvero. Le radici ci aiutano anche a creare rapporti più autentici. I bambini vivono la verità e la spontaneità, e questo mi ispira profondamente. Nel libro — e poi nel film — la piccola Heidi continua a vivere dentro la donna adulta, con la sua gioia e il suo amore per la vita e per la natura.
Ha detto che sarebbe bello fermarsi durante la giornata e tornare un attimo a ciò che eravamo da bambini…
Sì. La nostra vita è frenetica e spesso non ci fermiamo mai. Anche un minuto può bastare per ritrovare quella spontaneità. I bambini vivono l’essenza delle cose, non si chiedono il perché: semplicemente sentono. Questo silenzia molti dei rumori interiori che ci portiamo addosso da adulti.
Il libro diventerà un film diretto da lei. Come immagina il passaggio dalla pagina al set? Che cosa vuole preservare a tutti i costi di questa bambina senza tempo?
Da quando il libro è nato immagino ogni giorno le sue scene. Vorrei che i momenti più significativi arrivassero al cuore delle persone. Il passaggio al set sarà una fusione: la piccola Heidi che cresce ma conserva la sua luce interiore. L’Adelaide adulta è una donna con un vissuto, ma porta in sé l’energia dell’infanzia. Quella luce — negli occhi, nel sorriso, nell’anima — è ciò che voglio preservare. Nel film ci sarà questa continuità: la bambina, la giovane donna, la donna saggia. Un’unica identità che racchiude tre età e tre consapevolezze.
Nella sua carriera ha raccontato temi forti— mafia, violenza sulle donne, omofobia – che significato ha confrontarsi ora con una storia che parla di purezza e stupore?
È un cambiamento enorme. Come attrice ho affrontato temi durissimi, che mostrano il male sociale e le sue conseguenze. Anche da regista ho percorso strade intense, come nella “Divina Commedia”: dall’inferno alla purificazione, fino alla parte più luminosa dell’essere. Con questa storia torno invece a qualcosa di essenziale: la purezza. È un racconto che tocca il cuore e che invita a recuperare la nostra essenza, quella che spesso dimentichiamo crescendo. È come un ritorno al divino che abbiamo dentro.
Se Adelaide potesse parlare oggi a un lettore adulto, che cosa gli direbbe per invitarlo a ritrovare quella felicità semplice che spesso lasciamo indietro?
Direbbe, con dolcezza: non aspettare di essere amato, ama tu per primo. Abbi fiducia in te. Ama profondamente te stesso e poi ciò che ti circonda. Ama la vita. L’amore verso noi stessi, verso gli altri, verso ciò che abbiamo intorno, è la chiave per ritrovare quella felicità semplice che da bambini ci veniva naturale.