Ciao Ornella
Una storia artistica legata da sempre alla Rai quella di Ornella Vanoni. La cantante milanese, protagonista di una carriera straordinaria lunga oltre sessant’anni, è stata interprete di brani divenuti pilastri della canzone italiana e internazionale: da “Senza fine” a “La musica è finita”, da “Una ragione di più” a “L’appuntamento” e ancora “Eternità” e decine di altri successi. La musica, il teatro con Giorgio Strehler, la prosa e la radio. L’esordio televisivo è del 1961 con “Giardino d’inverno” di Antonello Falqui, programma che decreta l’apprezzamento del pubblico per le doti canore di Ornella. Arrivano “Studio Uno”, le partecipazioni a “Senza Rete”, “Scala reale” e “Canzonissima” e a tanti altri fortunati show di prima serata che vedono impegnata Vanoni anche nel ruolo di conduttrice: da “L’appuntamento” con Walter Chiari a “Fatti fattacci” con Gigi Proietti e “Due come noi” con Pino Caruso. Otto le partecipazioni al festival di Sanremo, oltre 55 milioni i dischi venduti. Una popolarità mai venuta meno.
Ornella Vanoni in un’intervista al RadiocorriereTv del 2019
Quella con il suo pubblico è una lunga storia d’amore che dura da una vita. Come ha costruito questo idillio?
Questo rapporto nasce da tanti anni, dalla conoscenza di tanti pezzi ai quali il pubblico è affezionato. In concerto mi chiedono tutti “L’appuntamento”, “Domani è un altro giorno”, e parlo anche dei giovani, un cantante dura quando riesce a creare dei classici. Poi si rinnova facendo pezzi nuovi, ma i classici nel repertorio non devono mai mancare. Il pubblico viene ad ascoltarti perché è legato a te soprattutto per quelle canzoni.
All’origine del suo successo ci sono anche grandi autori, a chi si sente più legata?
Sicuramente a Gino Paoli, visto che oltre a essere un grande autore ne ero anche innamorata, poi i genovesi, i francesi. Allora c’erano dei bei testi, eravamo in pochi e quei pochi avevano brani di autori importanti ed erano loro stessi importanti. Oggi cantiamo in troppi.
Il suo è un repertorio ricco di hit, quali sono i brani che più la raccontano?
Se li ho cantati mi rappresentano tutti, in vari momenti della mia vita, della mia carriera. La cosa bella del fare musica dal vivo è che volendo è possibile cambiare anche la scaletta. Se i tuoi musicisti conoscono il tuo repertorio puoi dire: stasera non me la sento di cantare quel brano perché sono triste.
Ornella, cosa le piace cantare quando non è sul palco?
“Vecchio Scarpone” e le canzoni degli alpini, un repertorio veramente orrendo.
Cosa la emoziona nella vita di tutti i giorni?
Incontrare un paio d’occhi che brillano intelligenti.
Le capita spesso?
Raro, ma quando capita è molto bello.
Che cosa la diverte della sua professione?
Mi piace molto stare sul palco, anche perché non ho più paura. Un tempo, visto anche il mio fisico, non potevano capire che fossi timida, invece lo ero tanto, avevo una paura tremenda. Ora che me la posso godere e mi diverto mi dispiace lasciarlo. Mi accorgerò da sola quando non sarò più in grado. Siamo un Paese strano per le donne, di tanto in tanto leggo: ma perché la Vanoni sta sul palco alla sua età? Imbecille, ci sto perché canto bene, non sono un baule, ho ancora un fisico, perché non ci devo stare? Invece gli uomini non li criticano. L’Italia è molto maschilista.