Premio Biagio Agnes 2024

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Dalla Piazza del Campidoglio a Roma la XVI edizione dello storico Premio, in onda lunedì 8 luglio su Rai 1 in seconda serata. Evento in collaborazione con la Rai e con il Patrocinio di Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo

Il giornalismo appassionato che racconta con libertà e autorevolezza le sfide del mondo di oggi animerà anche quest’anno la Cerimonia di Premiazione della XVI edizione del “Premio Biagio Agnes”, in onda lunedì 8 luglio in seconda serata su Rai1. La serata, condotta per il sesto anno consecutivo da Mara Venier e Alberto Matano, si svolgerà nella splendida piazza del Campidoglio a Roma, alla presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni e dei grandi professionisti dell’informazione, dello spettacolo e della cultura. Il Maestro Renzo Arbore, genio indiscusso della radio e della televisione, autore di programmi mitici come “Bandiera Gialla” e “Indietro tutta!” salirà sul palco per ritirare, dalle mani del presidente della giuria Gianni Letta, il Premio Radio-Tv assegnato alla Rai – Radiotelevisione italiana: proprio quest’anno, infatti, l’azienda di Viale Mazzini, la più grande media company italiana, festeggia una duplice ricorrenza, i 100 anni della Radio e i 70 della Televisione. Per il reportage di viaggio “La speranza africana. La terra del futuro concupita, incompresa, sorprendente”, Federico Rampini riceverà il Premio Giornalista Scrittore da Massimo Martinelli, direttore editoriale de Il Messaggero. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani consegnerà il Premio Stampa Estera all’Associazione della Stampa Estera in Italia: a salire sul palco il presidente Maarten Van Aalderen insieme al presidente uscente Esma Çakir per testimoniare il valore dell’Associazione che dal 1912, anno della sua fondazione, contribuisce a raccontare il nostro Paese nel mondo. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi consegnerà il Premio Giovani Giornalisti a Francesco Bechis, classe 1995, cronista politico del quotidiano Il Messaggero, mentre per l’impegno costante e la grande competenza dimostrati il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano conferirà il Premio Informazione Culturale allo storico Francesco Perfetti, Professore ordinario di Storia contemporanea, Presidente della Giunta Storica Nazionale. Stefano Folli, editorialista di Repubblica, consegnerà il Premio Carta Stampata al vicedirettore de Il Foglio Salvatore Merlo e all’inviato speciale di Avvenire, reporter internazionale e cronista giudiziario Nello Scavo. Alessandro Gassman e Claudia Pandolfi riceveranno dallo scrittore e produttore Enrico Vanzina il Premio Fiction per “Un professore”, il grande successo di Rai 1 che li vede protagonisti: la serie Tv, perfetta per gli spettatori più giovani, ha saputo veicolare con efficacia e semplicità valori positivi, ottenendo un ampio consenso di pubblico. Oltre al ricordo del giornalista e conduttore Franco Di Mare, la cui recente scomparsa ha commosso l’Italia intera, nel corso della cerimonia di premiazione i momenti di riflessione si alterneranno all’intrattenimento di qualità. Sul prestigioso palco anche l’Orchestra di Fiati del Conservatorio Santa Cecilia di Roma diretta dal Maestro Gianfilippo Pocorobba e due delle voci più belle e originali della musica italiana che canteranno alcuni dei loro più grandi successi: Orietta Berti con un medley dei brani “Luna piena”, “Mille”, “Discoteca italiana” e con il nuovo singolo, nato da una collaborazione con Fiorello, “Una vespa in 2”, e Noemi che si esibirà con “Sono solo parole” e “Makumba” e con il suo nuovo singolo “Non ho bisogno di te”, uscito lo scorso 26 aprile. La serata offrirà spazio anche alla danza: l’assessore del Comune di Roma Alessandro Onorato conferirà il Premio alla Carriera alla grande étoile Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di Ballo e della Scuola del Teatro dell’Opera di Roma, che si esibirà in un appassionante passo a due con l’étoile spagnola Sergio Bernal, premiato Giovane Artista dell’Anno. Il Premio Generazione Digitale – Podcast, sarà consegnato dal sottosegretario di Stato con delega all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini a Justine Bellavita, web editor, social media e digital director delle testate periodiche femminili di RCS MediaGroup e a Mia Ceran per il podcast di Will Media “The Essential” mentre, per la categoria Saggista Scrittore, la direttrice di Io Donna Danda Santini premierà Giulio Leoni, autore del libro “Mameli. Un grande romanzo storico sull’Inno che fece l’Italia”, dedicato al poeta e patriota italiano. Barbara Carfagna, conduttrice del programma di Rai1 “Codice La vita è digitale”, riceverà il Premio Divulgazione Scientifica da Mons. Dario Edoardo Viganò, Vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, mentre il giornalista e conduttore Gigi Marzullo consegnerà il Premio Documentari Culturali a Nicola Salvi ed Elisabetta Sola della società di produzione Officina della Comunicazione.

 

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È Nessie, o forse no

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Le notizie, la musica, l’approfondimento e la leggerezza. Dal lunedì al venerdì alle 13.45 Flavia Cercato e Gianluca Daluiso sono i padroni di casa del programma che apre il pomeriggio di Rai Radio 2

 

Partiamo dal titolo, “Lochness”, come nasce e quali mondi accoglie dentro di sé il programma? 

FLAVIA: Lessi che a un esame di giornalismo venne chiesto come mai di Nessie, il mostro di Loch Ness, si parlasse principalmente in estate. La risposta era che d’estate latitano le notizie e che proprio per questo motivo era sempre utile fare uscire il mostro (sorride). Mi sembrava, per un programma estivo che non prescinderà comunque dall’attualità, un titolo carino. In più le fake-news sono sempre più all’ordine del giorno e noi cerchiamo di dare un’occhiata a questa distorsione.

 

Quella di Loch Ness è una fake di lunga data…

FLAVIA: … solo lo scorso anno gli scienziati hanno affermato ufficialmente che non esistono prove dell’esistenza di Nessi. Mostro a parte, le fake sono sempre più frequenti, c’è questa abitudine orrenda di inseguire lo scoop, il titolone, e quindi di spararle più grosse possibile per acchiappare i click. Una distorsione esasperata dai social: il fatto che l’informazione sia diventata così rapida ti porta a verificare sempre meno la veridicità delle fonti.

 

Gianluca, come è stato il tuo incontro con “Lochness”?

GIANLUCA: Quando Flavia mi ha raccontato l’idea del programma ho subito capito come fosse nelle mie corde. Ma la ciliegina sulla torta è stata proprio il titolo, perché dieci anni fa i miei genitori si trasferirono in Scozia e oggi vivono a Glasgow, molto vicino al lago di Lock. Una casualità davvero molto interessante (sorride).

 

Come sono andate le prime puntate?

FLAVIA: Bene, ci siamo divertiti. È un programmone di oltre due ore, ma è proprio questo a darci la possibilità di affrontare più argomenti, alcuni leggeri e altri più impegnati.

GIANLUCA: Siamo figure complementari e tra noi c’è una bella alchimia, che è una cosa per nulla scontata. Dalla più lunga esperienza professionale di Flavia cerco di cogliere alcuni “segreti del mestiere”. Il fatto di appartenere a due generazioni diverse penso che sia un valore aggiunto.

 

C’è una ricetta per non farsi buggerare dalle fake-news?

FLAVIA: Rallentare. Oggi si tende sempre a velocizzare l’informazione. La velocità che ci ha regalato la digitalizzazione ci porta a controllare sempre meno se una notizia corrisponda al vero oppure no.

GIANLUCA: Il segreto è cercare il più possibile la certezza della fonte, anche arrivando qualche minuto dopo. Con l’avvento del digitale vince chi dà la notizia per primo e spesso succedono cose che si rivelano false.

 

Vi capita di “scivolare” sulle bufale?

GIANLUCA: Le possibilità di commettere errori non mancano. Quando accade è necessario riconoscerlo, tornare sui propri passi e chiedere scusa. Come diceva Oscar Wilde “l’esperienza è il tipo di insegnante più difficile, prima ti fa l’esame e poi ti spiega la lezione”.

FLAVIA: Mi capita di cascare sui titoloni: vado subito a controllare, non riesco a dirmi “Flavia lascia perdere”.

 

L’ironia e l’autenticità come possono convivere?

FLAVIA: Convivono per forza. Se sei autentico sei pieno di difetti, fragilità, confusione. Se non ci metti l’ironia sei spacciato.

 

Si può essere giornalisti e non perdere la cifra dell’ironia?

GIANLUCA: Amo affiancare l’ironia all’approfondimento, alla serietà. Sono un fautore dell’infotainment. Informazione e intrattenimento devono venirsi incontro, anche con l’obiettivo di avvicinare i giovani.

 

Un’estate dietro al microfono, cosa vi aspettate?

FLAVIA: Sono molto contenta, mi aspetto tanto caldo e tanto buonumore.

GIANLUCA: Di essere insieme a tantissime persone, che magari stanno viaggiando, e anche a quelle che non hanno la possibilità di farlo. Vorremmo fare compagnia a chi ci ascolta dando al pubblico divertimento e contenuto.

 

Flavia, cosa ti diverte ancora del mondo della radio?

Mi piace raccontare con le parole. La radio resta il mio mezzo preferito, quando non c’è stata, perché ho fatto altro, mi è mancata.

 

Gianluca, cosa ti sorprende di questo mezzo?

Prima di iniziare a farla non pensavo che ci fossero ancora così tante persone affezionate alla radio. È stata una gran bella sorpresa.

 

La radio è anche musica. C’è un tormentone estivo che vi piace particolarmente?

FLAVIA: Non ce l’ho quasi mai perché ho la memoria del pesce rosso (sorride). Dopo un po’ mi dimentico. Al tempo stesso non dimentico mai la prima canzone che ascolto al mattino…

 

Il brano che hai sentito stamane?

FLAVIA: “Viva la vida” dei Coldplay, adoro i loro cori, sono i più bravi del mondo a farli. È da questa mattina che ho in mente “O-o-o-o-ohhhh” (canticchia il brano).

 

Gianluca, tocca a te…

La mia compagna mi prende sempre in giro perché inizio ad ascoltare i tormentoni quando sono passati di moda. Accade anche dopo due anni, ci metto un po’ a trovarli. Questa domanda potresti rifarmela tra un paio d’anni, a quel punto potrei darti una risposta (sorride).

 

Se gli scienziati si fossero sbagliati e un giorno si scoprisse che… il mostro di Loch Ness esiste davvero?

FLAVIA: Ci crederei solo vedendo di persona l’uscita di Nessie dalle acque, cosa che ritengo molto complessa (sorride).

 

A quel punto, di fronte all’evidenza, cosa diresti alla tua compagna di viaggio?

GIANLUCA: Che nella vita qualsiasi cosa è possibile. Di non dire mai “mai”, perché qualsiasi cosa può sempre accadere.

 

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Che successo!

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Quest’estate, i nostri personaggi preferiti non vanno in vacanza. Le emozioni di tre grandi serie molto amate dal pubblico in prima serata Rai 1: Mina Settembre (seconda stagione), Vincenzo Malinconico. Avvocato di insuccesso, Nero a metà (terza stagione)

 

MINA SETTEMBRE (seconda stagione)
dall’8 luglio

Il sorriso di Mina

Mina Settembre è un dramedy sentimentale ambientato a Napoli, che ha per protagonista un’assistente sociale alla continua ricerca di una soluzione ai problemi degli altri. Allo stesso tempo è anche il racconto di una donna – dal carattere deciso, ma anche dolce e fragile – che prova a rimettere in piedi la propria vita.

Alla fine della prima stagione Mina ha scoperto che Irene, la sua migliore amica, è stata l’amante di suo padre e che il figlio di Irene, Gianluca, è il frutto di quella storia clandestina. Così “zia Mina” si trova all’improvviso ad avere un fratello.

E non è tutto: la sua vita sentimentale è ora a un bivio. Né Claudio, né Domenico l’hanno spuntata e per ora sulla scelta di Mina grava un punto interrogativo. Ma la notizia di un attentato che coinvolge Claudio sconvolge il suo equilibrio, che sente riaffiorare i suoi sentimenti verso di lui. E allora perché non concedersi una seconda chance? Claudio non potrebbe essere più felice, ma c’è un unico problema: casa sua è mezza distrutta dall’attentato, e quindi toccherà ricominciare a casa di Olga. La quale però si leva subito d’impaccio: ha deciso di partire da sola per una crociera intorno al mondo, un sogno che aveva da tempo. A Mina, un po’ perplessa, non resta che salutarla, pensando che forse questo renderà più facile la relazione con Claudio. Ma la situazione si complica subito.

Quando Mina fa il suo ritorno al consultorio, c’è una sorpresa ad attenderla: Domenico anche se continua a lavorare in clinica privata ha deciso di condurre un corso di educazione sessuale in una scuola media della Sanità. E chi meglio di Mina per accompagnarlo in questa nuova avventura? Peccato che quella proposta lasci Mina in un mare di dubbi: come spiegare l’emozione che ha provato nel rivedere Domenico?

In più, ecco arrivare un’altra novità: Rosa, la sorella di Olga, si presenta a casa sua per “qualche giorno”. Giorno che diventa presto settimana. Zia Rosa è il contrario esatto di Olga: affettuosa, premurosa, chiacchierona… pure troppo. Senza contare che la stravagante zia, che sostiene di avere delle specie di premonizioni, inizia a mettere una pulce nell’orecchio a Mina: e se Olga non fosse dove dice di essere?

Tra Domenico e la misteriosa partenza di Olga, Mina avrebbe proprio bisogno delle sue amiche… peccato che con Irene non parli più e che Titti, incinta, abbia altro per la testa. Così non le resta che rivolgersi a una psicoterapeuta.

Con la dottoressa Giulia Postiglione Mina va subito d’accordo. E di seduta in seduta, inizia a sentire sempre più chiaramente che Domenico è l’uomo giusto per lei. Ma quando decide di lasciare Claudio e cambiare direzione scopre che Domenico è già impegnato. Mina dovrà, quindi, scoprire il segreto di sua madre e intanto provare a riprendersi Domenico, impresa che sembra più complicata del previsto.

Vincenzo Malinconico, Avvocato di insuccesso
dal 21 luglio

Benvenuti nell’iperspazio

Simpatico e sbadato, saggio e al tempo stesso eterno fanciullo. Vincenzo Malinconico è avvocato, ma alle cause vinte a tutti i costi preferisce essere se stesso. La sua vita è caotica, le difficoltà non mancano in famiglia come sul lavoro e altrettanto disordinati sono i suoi pensieri. A salvarlo sono l’ironia e la capacità di leggere il mondo e la sua stessa vita con filosofia. Lo ha portato, con successo, sullo schermo uno degli attori più popolari e amati, Massimiliano Gallo: “Malinconico lo sento molto mio – afferma – ma è un antieroe che non si preoccupa di vincere. È un precario della vita, sul lavoro, nei sentimenti, come padre, ma molto amato anche dalla ex suocera. Ha sempre un pensiero fuori tema per la testa, non lo dice a nessuno, ma ha anche un amico immaginario. Questo la dice lunga sul suo animo puro e fanciullesco”. Gallo è protagonista assoluto della serie, un progetto che, come ha raccontato al Radiocorrieretv, ha voluto da subito, cucendolo addosso e vivendolo con entusiasmo. Nel cast della serie in quattro puntate, Denise Capezza, Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Lina Sastri. “Il mondo delle libere professioni (in questo caso, quella forense) è, da tempo, in difficoltà. Il perdurare della crisi economica, la penuria di lavoro e l’immissione di un numero spropositato di professionisti su un mercato al limite della saturazione hanno fatto dell’avvocato contemporaneo un nuovo precario, ben lontano dalla solidità e dalla reputazione sociale di un tempo… Vincenzo Malinconico, napoletano, quarantatré anni portati non benissimo, è uno di questi – dice Diego De Silva, autore dei romanzi pubblicati da Einaudi – il suo portafoglio clienti ha un profilo decisamente low: difende più che altro amici e parenti, che si rivolgono a lui per contenziosi non particolarmente impegnativi e non sempre porta a casa delle vittorie. Non è famoso, né fra i colleghi né fra i magistrati. Faremo la conoscenza del suo mondo professionale come della sua vita privata. Conosceremo l’umanità che afferisce al contenzioso ordinario, quello che non fa notizia e non va in tv e tuttavia rappresenta uno spaccato di società interessantissimo e vero”. Per Alessandro Angelini Vincenzo Malinconico non è solo un “avvocato d’insuccesso” ma soprattutto un acrobata dei sentimenti: “In quel carnevale sgangherato che è la sua vita, riesce a stare in piedi solo con l’autoironia e il giusto distacco di chi pensa che in fondo, in ogni situazione, poteva anche andare peggio”. Nel passaggio dalla pagina scritta alla realizzazione, “il cast ha arricchito e valorizzato quanto di prezioso esisteva – prosegue il regista – Massimiliano Gallo si è calato nei panni di Vincenzo Malinconico con grande cura, facendo suoi i vizi e le nevrosi del personaggio letterario per contagiarlo con la sua simpatia, la sua bravura, tutta la sua irresistibile umanità. Per il mondo di Malinconico, in cui il rovesciamento dalla commedia al drammatico avviene alla velocità della luce, Massimiliano è l’attore perfetto al posto giusto! Lina Sastri, straordinaria signora delle scene italiane, e Michele Placido, autentico mattatore sulla scena e fuori, non solo hanno reso indimenticabili i loro personaggi ma hanno capitanato con grazia ed esperienza un gruppo di formidabili attori che ha saputo mettersi in gioco fino in fondo”.

NERO A META 3
dal 18 agosto

Fermi tutti, c’è Guerrieri!

Con la sua umana risolutezza Carlo Guerrieri (Claudio Amendola) ha appena arrestato l’ennesimo colpevole della sua carriera quando vede avvicinarsi Clara (Margherita Laterza) all’ingresso del commissariato; proprio lei, l’ex moglie da tempo latitante, la madre che Alba (Rosa Diletta Rossi) non ha mai avuto accanto. E non si tratta di un incubo in pieno giorno ma di un evento imprevisto che riapre una ferita mai del tutto guarita. Nella terza stagione di “Nero a metà” la grande novità è stata osservare il protagonista anche nelle vesti di regista dei primi sei episodi, un lavoro che, considerando gli ascolti, è stato molto apprezzato dal pubblico. In questo capitolo della serie, si riparte dalla ricomparsa di Clara che offre a sua figlia Alba l’opportunità di conoscere la madre grazie ai colloqui in carcere e, successivamente, ospitandola a casa sua per scontare i domiciliari. Ma uscendo da Rebibbia, Clara fa perdere le sue tracce. Carlo, che sin da subito non ha creduto al pentimento dell’ex moglie, è certo che sia scappata, Alba che sia stata rapita. L’opposizione tra padre e figlia caratterizza la trama investigativa e la ricerca della verità sulla donna scomparsa. In un susseguirsi di colpi di scena e scoperte, Carlo e Alba, aiutati in particolare da Malik (Miguel Gobbo Diaz), ma anche dalla squadra dell’investigativa del commissariato Monti, dall’informatrice Ottavia (Daphne Scoccia) e dalla Narcotici, diretta da una disinibita Giulia Trevi (Giorgia Salari), arrivano al traffico internazionale della cocaina rosa e allo sfruttamento di minori per lo spaccio. Cosa c’entra Clara con tutto questo? Difficile anche solo immaginarlo in un’indagine che coinvolge così fortemente gli affetti e i legami familiari. “Avere il doppio ruolo di regista e attore in questa terza stagione è stata una bella sfida – afferma Claudio Amendola – La terza stagione tira le fila di tutto quello che è accaduto nelle precedenti, sia nella sua linea orizzontale che in quelle sentimentali. Io conosco bene Carlo e gli altri personaggi, con gli interpreti c’è stato un rapporto di familiarità e di fiducia che credo si sia visto molto bene anche sullo schermo. Negli anni li ho visti crescere, con questa esperienza da regista ho voluto valorizzarli il più possibile, facendoli anche uscire dai loro soliti ruoli: Miguel, che abbiamo messo alla prova oltre che nel suo ruolo da poliziotto, in quello di padre, e Rosa Diletta, che ha dato ad Alba delle sfumature nuove di forza ed emotività. Ma soprattutto Alessandro Sperduti, che qui ha un inedito ruolo di azione e che penso sia un giovane attore destinato a grandi cose”. I crimini su cui la squadra indaga col supporto di Medicina legale ovvero di Giovanna Di Castro (Angela Finocchiaro) e di Alba, l’anatomopatologa figlia di Guerrieri, toccano i tanti e diversi territori della Roma di oggi, i quartieri del centro come la periferia, le mille derive sociali e ambientali della città. Un racconto realistico dal punto di vista dell’indagine poliziesca, ma mai austero, che procede anche attraverso una punteggiatura fatta di commedia, di umanità, di solidarietà. In modo particolare in questa stagione, dove i nuovi personaggi entrati nella quotidianità della “famiglia” allargata del commissariato Monti portano leggerezza e un pizzico di comicità. A dirigere la serie, insieme a Claudio Amendola, è Enrico Rosati.

 

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Cantanti Vs Politici, ma io tifo per i bambini

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Il RadiocorriereTv incontra la conduttrice de “La partita del cuore”: «Sto studiando le regole del calcio, voglio essere preparata – racconta – anche se il nostro obiettivo è quello di aiutare chi è meno fortunato». ll ricavato andrà a sostegno del reparto di Pediatria dell’Ospedale San Salvatore de l’Aquila e dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Mercoledì 17 luglio in prima serata su Rai 1

 

Mercoledì 17 luglio presenterai la tua prima “Partita del Cuore” a L’Aquila, come ti prepari a vivere questo debutto?

Sto studiando le regole del calcio, il significato dei termini più utilizzati. Voglio essere preparata (sorride), anche se il mio ruolo sarà principalmente quello di raccontare le storie del Bambino Gesù, di seguire la parte musicale e di intrattenimento della serata.

 

Il tuo nome è sempre più sinonimo di attenzione nei confronti di chi ha bisogno. Vivi questo come una necessità?

Una necessità lo è sempre stata, sin da bambina ho avuto attenzione nei confronti degli altri, delle loro necessità. Sono nata e cresciuta in un piccolo paese dove le persone si aiutavano le une con le altre e dove insieme, anche attraverso gruppi parrocchiali, facevamo beneficenza, aiutavamo i disabili, andavamo a visitare i malati negli ospedali, gli anziani. Sono esperienze che hanno regalato alla mia generazione anche la possibilità di compensare vuoti adolescenziali attraverso il confronto con gli altri, che fossero coetanei o adulti. È un modello di vita e valoriale che ho portato con me. Rispetto ai giovani di oggi abbiamo avuto la fortuna di vivere i rapporti senza la mediazione di Internet, dei social, avevamo una chitarra e cantavamo la sera davanti a un fuoco.

 

Raccontare storie è il tuo mestiere, cosa cambia quando questi racconti hanno per protagonisti i bambini?

Raccontare queste storie di bambini che sul loro cammino incontrano l’Ospedale Bambino Gesù ha per me un valore doppio, anche a livello emotivo. Ogni volta che parlo di un bimbo che soffre il pensiero va un po’ alla bambina che ero. Anche nella storia della mia famiglia ci sono stati momenti di difficoltà, nella sofferenza abbiamo incontrato realtà brutte e altre molto belle. Perché nella sofferenza si può trovare la speranza, ed è proprio quello che vogliamo testimoniare con la “Partita del cuore”. E poi mi immergo in questi racconti anche come madre di una bambina di quattro anni, mi immedesimo pensando alle difficoltà che possono attraversare i loro genitori.

 

Come te la cavi con il gioco del pallone?

Sono una pallavolista quindi la palla l’ho sempre fatta volare (sorride). Sono comunque molto contenta dei risultati importanti che le donne hanno finalmente ottenuto nel calcio, uno dei mondi dai quali erano state tenute lontane. Rita Pavone cantava “Perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone”… bene, mercoledì 17 sarà proprio Rita a dare il calcio darà il calcio d’inizio, per testimoniare come le cose, anche a livello simbolico, siano cambiate.

 

Nazionale Cantanti e Nazionale Politica, riuscirai a essere super partes?

Tengo per la squadra dei bambini…

 

Eleonora ha una squadra del cuore?

Nessuna squadra del cuore, mi divido tra la fede calcistica di mio marito Giulio, che tifa Lazio e quella della mia piccola Carlotta, che a scuola ha imparato che è meglio tifare per la Roma. Io sono nel mezzo.

 

La televisione in Italia compie 70 anni, come sta la nostra Rai?

Penso che la televisione generalista abbia ancora un ruolo importante. Qualche anno fa si diceva che sarebbe stata soppiantata dalle piattaforme, invece ha mantenuto identità e numeri di rilievo. Il Servizio pubblico, la televisione generalista, sono ancora un punto di riferimento, nel segno della tradizione e della modernità.

 

L’ultima stagione Tv ha confermato ancora una volta il successo dei tuoi programmi, dal 9 settembre di nuovo in video…

Pronta a raccontare tante nuove storie italiane, di mattina e di sera (sorride).

 

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“Come una vera coppia”

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Il racconto della prima vacanza di coppia di alcuni giovani adulti affetti dalla sindrome di Down. In onda domenica 7 luglio alle 23 circa su Rai 3

Per superare una paura a volte è necessario mettersi alla prova. Perché sfidare i propri limiti e darsi una possibilità può riservare grandi sorprese. Questa è la storia di alcuni giovani adulti con la sindrome di Down che si ritrovano a vivere la loro prima vacanza di coppia. Il viaggio per loro è un’esperienza tutta nuova, in cui mettono alla prova la possibilità di una convivenza, tra intimità e incomprensioni, entusiasmi per un possibile futuro, disillusioni, leggerezza e senso di responsabilità. Sullo sfondo c’è un cordone ombelicale da recidere, quello con la famiglia, che li supporta, ma che deve esser pronta a fare un passo indietro per lasciare spazio alla loro autonomia. Allentare questa presa risulta difficile ai ragazzi, così come ai genitori, ma è un distacco necessario che prima o poi sarà inevitabile, e che regalerà delle sorprese. “Come una vera coppia”, una produzione Jumping Flea con AIPD Associazione Italiana Persone Down a cura di Rai Documentari, in onda domenica 7 luglio alle 23 circa su Rai Tre, è un ritratto intimo, profondo ma a tratti anche leggero e spensierato, di ragazzi che toccano con mano la possibilità di acquisire la propria indipendenza. Il docufilm è stato premiato come “Miglior documentario” al Festival Internazionale Tulipani di Seta Nera.  Conosceremo le storie di Arianna e Lorenzo, Letizia e Giulio, Emanuele e Moira, Maria Teresa e Carlo, Chiara e Vittorio, e Stefania e Pierpaolo, sei coppie provenienti dalle sedi AIPD di tutta Italia che hanno accettato di vivere questa esperienza all’insegna dell’autonomia, sperimentandosi nella dimensione affettiva, scoprendo l’intimità ed imparando a gestirla insieme, trovando occasioni di confronto, conforto alle proprie paure e risposte ai propri dubbi.

 

Il documentario ci porta in un viaggio che rappresenta un inno alla vita e all’amore per se stessi e per gli altri, oltre ogni pregiudizio e difficoltà dettate dalla malattia, che ci ricorda quanto sia bella e speciale la “normalità” di vivere ogni giorno accanto alla persona amata.

 

 

Tim Summer Hits

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CARLO CONTI

Un’estate da Hit!

Musica, leggerezza e divertimento, questi gli ingredienti che animano il TIM Summer Hits: «E che dire della compagna di viaggio, una perfetta padrona di casa» racconta il conduttore dell’evento che con Andrea Delogu accompagna il pubblico di Rai 1 nel ritmo dell’estate italiana

Con Andrea Delogu, una veterana dell’evento, siete la coppia televisiva dell’estate. Com’è andata sul palco del TIM Summer Hits?

Benissimo! Quattro serate di musica, leggerezza e divertimento animato da un pubblico scatenatissimo e in una location, quella di Piazza del Popolo, davvero suggestiva. E che dire della compagna di viaggio, una perfetta padrona di casa!

Cosa l’ha spinta ad accettare?

La verità? Ferdinando Salzano (fondatore di Friends & Partners) mi ha contattato mentre stavano per iniziare i quarti di finale della Conference League 2023/24: Fiorentina contro Viktoria Plzeň. L’esito della partita, con la vittoria della Fiorentina ovvio, è stato determinante nella risposta. Preso dall’entusiasmo ho risposto di sì. Scherzi a parte, da anni faccio i TIM Music Awards all’Arena di Verona, i TIM Summer Hits possono essere considerati il prologo. E poi, probabilmente, con il passaggio di rete, serviva un volto di Rai 1 un pochino più… “anziano”.

Gli artisti, le hit… che ritmo ha questa estate italiana?

Dal pop al rap, passando per frequenze indie e dance, le canzoni dell’estate italiana spalancano un universo di sonorità variopinte.

La musica sempre più al centro dell’offerta televisiva del servizio pubblico…

La musica è crossmediale, abbraccia tutti i mezzi di comunicazione, tv, radio, digital, cinema e social, ma anche il territorio. Il grande pubblico come quello dei Tim Summer Hits ha un’occasione unica di socialità e aggregazione, come accade in occasione dei grandi live.

La musica scandisce gli istanti più belli della nostra vita. Se potesse fissarne uno con una canzone, quale sarebbe?

Quella del mio primo bacio: “Ti amo” di Umberto Tozzi. Anche perché riuscii a imparare a memoria le parole della canzone e le dedicai a quella ragazza. “Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”: le ho imparate subito! Anche se non servì a niente (sorride).

TIM Summer Hits una buona palestra per “scaldare” l’orecchio in vista del tuo prossimo Sanremo?

Ora sto lavorando al regolamento, poi passerò all’ascolto dei brani delle Nuove Proposte, e così a seguire: le canzoni sono la cosa fondamentale, senza preclusioni di nomi.

 

ANDREA DELOGU

Ragazzi, divertiamoci!

«Il programma ti fa incontrare la piazza e ti fa vivere da vicino le emozioni della gente» dice la conduttrice alla sua terza esperienza con la kermesse estiva

Ancora al timone dei “Tim Summer Hits”, questa volta su Rai 1, come sta andando?

Benissimo. Con Carlo Conti è stupendo, c’è un’alchimia divertente, è un grande gioco. Sin dalla prima serata, quando stavamo per salire sul palco, Carlo mi ha detto: “Adesso divertiamoci!”.

La sua cifra nella conduzione è anche quella dell’“empatia”, come è cambiato, nel tempo, il rapporto con il pubblico?

Il rapporto è cresciuto, non è cambiato, ed è una differenza sottile. Ascoltare le sensazioni, le emozioni delle persone è la prima cosa che mi fa sentire viva. Anche quando mi trovo di fronte una piazza gremita è bello entrare in contatto con la gente, con persone che hanno fatto ore di fila per vedere il loro artista preferito. È bello sentire quello che prova il pubblico, le sue sensazioni.

Quanto le è stata d’aiuto, nel tempo, la scuola della radio?

Tantissimo, è la scuola più grande, perché la radio ti fa capire che devi lavorare sul contenuto, che fa sempre da collante, ti fa capire anche quale sia il valore delle parole.

Che cosa pensa un istante prima di salire sul palco?

Dico semplicemente… che figata! Riuscire a fare il mio lavoro è una fortuna. Ci sono responsabilità, regole, ma è meraviglioso.

Ha un gesto scaramantico?

Nessuno, perché sarebbe una catena che non sopporterei. Se qualcosa non va bene è colpa mia (sorride).

Cosa le ha insegnato questo lavoro?

La pazienza, a sapere aspettare, a non volere tutto e subito.

Come sta cambiando la musica?

La musica sta cambiando tanto, ci sono molti generi che si stanno facendo spazio, ma oggi l’ascolto è più omogeneo. Mi fa molto sorridere sentir dire, ad esempio, che il rap è la musica dei giovani. Non è così, perché mia madre è una fan sfegatata di Marracash, mia sorella, che ha cinquant’anni, va a vedere i concerti di Emis Killa. Non c’è più una divisione netta, c’è grande possibilità di scelta. Non è giusto parlare della musica dei giovani, ma di musica fatta dai giovani.  Da qualche anno a questa parte c’è ancora più varietà.

Cosa c’è nella sua playlist in questi giorni?        

Tormentoni a parte, che adoro, penso ad esempio a “Sesso e samba”, in questi giorni c’è ancora tanta Gianna Nannini (Andrea ha preso parte al film sulla cantante toscana).

Cosa le lascia Gianna?

La potenza di un artista che vuole essere riconosciuta in quanto persona. Questo è straordinario.

Dove trascorrerà le vacanze?

Sicuramente a Rimini e in Puglia, perché andrò dalle mie famiglie.

E quando torna nella sua Rimini cosa non può mancare…

La piadina, da nessuna parte è buona come a casa.

Cosa si aspetti dal suo domani professionale?

Cerco sempre qualcosa che mi incuriosisca, è tutto in divenire.

 

 

Musica, parole e ironia. L’estate in diretta di Rai Radio 2

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Dal mattino a notte fonda per accompagnare gli ascoltatori nei mesi più caldi dell’anno. La direttrice della storica emittente al RadiocorriereTv: «Sempre complici dei nostri ascoltatori»

 

Da lunedì 1° luglio Rai Radio 2 vivrà l’estate con un palinsesto rigorosamente in diretta. Siete pronti?

Certo, anche quest’anno Radio 2 non va in vacanza. Abbiamo lavorato a un palinsesto con conferme, tante novità e voglia di sperimentare. Vogliamo assicurare ai nostri ascoltatori un’estate che sia divertente, informata, come sempre con tanta comicità, la cifra che contraddistingue Radio 2, e tanta musica. In questo caso non mancheranno i tormentoni estivi, ma avremo anche delle playlist originali, raffinate, divertenti, che ci permetteranno di riscoprire brani che sono dei nostri cuori e qualcosa di nuovo.

 

Partiamo dal mattino…

… e dai morning-show, che sono sempre un bel mix tra l’attualità vista con gli occhi dell’ironia e la musica, con voci già’ apprezzate dai nostri ascoltatori, come Sara Zambotti e Paolo Maggioni, Natasha Lusenti e Matteo Osso e il trio di Cater XL Luca Restivo, Davide Daddato e Federico Vozzi. A luglio è tornato  “Happy Family” con i Gemelli di Guidonia ed Ema Stokholma, che ad agosto continua da sola con “Happy Ema”. Abbiamo i nostri “Soggetti smarriti”, con Marco Marzocca e Francesco Vercillo, e continua per quasi tutta l’estate “Non è un Paese per Giovani”, l’appuntamento con Massimo Cervelli e Tommaso Labate. Nel pomeriggio sperimentiamo due format completamente nuovi. Il primo è “Lochness”, con il quale vogliamo alternare notizie e curiosità un po’ in controtendenza, che possono venire dall’attualità o dalla storia, e con cui contribuiamo a svelare le fake news. Ai microfoni Flavia Cercato e Gianluca Daluiso. Subito dopo l’altra novità di stagione “Afa azzurra, afa chiara”, con una coppia inedita, Carlo Amleto e Giulia Vecchio, anche detta ‘Vecchio Amleto’. Due giovani pieni di talento che cantano, suonano, giocano con i dialetti, creano tormentoni su qualsiasi tema. Sono già affermati nel mondo della comicità e sono felice di farli debuttare nella conduzione radiofonica. Ci faranno divertire. Poi Il nostro “Caterpillar”, che diventa “CaterEstate” con Saverio Raimondo e Diletta Parlangeli. Filo rosso di tutta la giornata in diretta, i microfoni aperti agli ascoltatori. E poi torna la trasmissione di curiosità musicali “Club Tropicana” con Giorgio Verdelli e Gianfranco Valenti…

 

… con vere e proprie chicche…

Da non perdere. Ci raccontano, ad esempio, che la prima volta che ascoltammo la voce di Rino Gaetano che eseguì “Gianna”, non fu al Festival di Sanremo, ma, alla fine del 1977, in un programma radiofonico che si chiamava “Primo Nip”, condotto da Sandra Milo. Giorgio è un archivio vivente di straordinari racconti musicali, con Gianfranco prendono spunto da episodi del passato e si aprono ai ricordi di chi ascolta. A proposito di musica, non dimentichiamo le serate di “Tim Summer Hits” con i protagonisti della musica contemporanea, da Angelina Mango a Mahammod, Elodie ed Emma, Annalisa e Tananai con quel duetto che ricorda Mina e Celentano.

 

Affollato di programmi e in diretta anche il vostro week-end…

Ci siamo divertirti con titoli nuovi ed una un’idea di fondo: siamo al tuo fianco, pronti a tenerti compagnia, farti distrarre, pensare, sorridere, che tu vada in vacanza o meno. Nascono così “Radio 2 protezione 50”, presentato da Katamashi e Santonastaso come “rimedio infallibile contro scottature e malinconie estive”. Quindi “Tuttinudi” con Pippo Lorusso e “Lido Asiago 10” con Jodi Alivergnini e Beppe Convertini che parleranno anche di territorio e di eventi. In chiusura di giornata, non mancherà il “Doposole” di Radio 2 con Federica Elmi.

 

Da ascoltatrice cosa ti diverte della radio?

In assoluto il rapporto immediato con gli ascoltatori, che in Tv manca. In tanti partecipano ai nostri programmi e si raccontano, con mood diversi, da uno spazio all’altro. Sono presenti dove c’è leggerezza e dove c’è impegno. La nostra Radio vuole essere complice degli ascoltatori e loro apprezzano.

 

Nella tua playlist che cosa c’è?

Sono onnivora: adoro Lazza, David Bowie, Amy Winehouse. Ghali, Fabri Fibra, Diodato e Fiorella Mannoia. Il rock della mia giovinezza, i cantautori, il pop ricco di sfumature di oggi. Parafrasando Louis Armstrong, non un genere, ma tutta la buona musica.

 

Un brano che non può mancare?

Direi Vasco e la sua “Vivere”.

 

Stiamo festeggiando i 100 anni della Radio, Rai Radio 2 è stata protagonista di una gran parte di questa storia…

Radio 2 rappresenta tanto, se pensi che sulle nostre frequenze è nato “Chiamate Roma 3131”. Un programma storico e al tempo stesso un numero telefonico che portiamo ancora con noi, al quale chiamano ancora i nostri ascoltatori. Radio 2 custodisce l’eredità dei programmi di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni – una bella responsabilità – e dello storico “Viva Radio 2” con Fiorello, che in autunno metteremo a disposizione attraverso RaiPlay Sound. Lavoriamo per continuare a essere protagonisti, con programmi molto amati dagli ascoltatori come “Il ruggito del coniglio”, “Radio 2 Social Club” e “Caterpillar”. E non mancheranno sorprese.

 

 

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Il nuovo corso dell’approfondimento

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Un progetto innovativo, che unisce reportage e tecniche della serialità digitale: racconti e inchieste sulle grandi questioni globali e di attualità. I primi quattro episodi della docuserie “Compra, indossa, butta” sono già disponibili su RaiPlay. Dal 17 luglio il programma debutterà anche su Rai 3

Si chiama “Newsroom” ed è il nuovo approfondimento targato Rai. Ideato e condotto da Monica Maggioni, in onda da mercoledì scorso su RaiPlay in formato docuseries (4 episodi da mezz’ora per ogni tema) arriverà il 17 luglio in prima serata su Rai 3. Un percorso di approfondimento che nasce, per l’appunto, nella Newsroom, la redazione, in cui un gruppo di giornalisti si pone domande, intraprende percorsi di inchiesta e analisi di current affairs, per rispondere ai quesiti di una realtà multiforme e troppe volte raccontata in modo superficiale. “La Newsroom è un posto dove le persone lavorano insieme, fanno i giornalisti, decidono di andare a raccontare delle grandi questioni – dice Monica Maggioni – e un prodotto di questo tipo non nasce da una persona sola mai, nasce da una squadra molto significativa di persone, da chi esce, da chi va, da chi fa l’inviato, da chi torna, racconta la sua storia, e da chi fa la ricerca che stimola la partenza, da chi poi trova i dati, l’esperto, da chi sta in montaggio e poi lo rende un racconto visivo”. “Newsroom” dà spazio ai reportage, ai dati, alle parole dei protagonisti delle vicende e degli esperti. Le grandi interviste si intrecceranno con i racconti degli inviati in numerosi paesi del mondo. “Un prodotto di questo tipo non può nascere in un altro posto se non in Rai – prosegue Maggioni – per una ragione molto semplice: il tema ‘fast fashion’ attraversa il Ghana, il Cile, il Bangladesh, ha ore di lavoro preparatorio, di documentazione, di montaggio, di racconto grafico. Avere un prodotto di ‘current affairs’, di questioni contemporanee, che superano la dimensione italiana, e averlo pensato per la piattaforma, è la direzione, la strada, in cui la Rai deve andare e vuole andare”. Un percorso che mira ad allargare ulteriormente la platea dei programmi di approfondimento. “Siamo molto orgogliosi di affermare che la Rai può tornare a sperimentare con coraggio e convinzione”, afferma Paolo Corsini, il direttore dell’Approfondimento Rai, “Oggi non presentiamo solo un nuovo programma, ma facciamo un piccolo salto nel futuro dell’azienda, il futuro del servizio pubblico e del genere approfondimento. La grande portata innovativa sta nell’intero progetto: il linguaggio, il format, il modello produttivo, il modello multipiattaforma e la creazione di valore pubblico”. Un progetto sposato con entusiasmo da RaiPlay: “Il modello distributivo risponde ai contenuti, perché ilprodotto è stato totalmente pensato per la piattaforma”, sottolinea la direttrice della piattaforma Elena Capparelli. Per Maurizio Imbriale, direttore Contenuti digitali e transmediali, “l’obiettivo non è solo quello di ringiovanire il target del pubblico, ma anche di sperimentare nuovi formati e nuovi linguaggi. Stiamo cercando di trasformare questa azienda, nel nostro piccolo, in una digital media company”.

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Il carburante della mia vita

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Trent’anni di “Linea Blu” e un amore incondizionato per il mare, perché, come scrisse Jacques-Yves Cousteau, “dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”. Il RadiocorriereTv incontra la conduttrice dello storico programma di Rai 1                                                                                                                     

Trent’anni di “Linea Blu” c’è una frase con la quale potrebbe sintetizzare le emozioni di questa lunga avventura?

La più significativa per me è quella “rubata” a Jacques-Yves Cousteau: “Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”. Quando ti innamori del mare, quando lo scopri, quando cominci a frequentarlo, non puoi più farne a meno. Per noi italiani è anche una questione genetica, siamo mediterranei, anche senza saperlo, abbiamo una relazione strettissima con il nostro mare. Questa è una frase nella quale mi sono sempre riconosciuta, ancor prima di andare sott’acqua, perché quella del mare è una dimensione che non ha confini, è fatta di solidarietà, di viaggi, di porti dove fare ritorno. È diventato il mio mondo, un viaggio che mi ha avvolto e mi ha preso completamente, una lunghissima avventura.

Cosa pensa di aver dato lei al racconto di “Linea Blu”?

Contenuto. In questo programma niente è stato mai costruito ai fini televisivi, tutto è stato raccontato per fare divulgazione. Non c’è mai stata una sceneggiatura, un artifizio o una costruzione ai fini dell’ascolto o dello scoop, al contrario c’è sempre stata una narrazione molto fedele, rigorosa, un gran lavoro di preparazione. Per me è sempre stato un modo per fare qualcosa per il mare, per sensibilizzare la società civile, cercando da una parte di informare e di divulgare, dall’altra di stimolare azioni concrete per la sua tutela.

Tra i tanti momenti che ha vissuto ce n’è uno che più di altri le è rimasto dentro?

Ho avuto la fortuna di vivere tantissime emozioni in questi anni, di volare sulle coste più belle a bordo di elicotteri, rigorosamente col portellone aperto (ride), di respirare l’aria delle nostre coste volando, ho navigato sulle grandi navi da crociera, come sulle grandi navi grigie della nostra Marina Militare e sul mitico Amerigo Vespucci, facendo esperienze anche sui sommergibili sottomarini. Ho volato con il deltaplano a motore con Angelo D’Arrigo, mi sono lanciata dalla rupe di Scilla col parapendio e “volare” con il gommone volante. Credo d’aver provato tutto quello che si potesse provare andando per mare, tutti i mezzi possibili, dagli yacht meravigliosi come il Falcone maltese, alle barche più piccole come la Passera con cui ha fatto la 50esima edizione della Barcolana, una barca storica piccolissima con la quale abbiamo navigato come negli anni ’50, scalzi, con le divise di cotone e con il pantalone risvoltato perché imbarcava acqua. Quando parlo di una grande emozione è esattamente questo, aver vissuto tante vite sul mare, sempre stata accolta da tutti, tanto da sentirmi una di loro sempre, su un peschereccio come su una nave da guerra, su una nave commerciale come su una da crociera. Io ero sempre parte dell’equipaggio.

Ha conosciuto il mare anche nelle sue profondità, da subacquea esperta cosa si capisce da laggiù di quello che siamo noi esseri umani?

È, purtroppo, chiara la nostra indifferenza o superficialità rispetto a quella che è una pressione insostenibile oggi sul mondo sottomarino. Gli abitanti del mare comunicano tra loro, il rumore emesso con tutte le nostre attività a mare, l’intenso traffico marittimo, li disorienta, li uccide. Se non impariamo a tenere tutto questo sotto controllo, a ridurre le emissioni acustiche, avremo altri problemi nei prossimi anni. Sott’acqua c’è una invasione di plastica, è ovunque e raggiunge anche le profondità più importanti, gli habitat marini hanno subito una forte semplificazione, gli ecosistemi sono sempre più sofferenti. Se una volta c’erano molte specie di pesce, una grande varietà di habitat coralligeni e di posidonia, oggi sono venuti meno alcuni anelli fondamentali della catena. La meraviglia, però, è che quando ci si immerge nelle aree marine protette, in particolare nelle zone dove la tutela è integrale, la vita ritorna nel giro di pochissimo tempo. Questo vuol dire che il nostro mare, pur essendo così piccolo, ha una capacità rigenerativa straordinaria, sta a noi considerarla un’opportunità per farlo tornare a essere meraviglioso come ai tempi di Ulisse.

Cosa vuol dire vivere sulle coste del Mediterraneo?

Il Mediterraneo è un mare tra le terre, ma ha caratteristiche molto comuni a un oceano, profondità importanti, continenti che si affacciano, ma soprattutto una cultura mediterranea fatta di connessioni, di scambi. Da questo punto di vista non ha confini, è sempre stato un crocevia di traffici, di contatti, di culture che si intrecciavano, basta guardare la Sicilia con le sue contaminazioni nell’architettura, nella gastronomia, anche nei caratteri somatici. A Pantelleria, per esempio, si trovano fioriture simili a quelle oceaniche, le correnti, o lo stretto di Messina con le sue condizioni particolari che favoriscono la presenza di laminaria e altre specie oceaniche. Tutto questo racconta che le popolazioni del Mediterraneo sono sempre state molto aperte, hanno accolto chi arrivava dall’altra parte del mare. Un mare semichiuso, che non ha niente da invidiare agli oceani, ma deve essere tutelato, aumentando la percentuale di protezione almeno al 30% entro il 2030.

“Linea Blu” ha fatto scuola, qual è la caratteristica che non può mancare a un conduttore di questo programma?

Un amore incondizionato per il mare e, per come interpreto il mio ruolo di conduttore, autore e anche un po’ di comandante di questa “Linea Blu”, la serietà. È sempre stata la cifra mia e di Puccio Corona fin dal primo anno, la voglia di mettersi a disposizione degli altri, delle persone anche semplici abbiamo incontrato lungo il viaggio, non essere mai protagonisti, ma far sì che lo fossero gli altri, e poi prepararsi al massimo per offrire al pubblico una lettura che vada oltre le apparenze, quelle che quando si va in vacanza si vedono immediatamente. Andare oltre è il nostro dovere di Servizio Pubblico.

Mare d’inverno o mare d’estate?

Nel Mediterraneo non c’è una stagione preferita, io l’estate lavoro sempre, me lo godo un po’ più d’inverno e quelle rare volte che mi è capitato di fare un bagno, magari per il mio compleanno a ottobre, era perché mi trovavo a Lampedusa e faceva ancora caldo. Bellissimo! In realtà non ho una stagione preferita, questo è un mare che ti avvolge sempre, non a caso tutte le persone che scelgono di stargli vicino lo fanno per migliorare la propria qualità di vita, per il proprio benessere.

Nel blu tutte le sfumature della vita del mare e in mare. Cosa suscita in lei questo colore?

Pace, tanta energia. È stato il carburante della mia vita, e spero lo sarà ancora a lungo.

 

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Afa Azzurra Afa Chiara

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In partenza su Rai Radio2 il nuovo programma estivo con Carlo Amleto e Giulia Vecchio in onda dal 1° al 26 luglio, dalle 16.00 alle 18.00

Dopo la tv, il teatro e un nuovo disco, Carlo Amleto sbarca su Radio 2 insieme all’attrice e comica Giulia Vecchio, con l’obiettivo di combattere il caldo sempre più torrido, divertendosi assieme al pubblico a casa: gli ascoltatori di Rai Radio 2 saranno infatti al centro del programma, tra i giochi più assurdi e con tantissima musica. Con Carlo Amleto e Giulia Vecchio, anche “Enza L’intelligenza”, per dimostrare che l’Intelligenza Artificiale fa anche cose buone, come riarrangiare hit estive attraversando tutti i generi musicali del mondo o scrivere intere canzoni sugli aneddoti – interessanti e non – che arriveranno ogni giorno suggeriti direttamente dal pubblico. Carlo Amleto è un comico, musicista ed attore che nel 2022 si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alle partecipazioni a Zelig e a Bar Stella con il suo format tormentone Tg0, diventando negli ultimi mesi uno dei fenomeni comici del momento, sia per le numerose partecipazioni ad altri programmi televisivi tra cui Lol Talent, Splendida Cornice, Comedy Match, Stasera tutto è possibile, sia per le milioni di views sui social. Giulia Vecchio è un’attrice pugliese conosciuta per le sue partecipazioni ad alcune serie tv come Tutto può succedere, Un passo dal cielo, Il metodo Fenoglio. Il suo debutto su un palcoscenico avviene nel 2011 al Piccolo Teatro di Milano mentre nel 2015 esordisce sul piccolo schermo recitando nella soap opera Il paradiso delle signore. Negli anni successivi partecipa ad alcune serie tv e ad alcuni programmi televisivi come Bar Stella e Da Natale a Santo Stefano, dove faceva da spalla al conduttore Stefano De Martino.

 

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