Filorosso Revolution

Posted on

Da martedì 23 luglio Federico Ruffo in prima serata su Rai 3 con i reportage d’informazione

Torna l’appuntamento estivo con l’approfondimento di Rai 3. Condotto da Federico Ruffo, “Filorosso Revolution” sarà in onda a partire da martedì 23 luglio, in prima serata. La realtà raccontata attraverso inchieste, lunghi reportage dall’Italia e dall’estero e interviste ai diretti protagonisti. Il racconto dell’attualità del paese, dal lavoro all’economia, dall’ambiente ai diritti, dalla salute alla cultura, con particolare attenzione agli avvenimenti nazionali ed internazionali e con storie inedite che accompagnano il telespettatore dentro la notizia, con gli occhi sempre aperti sulla realtà.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.30

Azzurro Storie di Mare

Posted on

Un viaggio affascinante lungo le coste italiane. La quarta edizione del programma condotto da Beppe Convertini torna su Rai 1 dal 27 luglio alle 12

 “Azzurro Storie di Mare” celebra la bellezza e la cultura italiane. In sette puntate il programma racconta le comunità costiere e le loro tradizioni, dalle feste religiose a quelle popolari. Ogni appuntamento si trasforma in un’avventura indimenticabile, attraverso le spiagge più belle e i borghi costieri più antichi d’Italia. Beppe Convertini, con la sua straordinaria capacità di narrare, accompagna gli spettatori alla scoperta di storie uniche. Il programma riscopre gli antichi mestieri legati al mare, da quello del marinaio al maestro d’ascia. Protagonista della trasmissione è anche la cucina di mare: ogni piatto racconta una storia legata alla pesca locale e alla freschezza dei prodotti. Amare il mare significa soprattutto averne cura. Il programma ospita testimonianze di coloro che si dedicano alla sua tutela: associazioni e cittadini che si impegnano nella sensibilizzazione e nella pulizia delle spiagge condivideranno le proprie esperienze, mettendo in luce l’importanza della sostenibilità e della salvaguardia degli ecosistemi marini.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.30

La radio anti-afa di Giulia e Carlo

Posted on

Dal lunedì al venerdì alle 16 su Rai Radio 2 lo show estivo “Afa Azzurra Afa Chiara”. Dove le parole, la musica, l’ironia e la leggerezza sono la miglior risposta alla calura estiva

Per chi ancora non vi conosce, che ne dite di presentarvi a vicenda?

CARLO: Giulia è un’attrice, ha studiato al Piccolo Teatro di Milano, ha un talento comico e drammatico immensi. Lavora per il teatro e per la televisione e fa parte, come me, della compagnia di comici Contenuti Zero, che ci ha consentito di conoscerci. Oggi conduce “Afa Azzurra Afa Chiara” su Rai Radio 2.

GIULIA: Giuro che non l’ho pagato (sorride). Venendo a Carlo, quando a 13 anni vede il film “Ray” sulla vita di Ray Charles, dice al papà di voler suonare il pianoforte, che diventa in breve tempo un prolungamento delle sue mani. A questo talento unisce quello per la comicità. Studia all’Accademia d’Arte Drammatica, poi lavora a Contenuti Zero, dove ci incontriamo.

Una coppia nella vita, e oggi anche professionale ai microfoni di Rai Radio 2, come sta andando?

GIULIA: Sono state due settimane bellissime. Se nei primi giorni di trasmissione abbiamo messo sul tavolo forse un po’ troppe idee, ora ci sembra di avere trovato il giusto equilibrio, anche grazie a un gruppo di lavoro stupendo, a partire dalla direttrice Simona Sala, una squadra di persone speciali che ci supporta. Adesso è tutto più “scialla” (sorride).

CARLO: Abbiamo ancora molto da imparare, anche perché la grammatica radiofonica, i tempi della radio, sono molto diversi da quelli teatrali e televisivi. Ce la stiamo mettendo tutta.

Citando la vostra sigla, “Mi sudano le mani, mi sudano i piedi, fino a li capelli…”  quali sono i rimedi per affrontare un’estate a ogni giorno più calda?

GIULIA: Uno su tutti, rimanere zen, senza ansia, trovare il giusto equilibrio per fare cadere le goccioline di sudore piano piano. Carlo usa in modo spropositato il ventilatore, di giorno come di notte, non curandosi che al suo fianco sta dormendo qualcun altro (sorride).

CARLO: Il rimedio è l’estate stessa. Il sole, il mare, il caldo mi fanno impazzire. I rimedi bisogna trovarli d’inverno.

A proposito di serate d’estate, siete più tipi da falò sulla spiaggia o da discoteca?

GIULIA E CARLO IN CORO: Falò sulla spiaggia!!! Tutta la vita, sempre.

GIULIA: Dalle mie parti, a Santa Maria di Leuca, lo facevamo la notte di San Lorenzo. Era l’occasione per guardare le stelle e anche per parlare con chi ti piaceva.

CARLO: Ne ricordo uno in particolare, erano gli anni del liceo, in una caletta a Cefalù. Sul falò facemmo una grigliata di salsiccia, con panini arrostiti e birre. Naturalmente c’era anche la chitarra…

Cosa si canta attorno al falò?

CARLO: “La canzone del sole”, è bellissima.

GIULIA: Ci sono brani che tendono un po’ a scaldare, quelli di Lucio Battisti, di Rino Gaetano, di Alex Britti, di Jovanotti.

CARLO: Quando cantiamo con gli amici cerchiamo di legare le canzoni tra loro, dando vita a un brano infinito, un mix di musica siciliana, di tarantella, di pizzica.

GIULIA: Il nostro must è “Larilù larilù lallero” che diventa “Sciuri Sciuri” (sorride).

La musica di questa estate 2024… cosa vi piace (e cosa vi piace meno)?

CARLO: Io sono per i cantautori di qualche decennio fa, ascolto Lucio Dalla come Pino Daniele. Tra gli artisti di oggi mi piacciono Fulminacci e Marco Castello.

GIULIA: Mi incuriosiscono le donne. Penso ad Angelina Mango, grande artista e performer. E anche a Elodie, alla sua “Black Nirvana”.

L’ascoltatore ideale di “Afa azzurra afa chiara” …

CARLO: Le persone che cercano la frequenza dell’ironia, che ridono con noi. I nostri ascoltatori sono pazzeschi!

Quanto vale l’ironia per un attore?

GIULIA: L’ironia è salvifica. In un attore come in una coppia. L’autoironia salva sempre.

Un consiglio di viaggio, tra Sicilia e Puglia, per i vostri ascoltatori…

CARLO: La Riserva dello Zingaro, nel trapanese. Un luogo magico, un percorso di alcuni chilometri che collega tra loro diverse spiagge.

GIULIA: Li porto nella mia Santa Maria di Leuca, a Punta Meliso, punto in cui si congiungono l’Adriatico, scuro e profondo, e lo Ionio, più azzurro. Luogo spettacolare per chi si immerge e anche per coloro che vogliono visitare le grotte.

Carlo con le mani sulla tastiera, Giulia alla voce, che brano dedicate ai nostri lettori?

GIULIA: La nostra canzone del cuore, “Amarsi un po’” di Battisti.

CARLO: Parla dell’importanza dell’amore, una dichiarazione d’amore all’amore.

A Parigi con la Rai

Posted on

Il Servizio Pubblico in campo per raccontare lo spettacolo e le emozioni dei Giochi. Il vicedirettore di Rai Sport Massimiliano Mascolo al Radiocorrieretv: «La Rai seguirà gli Azzurri in tutte le loro sfide con la speranza di raccontare tanti successi italiani». La cerimonia d’apertura della XXXIII Olimpiade si terrà il 26 luglio alle 19.30. Dal 28 agosto all’8 settembre la capitale francese ospiterà invece i XVII Giochi Paralimpici Estivi, trasmessi in diretta dalla Rai

 

Pronti a partire per la XXXIII Olimpiade?

Non possiamo partire che da un numero altissimo e fresco fresco, 403, quello degli italiani qualificati. La nostra ambizione è di seguirli a lungo, sperando che arrivino sul podio. La programmazione, su Rai 2 e su Rai Sport, le due reti olimpiche, sarà legata ai risultati dei nostri atleti e, soprattutto nella prima settimana, farà diversi slalom tra le tante discipline che vedranno impegnati gli Azzurri: siano squadre o singoli, campioni o persone che si sono sudate la qualificazione, cosa non scontata in nessuno sport.

Si parte di prima mattina…

Alle 7 in punto con “Qui Parigi”, che sarà un po’ l’antipasto della giornata. Presenteremo gli appuntamenti e analizzeremo gli impegni degli Azzurri, lo faremo insieme ai nostri talent, un vero e proprio valore aggiunto alla nostra spedizione. Intorno alle 8.50 partiremo con le dirette che ci accompagneranno anche fino a notte fonda. Andranno su Rai 2 per circa tredici ore al giorno, con uno stop solo per i telegiornali, e su Rai Sport, per circa dieci ore, senza contare le repliche

A tarda sera avremo l’occasione per rivivere la giornata di gare…

Intorno alle 22.45 inizierà “Notti Olimpiche”, la trasmissione che riepilogherà quanto accaduto nel corso della giornata, con le immagini delle gare più importanti, i commenti, le interviste agli atleti. Avremo anche i collegamenti da Casa Italia, dove saremo appostati per raccogliere le voci degli Azzurri, medagliati e non. A differenza di quanto avvenuto per i Giochi di Tokyo, dove a causa del fuso orario le gare si concludevano quando in Italia era pomeriggio, e al pubblico proponevamo un commento più da “talk”, quest’anno il taglio della trasmissione sarà più legato alla cronaca.

Tra i grandi protagonisti delle Olimpiadi 2024 c’è anche la città di Parigi…

Lo sarà innanzitutto per le località in cui si svolgeranno le gare. Al di là di alcuni impianti storici, come lo Stade de France, sede dell’Atletica, il Parc des Princes, che ospiterà le finali del calcio, il Roland-Garros per il tennis, il palasport di Bercy, per il resto sono stati scelti luoghi iconici come La Tour Eiffel per il beach volley, il Grand Palais, dove ci sarà la scherma, e molti altri ancora. I francesi si sono dati da fare, gli sfondi da sogno non mancano, e hanno cercato di fare vedere la Ville Lumière in modo diverso.

Una novità importante riguarda anche la cerimonia d’apertura…

Che è un po’ la croce e la delizia degli organizzatori. Croce per la necessità di garantire sicurezza, delizia perché sarà la prima volta che la cerimonia uscirà dallo stadio e si svolgerà con una grande sfilata di barche lungo la Senna sulle quali viaggeranno atleti e dirigenti. Ci sarà anche una parte protocollare e spettacolare che si svolgerà al Trocadero. Parigi, i parigini e il popolo olimpico saranno raccontati anche dai nostri inviati, nonostante molti parigini dal 26 luglio all’11 agosto preferiranno andare in vacanza (sorride). Cercheremo anche di raccontare il tentativo della capitale francese di fare un’Olimpiade a misura d’ambiente, puntando molto sul trasporto pubblico per gli spostamenti, sulle biciclette elettriche.

Qualche pronostico sugli Azzurri, di chi sentiremo parlare?

Abbiamo ancora negli occhi le immagini stupende di Tokyo, in particolare quelle delle medaglie dell’atletica, anche inattese. Parlo di Marcell Jacobs, di Gianmarco Tamberi, della staffetta, della marcia. Credo che oggi la possibilità di diventare protagonisti ce l’abbiano gli schermidori, la scherma italiana quest’anno è stata ai vertici in tutte le specialità, e qualche nuotatore, spero molto in Thomas Ceccon. Poi ci sono specialità ingiustamente definite minori che hanno sempre portato risultati all’Italia, penso al tiro a volo, agli sport di squadra, le due nazionali di pallavolo e le due di pallanuoto.

Veniamo invece alla grande squadra della Rai…

Avremo due studi e tre regie all’International Broadcast Center di Parigi. All’opera ci saranno 88 persone di Rai Sport, 43 delle quali giornalisti e 20 commentatori tecnici. Tra questi ultimi Jury Chechi per l’atletica, Andrea Lucchetta per la pallavolo, Alessandra Sensini per la vela, Francesco Postiglione per la pallanuoto, Francesco Damiani per il pugilato, Igor Cassina per la ginnastica artistica, Stefano Pantano per la scherma, Paolo Canè per il tennis, Luca Sacchi per il nuoto, Stefano Tilli per l’atletica, Davide Cassani per il ciclismo. In conduzione al mattino vedremo Arianna Secondini, che ripete l’esperienza di Tokyo e Iacopo Volpi, il nostro direttore che farà “Notti Olimpiche”. Ci saranno 120 persone di produzione, quelle che ci garantiscono la messa in onda, tra IBC, campi di gara e da Casa Italia.

Sul finire di agosto arriveranno le “Paralimpiadi” …

… per le quali abbiamo impegnato una quarantina di persone. Per la prima volta una rete generalista, Rai 2, diventa rete paralimpica, al di là del fatto che sui campi di gara ci siano o meno atleti azzurri. Centrale è il messaggio di forza, di volontà, di voglia di esserci, che questi sportivi danno al mondo intero. L’attenzione della Rai è riconoscimento di quello che ha fatto lo sport paralimpico, soprattutto nel nostro Paese.

Con quale spirito ti appresti a partire per Parigi?

Lo spirito è quello di chi sa che vivrà un’esperienza sempre irripetibile, sempre nuova e coinvolgente. Ci sono la voglia di buttarmici a tempo pieno e la speranza di salutare un bel po’ di successi italiani, proprio come a Tokyo. Quel limite di 40 medaglie andrebbe, se non superato, almeno raggiunto. La mia sensazione è che anche a Parigi vedrò impegnata la migliore gioventù del mondo alla ricerca di un risultato, sia questo la medaglia d’oro, una finale, un record personale, qualsiasi cosa che ti consenta di dire: ho fatto quello che potevo, se qualcuno è stato più bravo di me, complimenti.

Le donne che hanno portato l’Italia in cima al podio olimpico

Posted on

Da Ondina Valla, prima italiana a vincere la medaglia d’oro ai Giochi olimpici del 1936, quando primeggiò a Berlino negli 80 metri a ostacoli, alla velista Caterina Banti, straordinaria protagonista a Tokyo alle scorse Olimpiadi nel Catamarano Misto. In “Oro Rosa” (Rai Libri) l’autore propone ventidue storie di sport e di vita, un viaggio lungo quasi cento anni che attraversa i successi e le emozioni di mai dimenticate campionesse azzurre

 

Cosa ti ha spinto a scrivere “Oro Rosa”?

Una grande curiosità nei confronti di quello che è certamente un tema molto dibattuto, l’emancipazione femminile. Volevo capire se anche nello sport le donne avessero subito le restrizioni culturali sofferte in altri ambiti. E la risposta è sì. C’è voluto del tempo perché si arrivasse alla parità di genere, come accade oggi a Parigi, dove gareggerà lo stesso numero di donne e di uomini. Stesso discorso vale per le possibilità date alle atlete nella preparazione e nell’assistenza medica, cose che spesso, in passato, erano riservate per lo più ai maschi.

Come hai scelto le protagoniste di questo viaggio?

È stata una scelta di metodo. Ho cercato di capire, attraverso coloro che hanno raggiunto la massima espressione della vittoria olimpica, il loro percorso, di donne e di atlete.

Come ti sei posto nei confronti di queste campionesse?

Mi sono avvicinato con grande attenzione al loro sentire, per intuire cosa le avesse portate a scegliere di fare le sportive.

Tante storie tra loro anche molto diverse, ci sono dei tratti che le accomunano?

Il grande desiderio delle donne di esprimere un’emozione, mentre l’uomo è più concentrato sull’obiettivo finale, sulla vittoria. Il percorso femminile verso il successo è certamente molto più emozionale.

La vittoria di un oro alle Olimpiadi riesce davvero a cambiare la vita di uno sportivo?

Se da un lato un successo ai Giochi imprime per sempre un atleta nella storia, concedendogli un’attenzione che in precedenza non aveva, dall’altro anche un oro non dà quasi mai una popolarità duratura. Nel calcio ci sono personaggi che ricorderemo per sempre, non è così per i campioni olimpici, dei quali è invece necessario tenere vivo il ricordo. Nell’immaginario collettivo rimangono ciò che è molto popolare, e il calcio lo è, o eventi negativi, pensiamo al doping di Justin Gatlin, alla morte di Florence Griffith-Joyner. Paradossalmente a volte resta più la macchia della gloria. L’avventura olimpica è una sorta di bolla che ha un inizio e una fine.

Che cosa è cambiato tra le campionesse di ieri e di oggi?

La società. Fortunatamente c’è stata un’emancipazione della figura femminile, e non solo. Se pensi che Ondina Valla non poté andare a Los Angeles nel 1932, prima di vincere a Berlino nel 1936, perché la chiesa non reputava lo sport un affare “donnesco” e perché la mamma non voleva che corresse in pantaloncini corti, cosa considerata non decorosa, questo ti dà il metro. Arrivi ad oggi, ad Antonella Bellutti che dice di avere fatto outing e di essere vegana, o ad Elisa Di Francisca, che racconta come prima di una gara pratichi l’autoerotismo o faccia l’amore con il suo compagno. Cose impensabili, soprattutto se dette da una donna, non nel 1936, ma nel 1970, per certi aspetti nel 1980 e anche oltre.

A proposito di oro “rosa”, chi potrebbe portarlo a casa da Parigi?

Arianna Errigo nella scherma, che penso ci regalerà cose importanti, mi auguro anche che Antonella Palmisano possa fare il bis, perché è una donna di grandissima forza. L’augurio è che a vincere siano davvero tante.

Cosa ti lascia questo lavoro?

Da quando il libro è uscito non sono mancati i riscontri positivi sui social, l’attenzione dei media, e questo mi dà orgoglio, mi fa capire di avere fatto centro con l’argomento. Spero che questo lavoro possa dare un contributo, e che faccia capire quanto sia stato difficile per le donne raggiungere certi traguardi all’interno della società.

 

Il mondo con gli occhi di Overland

Posted on

Mauritania, Eritrea, Ecuador e Galapagos. Da martedì 16 luglio su Rai 1 torna il docu-travel più amato della televisione dal 1995 a oggi. Dopo oltre 35 anni di avventure televisive, la nuova missione è tra le più ardue da realizzare

Stravolgere i preconcetti, radicati nella visione occidentale, su Nazioni famose solo per gli avvenimenti negativi che attanagliano la loro storia. In che modo? Nel puro stile di Overland: viaggiando nelle loro terre, mostrando il loro vero volto e dando voce alla loro gente. Guerre, catastrofi naturali, epidemie, terrorismo, corruzione e povertà: di alcuni Paesi nel mondo si sa solo quel che di brutto accade, e difficilmente si prova desiderio o curiosità di scoprire cosa ci sia oltre ai titoli di giornale. L’idea che si ha ni Occidente di Nazioni come Afghanistan, Iraq, Eritrea, Mauritania, Siria, RD Congo, Nord Corea, spesso si limita alla pessima fedina che la Storia ha loro assegnato. Dopo oltre 50 anni di esperienza in viaggi avventura e 35 anni di avventure televisive, i Tenti si mettono in viaggio per scardinare questi stereotipi e scoprire incredibili nuove realtà nascoste, su itinerari spesso difficili e pericolosi. Nelle puntate saremo travolti dalle bellezze naturali e culturali inimmaginabili di Mauritania, Eritrea, Ecuador e Galapagos, come Parchi Naturali e Siti Unesco pressoché sconosciuti. Entreremo nel vivo della quotidianità locale: insieme a Beppe e Filippo, incontreremo le popolazioni, ascolteremo le loro storie, saremo ospiti nelle loro case e condivideremo le loro tradizioni. Impossibile nella narrazione tralasciare i motivi per cui ogni Paese è divenuto famoso alla cronaca internazionale, ma sarà una piccola parte della lunga Storia che costituisce l’anima di un luogo, fatta anche di eventi positivi e riconoscimenti. A partire dal 16 luglio Rai 1 trasmetterà 8 nuovi episodi in seconda serata con appuntamenti da 50° circa, che si svolgeranno in Mauritania, Eritrea, Ecuador e Galapagos. Anche quest’estate, il pubblico italiano appassionato di viaggio, conoscenza e avventura viaggerà in compagnia di Beppe e Filippo Tenti e del team di Overland.

Il fuoco dell’atleta

Posted on

Da Jesi al tetto del mondo, una leggenda dello sport italiano. A pochi giorni dalle Olimpiadi di Parigi, il RadiocorriereTv incontra la schermitrice italiana più vincente: «La scherma mi ha regalato emozioni forti, che mi hanno permesso di diventare la donna che sono oggi»

 

Ha danzato a lungo con il suo fioretto, portando la scherma italiana a livelli molto alti. Cosa prova quando ripensa a tutto questo?

Ogni volta che penso al fioretto emerge una parte fondamentale della mia vita che mi ha permesso di realizzare cose incredibili, a dimostrazione del fatto che niente è impossibile perché, mettendo a frutto il talento, con tanta dedizione e con tanto allenamento, si possono raggiungere traguardi importanti. È possibile danzare in pedana e sentir venir fuori tutto quello si ha dentro. Una sensazione bellissima.

Che cosa le manca oggi della competizione?

Nella vita a ogni inizio c’è sempre una fine, e per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio. È stato così anche per la scherma, che per ben 36 anni ho praticato ad alto livello, dal primo all’ultimo giorno, uno sport a cui ho dato tutto, continuando a stare in pedana come atleta fino a quando quel fuoco ardeva. Poi è arrivato il momento di appendere il fioretto al chiodo e dedicarmi a qualcosa che oggi mi dà la stessa passione,  lavorare affinché il mondo dello sport possa radicarsi sempre di più nel nostro Paese, coinvolgendo quante più persone possibili.

Lei ha dato tutto alla scherma, cosa ha dato a lei la scherma?

Mi ha regalato emozioni forti, che mi hanno permesso di diventare la donna che sono oggi. Mi ritengo una persona fortunata, sono nata nel posto giusto, nel momento giusto. Avevo un talento per la scherma che è stato coltivato dal fondatore del Club Scherma Jesi (Enzo Triccoli), una città di soli 40.000 abitanti che ha “creato” ben quattro campioni olimpici. 

La scherma italiana ai vertici in tutte le specialità… sarà protagonista anche a Parigi?

Assolutamente sì! È una disciplina che nelle occasioni importanti non tradisce mai. Il lavoro fatto fino a oggi sta dando i suoi frutti, per questo mi piace sempre ricordare il detto coniato nel Club Scherma Jesi, ma che si può estendere anche alla Federazione: “La scuola fa scuola, i campioni fanno i campioni.”

Come la vede questa Italia dello sport?

Finalmente tanti atleti italiani! In questa Olimpiade abbiamo raggiunto anche la parità di genere, un traguardo davvero molto importante: 10.500 atleti, 5250 donne e 5250 uomini. E l’Italia avrà un ruolo da protagonista, non solo nella scherma, dove, fra l’altro, ci sarà Arianna Errigo come portabandiera. Sono davvero molto felice per lei, insieme abbiamo vinto l’oro a Londra e ora mi auguro che possa centrare il traguardo che manca nel suo palmares. È un’atleta di altissimo spessore, come le sue compagne di squadra che ho conosciuto e con le quali mi sono confrontata a fine carriera. Penso ad Alice Volpe e a Martina Favaretto che potranno dire la loro sia nell’individuale, sia nella gara a squadre. 

Che cosa significa per un atleta arrivare alle Olimpiadi?

L’Olimpiade è il massimo traguardo, il sogno di ogni bambino che inizia a praticare sport. Raggiungere questo obiettivo è incredibile, rimarrà nella tua vita per sempre. Io ricordo ancora la mia prima Olimpiade nel 1996, avevo solo 22 anni ed era meraviglioso. Sono emozioni che non si possono descrivere.

Cosa vuol dire dedicare la propria vita allo sport?

… crescere in un mondo dove fin da piccolo si insegna la cultura del rispetto delle regole e dell’avversario, dove si apprendono i valori della condivisione e della integrazione, fondamentale per la crescita di ognuno di noi. Oltre alla scuola, sono fortemente convinta che tutti dovrebbero praticare sport, qualunque esso sia.

Ha ricoperto anche un ruolo istituzionale, qual è l’interesse delle istituzioni nei confronti delle politiche dello sport?

C’è un’attenzione sempre più crescente verso la pratica sportiva, un gioco con regole che aiutino i cittadini a diventare adulti consapevoli, persone capaci a rispettare il prossimo. Cresce, inoltre, l’interesse verso lo sport femminile e si lavora di più affinché le donne abbiano accesso a ruoli apicali. Particolare attenzione anche sull’impiantistica sportiva, anche perché nel 2026 l’Italia ospiterà le Olimpiadi invernali, un momento importante per il nostro Paese che si troverà al centro del mondo, una possibilità in più per dimostrare di cosa siamo capaci noi italiani quando organizziamo un grande evento.

Il calcio è lo sport più “discusso”, per quale ragione, ancora oggi, non siamo riusciti a scalfire questa egemonia?

È lo sport nazionale ed è giusto che abbia un’attenzione importante. Quello che si deve fare è appassionare sempre di più il pubblico alle altre discipline, “sfruttare” i grandi atleti che, entrando nel cuore della gente, contribuiscono a far conoscere gli altri sport, attirando anche l’attenzione dei media. Penso a Sinner con il tennis, ma anche a Tamberi, a Jacobs e ad altri che negli ultimi Campionati europei disputati a Roma hanno illuminato l’atletica, o alla scherma con i suoi campioni che continuano a vincere…

Qual è l’augurio che sente di fare ai nostri atleti in partenza per le Olimpiadi di Parigi?

Auguro loro di farsi guidare dal fuoco che arde dentro ciascun atleta, che li spinge a sopportare la fatica, i tanti sacrifici, per coronare il proprio sogno. Ed è proprio questo fuoco che, nei momenti critici – perché ogni competizione li ha – sarà un alleato del talento, una guida per raggiungere livelli alti nelle loro performance.

 

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.29

Indagine su una storia d’amore

Posted on

Esce nei cinema il 18 luglio 2024 il nuovo film diretti e sceneggiato da Gianluca Maria Tavarelli con Alessio Vassallo

Paolo e Lucia sono innamorati da sempre, si mescolano inevitabilmente, incapaci di sapere dove inizia uno e finisce l’altro. Sono cresciuti insieme, hanno studiato insieme con la stessa passione e un obiettivo comune. Oggi, un pochino disillusi, devono rendersi conto che le loro carriere non sono arrivate al punto che speravano quando si sono conosciuti e lanciati con grinta e spensieratezza. E forse anche il loro rapporto non invecchia benissimo. Nell’epoca della iper-esposizione si sentono troppo sottotraccia. E se gli venisse chiesto di partecipare a un programma televisivo in cui raccontare il loro amore e soprattutto i loro momenti di crisi? Potrebbe essere un’opportunità per svecchiare, rinascere? Sarà una benedizione o una bomba ad orologeria?

 

Il commento del regista

«Mi sono proposto di raccontare questa stramba storia d’amore calandola nella società̀ dei nostri giorni, traslando sullo schermo gli elementi della nostra quotidianità̀ ormai irrimediabilmente legata alla rappresentazione della nostra vita attraverso i social, il perenne desiderio di visibilità̀, di mettere in mostra noi stessi, di curiosare nelle vite degli altri. L’obiettivo era quello di usare un linguaggio semplice e realistico, utilizzando i toni della commedia. Mi interessava raccontare uno spaccato amaro, la cronaca di un disastro annunciato, divertendo. Volevo far riflettere su quanto siamo ormai disposti a mettere in mostra di noi, del nostro intimo, in cambio di una moneta effimera quanto pericolosa come la visibilità̀. Paolo e Lucia, due attori alle prime armi, decidono di partecipare ad un programma televisivo che sviscererà̀ il loro rapporto di fronte ad un grandissimo pubblico, pensando che quest’esperienza vissuta insieme possa aiutare la loro visibilità̀. Possa renderli rapidamente famosi e dare inizio così alla loro carriera di attori che stenta a decollare. I nostri due protagonisti si raccontano in maniera diretta. Per gran parte del film si lasciano riprendere da una trasmissione televisiva nella quale parlano di loro stessi e della loro storia d’amore senza tralasciare tradimenti ed episodi scomodi, in un crescendo imbarazzante, in un’assurda gara a chi ferisce di più̀ l’altro in nome dell’audience e di quello che pensano la gente voglia sentire. Pur avendo vissuto insieme ed essendosi amati per circa sei anni, ognuno ha una versione diversa della loro storia, entrambi ricordano cose diametralmente opposte della loro vita insieme. Non si rendono conto che dopo quest’avventura non saranno più̀ gli stessi, che non sapranno più̀ distinguere la realtà̀ dalla fantasia, come individui ma soprattutto come coppia. Questo spartiacque diventa il vero e proprio motore narrativo del film. In questo racconto ci tenevo ad esaltare l’aspetto comico, l’aspetto ridicolo della vicenda. I protagonisti di questa storia sono comici loro malgrado, non si rendono conto degli aspetti ridicoli della loro situazione e l’amarezza sfocia così in una risata».

 

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.29

Evviva!

Posted on

Sabato 13 luglio in prima serata su Rai 1 Gianni Morandi continua a visitare la storia straordinaria della televisione

In occasione dei 70 anni della Rai, Gianni Morandi ci conduce in un viaggio attraverso generi, personaggi e temi che hanno fatto la storia della televisione italiana… Un viaggio attraverso vare regioni d’Italia, perché la Rai non è solo di chi l’ha fatta ma anche di chi l’ha vista. È di tutti. Programmi, protagonisti, musica, risate. Un racconto fatto in prima persona da Gianni Morandi, che questi anni della Tv li ha attraversati tutti… prima spettatore bambino poi protagonista. E per farlo Gianni incontrerà anche alcuni personaggi famosi che hanno vissuto in prima persona quelle pagine o giovani artisti che sono idealmente figli di quel mondo. Un racconto ricco di storie, aneddoti, curiosità, filmati, canzoni accennate unplugged da Gianni con la sua chitarra.

Goldrake dalla A alla U

Posted on

Tra le icone pop più rappresentative degli anni Settanta, il robot è il protagonista del nuovo volume di Marco Pellitteri (Rai Libri), che entra nel mondo degli affascinanti personaggi che popolano il cartone: un’analisi mediatica e appassionata dell’eroe sempreverde e del viaggio che lo divide tra il 1975 (1978 il debutto in Italia) e l’odierna versione “U”

 

Perché un nuovo libro su Goldrake?

A ottobre 2023 il nuovo direttore di Rai Libri, Roberto Genovesi, mi ha contattato proponendomi di scriverlo. In realtà non ci pensavo tantissimo perché affaccendato in altri progetti accademici. Sapevo però che stava per uscire la nuova serie “Goldrake U” e siccome sappiamo che la Rai ebbe il ruolo cruciale nel farlo arrivare a suo tempo in Italia, insieme a tanta altra buona animazione televisiva giapponese, pensai a un libro che facesse il punto tra passato e futuro. Ho sentito il bisogno di parlare del gigante d’acciaio e del suo mondo in maniera più approfondita e più aggiornata, come fenomeno socioculturale in Italia e anche nei contesti di lingua araba. È infatti importante ricordare come “U” sia stato finanziato da una società dell’Arabia Saudita e come nei paesi arabofoni “Goldrake” sia amato da sempre in maniera quasi viscerale, per motivi diversi da quelli per i quali è amato in Italia.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova versione di Goldrake?

Dai due trailer e dai disegni preparatori, e da quelli rifiniti, devo dire che mi sembra ci sia una inevitabile attualizzazione del design rispetto alle mode del presente. Lo trovo adatto ai tempi, anche se forse non del tutto alla mitologia di Goldrake. Il design delle macchine è interessante ed è un misto fra vecchio e nuovo. Nel libro ho espresso pareri critici un po’ più circostanziati: Goldrake è una figura totemica, pacifica, dall’espressione neutrale, non aggressivo o demoniaco. Per quanto riguarda la storia, è inevitabilmente una rivisitazione molto eclettica di vari fumetti, sulla falsariga del canone originario.

Cos’è stato per lei Goldrake?

Un beniamino e un personaggio guida della mia infanzia, come dell’infanzia di tutti i miei coetanei. Un fenomeno intersezionale, interclassista per tutti i bambini italiani, di qualsiasi ceto sociale e situazione familiare. In Italia, come in Libano, Giordania, Siria e in tanti altri paesi in cui è arrivato. Un esempio di valori, di carattere, di abnegazione, di responsabilità, di caratura morale. In un periodo in cui la televisione per ragazzi aveva soprattutto modelli americani, Goldrake colpì il cuore e la mente di molti bambini. Non dico che sia diventato un maestro di vita, però per molti è ancora un piacevole ricordo. Per me, come sociologo, oggi è diventato parte di una costellazione di studi, di analisi.

Quali erano i valori e i linguaggi della Goldrake Generation?

Si tratta di una frase che credo di avere proposto in maniera articolata per la prima volta nel libro “Mazinga Nostalgia” del 1999. I valori delle animazioni sono quelli che ricorrono anche in altri personaggi romantici, un po’ tormentati, che costituiscono una sorta di faro morale anche a livello pedagogico per i bambini. I valori come lo spirito di sacrificio, l’onestà, l’importanza dell’amicizia e della lealtà sopra alle passioni personali. Un senso di responsabilità e di sacrificio che risalgono anche alla narrazione e al trauma collettivo che il Giappone aveva attraversato dopo la Seconda guerra mondiale.

Lei è uno dei più grandi esperti di animazione giapponese. Come nasce questa passione?

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di fumetti, di illustrazioni e di animazione. A poco a poco ho cominciato a coltivare queste passioni, prima disegnando, poi con lo studio, iniziando con la grafica pubblicitaria e proseguendo con la carriera accademica. Mi rendo conto di essere un privilegiato perché riesco a parlare di cose che mi piacciono, ma è anche vero che, come sociologo e come esperto, ho incanalato l’argomento dell’animazione e del fumetto giapponese in discorsi più ampi e all’interno di dinamiche più generali, per esempio la distribuzione, il consumo delle forme mediali e dei media creativi a livello transnazionale, la cosiddetta globalizzazione culturale alternativa.

Chi sono i nemici di Goldrake?

La risposta credo sia celata all’interno di ogni appassionato della “Goldrake Generation”. Actarus aveva subito la distruzione del suo pianeta da parte di un invasore sordo a qualsiasi dialogo. Era fuggito ed era arrivato sulla Terra per la quale non voleva lo stesso destino del suo pianeta. Ciascuno può trarre le proprie conclusioni, può creare la propria simbologia, può fare i propri paralleli.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.28