Gilles Villeneuve, l’Aviatore

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In prima visione

A 40 anni dalla sua scomparsa, un documentario ripercorre la storia di uno dei piloti simbolo della Ferrari, ricordato ancora oggi come uno dei più coraggiosi e amati di sempre. Su Rai2 il 10 maggio in prima serata

Maranello, agosto 1977. Venticinque anni con le misure di un fantino, 1.56 di altezza, 50 kg di peso: è il canadese Gilles Villeneuve il nuovo pilota della Ferrari che prende il posto di Niki Lauda. Da campione di motoslitte in Canada alle auto da corsa, Gilles Villeneuve ha portato il suo stile di guida “eccezionale” nel Circus della Formula 1. Scegliendo l’allora sconosciuto Villeneuve, Enzo Ferrari fa una scommessa con se stesso e scopre che il canadese ha le stesse cifre del DNA di Nuvolari, quelle di un uomo senza paura. Sboccia un grande amore. Villeneuve è un diamante grezzo con cui il Drake può dimostrare al mondo di essere ancora un grande scopritore di talenti e costruire quel mito del Cavallino che è stato sempre il suo obiettivo. Filo conduttore del documentario, il rapporto che l’Italia dei motori intrecciò con Villeneuve dalla fine degli anni ’70 fino al 1982, quando, con le sue leggendarie imprese automobilistiche, contribuì ad alimentare la cosiddetta “febbre Villeneuve”, una passione senza pari che coinvolse milioni di italiani. Una carriera unica in un periodo storico della Formula 1, tanto leggendario, quanto doloroso per le tante perdite: Tom Pryce, Ronnie Peterson, Patrick Depailler, Riccardo Paletti. Un carattere indomito, esuberante al volante, nella vita privata Villeneuve è di poche parole e di poche ma solide amicizie, un po’ alieno in un mondo pieno di mondanità e spensieratezza. La sua famiglia sempre accanto a lui, nel motorhome parcheggiato in fondo al paddock. A tracciare il profilo del pilota canadese, colleghi e campioni del calibro di Renè Arnoux, Bruno Giacomelli e Jody Scheckter, ma anche indimenticabili protagonisti della Scuderia Ferrari come l’Ingegnere Mauro Forghieri e firme storiche del giornalismo sportivo italiano come Pino Allievi ed Ezio Zermiani

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La musica ci rende migliori

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Ema Stockholma

Insieme a Gino Castaldo racconterà l’Eurovision Song Contest su Rai Radio2. La conduttrice al RadiocorriereTv: «È una festa, ed è l’unico momento televisivo in cui ci sentiamo parte dell’Europa»

Ema, l’Eurovision per gli italiani è diventato una cosa seria… che cosa è successo in questi ultimi anni? Cosa ha fatto sbocciare questo amore?

Per fortuna si sono accorti tutti di quello che avevamo già capito noi, ossia che l’Eurovision è fantastico (sorride). È una festa, ed è l’unico momento televisivo in cui ci sentiamo parte dell’Europa, non solo italiani, ma di qualcosa di più grande. Questo sentimento di appartenenza è bellissimo. L’Eurovision non è come una competizione sportiva, c’è meno gara e più amicizia tra i Paesi.

Come ti stai preparando per vivere questa grande festa della musica?

Sto studiando i pezzi. Anche a “Back2back” con Gino Castaldo su Rai Radio2 facciamo sentire i brani, quelli che ci piacciono di più, raccontiamo come sono stati scelti: è molto divertente, gli aneddoti sono tanti.

Quanto nuovo c’è nella musica che suona oltre confine?

Non è tutto nuovo nuovo. Ci sono cose un po’ démodé e altre molto moderne. Mi ha fatto sorridere la storia del gruppo bulgaro, scelto da una serie di imprenditori, una sorta di Elon Musk della Bulgaria. Quest’anno poi c’è la gara nella gara, c’è l’exploit di Achille Lauro che tornerà sul palco insieme a Boss Doms e gareggerà per San Marino.

Mahmood & Blanco rappresentano l’Italia, Achille Lauro va a Torino con la bandiera di San Marino, chi riuscirà a conquistare di più il cuore degli italiani?

Per Achille, rappresentando un altro Paese, è più difficile, anche se tutto questo è un gioco, ma spero molto nella sua performance. È abituato a regalarci grande spettacolo e questo potrebbe divertire il pubblico. Però anche Mahmood e Blanco sul palco fanno venire i brividi, c’è grande chimica tra loro e, in questo periodo storico, questa emotività, questa bella emozione, giocano a loro favore.

Parliamo dei conduttori: un’italiana amata nel mondo, un cittadino del mondo e un animale da palcoscenico, come li vedi?

Tutti e tre perfetti. Quando ci si chiedeva chi potesse essere giusto per la conduzione avevo pensato a questi nomi. Sono molto ben equilibrati e poi sono internazionali veramente, ci rappresentano nel modo migliore. Ci sono la musica, la cultura, l’ironia, parlano benissimo le lingue, penso che siano più che all’altezza del compito. Mi aspetto grandi cose da Laura.

Qual è il mood del racconto di Rai Radio2?

Vogliamo far divertire le persone che cercheranno di seguirlo in radio. Staremo nell’“alveare” insieme alle altre radio e questo mi fa impazzire. Sapere di essere magari a fianco alla radio francese che ascoltavo da piccola mi fa volare. Io e Gino in realtà l’Eurovision lo proponiamo tutto l’anno in radio. A “Back2Back” facciamo un mondovision, cerchiamo di scoprire la musica del mondo. Siamo incuriositi da quello che sentiremo, dai brani, dalle delegazioni, dall’ambiente che ci sarà a Torino.

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All’Eurovision vi portiamo noi

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Corsi & Malgioglio

Gabriele e Cristiano saranno la voce italiana dell’Eurovision Song Contest 2022. Sarà loro il compito di accompagnare con il loro commento il grande pubblico di Rai 1 nel corso delle tre serate. Il RadiocorriereTv ha incontrato i due conduttori protagonisti di una scoppiettante intervista

© Attilio Cusani

Gabriele e Cristiano, partiamo dalle cose serie… avete già pensato all’outfit che sfoggerete martedì 10 maggio su Rai1?

MALGIOGLIO: Gabriele sarà molto elegante…

CORSI: … dopo esserci spogliati lo scorso anno, abbiamo deciso che non risuccede, ma se risuccede… invece di spogliarci ci vestiremo molto (sorride).

MALGIOGLIO: Non so cosa indosserò, ma i vestiti saranno quelli delle grandi occasioni, come se fossimo ai Grammy. All’Eurovision ci sono tante persone che si vestono in modo particolare, potrei indossare anche un abito da sposa con un velo lunghissimo…

CORSI: Non saremo sobri, quello mai.

Un anno fa avete festeggiato insieme la vittoria dei Maneskin, come vi state preparando al grande debutto di Torino?

CORSI: Stiamo studiando tantissimo, io e Cristiano ci sentiamo tutti i giorni e ci stiamo appassionando alla manifestazione. Oltre a commentare le semifinali e la finale, saremo in onda tutti i giorni con un’anteprima nella quale avremo tantissimi ospiti. Stiamo preparando tante sorprese per portare il pubblico di Rai 1 dentro lo show, ma anche dietro le quinte. Credo che saremo molto fieri di questo Eurovision, faremo una bellissima figura, con la conduzione sul palco, con la scenografia. Anch’io e Cristiano faremo di tutto per accompagnare il pubblico mano nella mano a vivere un appuntamento che ha anche un valore simbolico enorme.

MALGIOGLIO: C’è della bella musica e ci sono dei cantanti straordinari, delle voci pazzesche, alcune ti colpiscono in modo particolare. Certo, avremo le nostre preferenze, io magari tiferò per una nazione e Gabriele per un’altra. E poi io cerco sempre il pelo nell’uovo…

CORSI: Nel corso dello show, come da tradizione, ci sono anche molti momenti divertenti, tanti alleggerimenti…

MALGIOGLIO: A guidarci saranno spontaneità e ironia, mi capiterà anche di mettere in imbarazzo Gabriele, ma da uomo molto intelligente saprà stare al gioco…

Un gioco del quale siete a dir poco complici…

CORSI: Con Cristiano attraverso la frontiera in tranquillità. Siamo stati definiti la coppia strana e perfetta, e la cosa ci lusinga. Lo scorso anno c’era chi si chiedeva cosa c’entrasse Malgioglio con Corsi. E noi ci siamo detti (canticchia): parla, la gente purtroppo parla (sorride). Pur avendo una formazione differente io e Cristiano non potevamo non volerci benissimo perché amiamo le stesse cose, l’eccesso, ovviamente quello sensato. Amiamo la provocazione intesa come intelligenza, le emozioni che dà la musica.

MALGIOGLIO: A casa mia, da ragazzino, ascoltavo la lirica e piangevo. Passavo da Renata Tebaldi a Giuseppe Di Stefano. Anche oggi non sono quello che ascolta solo la musica anglosassone, ma amo anche quella portoghese, quella araba, quella turca.

CORSI: Cristiano non ti fa mai pesare la sua cultura ed è una persona che ti permette di arrivare al suo cuore. Come possiamo non trovarci d’accordo?

MALGIOGLIO: E poi vogliamo divertirci, fare divertire, raccontando anche gli artisti delle altre nazioni che il nostro pubblico non conosce. Penso al cantante inglese, Sam Ryder, star di Tik Tok…

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Le cartoline di Leo

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Eurovision

Quaranta postcard per mostrare tutto il bello dell’Italia. Le immagini realizzate da un drone grazie alla collaborazione con Mitur ed Enit

Un drone per far “volare” l’ESC 2022 e raccontare le grandi bellezze artistiche, naturali e paesaggistiche del nostro Paese, sorvolando in lungo e in largo l’Italia per poi planare all’interno del Pala Olimpico di Torino. Accadrà nelle postcard che saranno abbinate ad ognuno dei 40 Paesi in gara e ai rispettivi artisti e realizzate grazie alla collaborazione con il Ministero del Turismo, Enit, la Regione Piemonte e la città di Torino che hanno sostenuto il progetto. Un moderno affresco delle bellezze del Paese per raccontare gli scenari mozzafiato dell’Italia. Il protagonista sarà “Leo”, un drone curioso ed entusiasta, che, grazie a una tecnica di ripresa che unisce il drone acrobatico a quello stabilizzato, insieme alla Cgi e alla grafica in postproduzione, verrà chiamato ogni volta dai conduttori per lanciare i concorrenti in gara. Si parte dalla Sardegna, con Barumini abbinata all’Albania per arrivare – al termine della seconda semifinale – a Caserta, accostata alla Repubblica Ceca. Per la serata finale, invece, le cinque Big Five (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna) saranno abbinate ad altrettanti luoghi suggestivi del Piemonte, la regione dell’Esc 2022. All’inizio, “Leo” si farà emozionare dai luoghi, poi “normalizzerà” il suo volo per guardarli più da vicino.

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Signore e signori, il conduttore di riserva

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Valerio Lundini

In arrivo su Rai2 il programma surreale del comico romano, rivelazione di “Battute” e di “L’altro Festival”. “Una pezza di Lundini” è in onda dal 14 luglio in seconda serata

In un palinsesto immaginario, che vede saltare un programma dietro l’altro, c’è chi è sempre pronto a metterci una “pezza” e ad andare in onda all’improvviso. Il suo personaggio è un certo Valerio, il conduttore di riserva…

Nel susseguirsi di situazioni d’emergenza, invece di mandare in onda il segnale orario o la pubblicità, la rete decide di trasmettere una “toppa”, un programma supplente, di cortesia, pronto per l’occasione. All’ultimo secondo vengo chiamato per fare la trasmissione, e così ogni volta devono essere ricostruiti il palco, la scenografia…

Una vera e propria serata “tappabuchi”…

E per di più con la conduzione superficiale e affrettata di chi pensa di essere professionale e in grado di sostenere la guida di questo non-programma. Vedrete un appuntamento comico, ma senza risate di sottofondo, cosa che potrebbe disorientare chi fa zapping. Chi dovesse trovarsi per caso su Rai2 potrebbe infatti pensare che ci sia qualche problema nella conduzione. Ne uscirò come personaggio molto negativo, perché la mia impreparazione mi farà fare delle continue gaffe, dirò cose involontariamente poco professionali nella convinzione di fare il mio dovere.

Il suo personaggio si chiama Valerio, proprio come lei…

Per me è un guaio (ride). In una puntata me la prenderò meschinamente con un critico per una recensione negativa di una puntata del programma. Per tutta la serata farò vedere le foto di questa persona, della sua famiglia e di dove abita, un atteggiamento spregevole. Cerco sempre di estremizzare, al punto che se qualcuno pensa che ciò che sta vedendo sia vero, è un problema suo. Vero è che queste cose capitano realmente, anche in trasmissioni serie, non ironiche.

Quanta ironia c’è nella sua vita?

Non sono mai stato uno capace di prendersi troppo sul serio, al tempo stesso non ho mai voluto fare lavori inerenti alla comicità, anche perché non pensavo fossero dei lavori. Poi mi sono trovato a fare parte di un complesso musicale nel quale erano più divertenti le cose che ci inventavamo tra una canzone e l’altra, piuttosto che la musica stessa. La serietà mi piace, la preferisco all’eccessiva simpatia, però a volte vedo che viene utilizzata in contesti in cui è ridicola e fuori luogo.

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La Musica e la Pace

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#EUROVISION

Anche Diodato, Durdust e Il Volo tra i grandi ospiti del contest musicale più famoso del mondo. E, in attesa che la sigla dell’Eurovisione dia il via alle tre serate (10, 12, 14 maggio su Rai1), Torino inaugura l’Eurovision Village sabato 7 maggio al Parco del Valentino

Sarà la pace il filo conduttore del 66esimo Eurovision Song Contest, al Pala Olimpico così come nelle strade e nelle piazze del capoluogo piemontese, che si appresta a ospitare gli eurofan provenienti da tutta Italia e dal mondo intero, pronti ad applaudire i protagonisti della manifestazione. Prologo del grande evento, sabato 7 maggio, al Parco del Valentino, sulle rive del fiume Po, l’inaugurazione dell’Eurovision Village, un vero e proprio villaggio aperto a tutti, gratuito, progettato a misura di giovani, famiglie, e di coloro che vorranno vivere l’atmosfera del grande evento internazionale. Nel Village, tutti i giorni a partire dalle 17, si alterneranno oltre 200 artisti che si esibiranno dal vivo in più di 40 ore di concerti. Il palco sarà luogo di musica e insieme luogo di riflessione e di pace. Domenica 8 maggio giornata dedicata ai diritti e alla comunità LGBTQ+, con le Karma B, Elasi e Plastica, Cristina D’Avena feat Gem Boy e altri artisti provenienti da tutta Italia. Lunedì 9, giornata dell’Europa, il Village ricorderà la Dichiarazione rivolta da Robert Schuman nel 1950 ai Paesi del continente per costruire nuove relazioni pacifiche dopo due guerre mondiali. Una città in festa che attenderà con impazienza le 21 del 10 maggio, quando sul grande palco disegnato e realizzato da Francesca Montinaro, saliranno Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika per dare il via al contest vero e proprio. Quaranta Paesi e altrettanti artisti in gara, canzoni che raccontano storie e culture diverse, un unico intento, trasmettere bellezza e pace. Grande l’attesa anche per le guest star che si alterneranno al Pala Olimpico nel corso delle serate. Certissimi, martedì 10, Diodato vincitore di Sanremo 2020 con il brano “Fai rumore”, e Daredust, che si esibirà accompagnato dal dj-producer Benny Benassi e da Sophie and The Giants, e con la partecipazione della direttrice d’orchestra Sylvia Catasta. Ospite attesissimo della seconda semifinale, giovedì 12, sarà invece Il Volo. Il trio composto da Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, ha rappresentato l’Italia nella 60ª edizione dell’evento con il brano “Grande amore” e si è aggiudicato il primo posto al televoto e il terzo in assoluto. Tornando alla gara è forte l’attesa per l’esibizione dei rappresentanti italiani, Mahmood e Blanco, che all’Eurovision presenteranno l’amatissima “Brividi”, trionfatrice all’ultimo Festival di Sanremo. La loro performance in diretta è prevista per la serata finale, sabato 14 maggio. Oltre che su Rai 1 con il commento di Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, con la partecipazione di Carolina Di Domenico, la diretta dell’Eurovision Song Contest 2022 sarà trasmessa anche da Rai Radio 2 e sarà disponibile su RaiPlay. 

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Rinascere

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Novità Film-tv

Domenica 8 maggio, in prima serata su Rai1, il film-tv che racconta la vicenda del nuotatore Manuel Bortuzzo, finito su una sedia a rotelle dopo essere stato ferito da due colpi di pistola indirizzati alla persona sbagliata. Con Alessio Boni e Giancarlo Commare, sceneggiatura e regia di Massimo Marino

© Mauro Sostini

Manuel Bortuzzo è una promessa del nuoto, da poco si è trasferito a Roma per competere con i migliori rappresentanti della Nazionale Italiana e un giorno riesce a “fare il tempo” che lo porterà alle Olimpiadi. In piscina ha anche conosciuto Martina, una giovanissima atleta di nuoto sincronizzato. Con lei è stato amore prima vista. La vita del ragazzo cambia completamente poche ore dopo: è il 2 febbraio 2019 quando il giovane rimane vittima, innocente e inconsapevole, di un regolamento di conti fra balordi. Due colpi di pistola indirizzati alla persona sbagliata. Non era lui il bersaglio. “Rinascere è un film che parte da un libro, che a sua volta racconta una storia vera e contemporanea – dice il regista Massimo Marino – il protagonista è un ragazzo che ha saputo suscitare solidarietà e  simpatia incarnando valori positivi e la speranza di farcela mentre il Paese e il mondo erano immersi nelle paure della pandemia. Affrontando questa storia, già dalla scrittura, mi sono fatto guidare da alcune priorità  morali ed estetiche. Manuel Bortuzzo e la sua famiglia non sono eredi di qualcuno di cui volevo raccontare la storia, loro vivono ora, nello stesso mondo in cui vivo io, quindi mi sono riproposto di trattarli con garbo e pudore, estraendo dalla loro vicenda quel che poteva essere importante anche per tutti noi”.

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I miei fan? Persone grossomodo per bene

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Valerio Lundini

Le sue “pezze” hanno letteralmente conquistato il pubblico di Rai2 e di RaiPlay. Ironico, autoironico, beffardo, talvolta cinico e spesso irriverente, il RadiocorriereTv ha intervistato l’attore-conduttore romano

ROMA 16 MARZO 2022 PUNTATA DI “UNA PEZZA DI LUNDINI ” IN ONDA SU RAIDUE IN SECONDA SERATA. NELLA FOTO EMANUELA FANELLI – VALERIO LUNDINI

Le sue “pezze” sono ormai una gradita abitudine per i telespettatori, come si spiega questo successo?

Buonasera. Sicuramente il successo è stato determinato dal passaparola. E’ pur vero che per esserci il passaparola vuol dire che qualcuno la parola l’abbia passata. Credo si tratti di persone a cui il programma è piaciuto perché dotate di grandissimo gusto, oppure perché molto annoiate dalla mancanza di alternative. Io sarei stato tra queste ultime se fossi stato meramente uno spettatore.

Che rapporto ha con l’assurdo?

Molto buono. Ricordo che una volta cercai “assurdo” sul vocabolario per capire di cosa si trattasse effettivamente. Però non ricordo bene quale fosse la sua definizione. Sicuramente nella realtà ci sono tanti elementi assurdi che mi affascinano e che non riesco a spiegarmi. Per questo è anche divertente generare assurdità artificiali.

Come definisce la sua comicità?

Non saprei definirla, il che non significa che sia qualcosa di innovativo (è il rischio che si corre quando si dice di aver fatto qualcosa di indefinibile). Molti parlano di nonsense, altri di assurdo, molti (come prima) di assurdo. Quindi le prendo tutte per buone.

Tre aggettivi che la descrivono meglio degli altri…

Bleso, alto, sottopeso.

Un pensiero per i suoi estimatori…

Persone grossomodo per bene.

Un pensiero per i suoi detrattori…

Persone con gusti che non discuterei mai.

Se si guarda allo specchio, cosa pensa?

Che sto invecchiando, e che la cosa non è stata graduale ma improvvisa. Ho avuto il cosiddetto anno del cane (sette anni in uno) quest’anno. Fino all’anno scorso sembravo un diciottenne.

Per strada incontra Valerio Lundini, a pelle, quanto le sta simpatico?

Dipende dalle giornate e da come è vestito. Se è vestito male mi sta simpatico, se è vestito bene (cosa che avviene di rado) penso “ma chi si crede di essere?”.

Chi non inviterebbe mai nella sua trasmissione?

Un tizio toscano che gestiva e gestisce una rivista online e che anni fa, ad una festa, mi minacciò di percosse perché non ero andato a suonare gratis alla festa della sua rivista (però due volte in precedenza c’ero andato). Lo ricordo in maniera molto sgradevole.

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Faccio tutto “alla Frassica”

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Nino Frassica

L’ambizione è creare una maschera, amata e con uno stile riconoscibile da tutti. Dal cabaret con Arbore, il maestro della tv, a “Don Matteo”, una vita professionale divisa tra cinema, televisione, scrittura e arte. Ma ora è il momento di tornare in piazza: «Voglio calcare le scene dopo due anni di assenza. Mi piace sentire ridere, provocare delle emozioni negli altri»

Tra new entry e conferme, come sta il maresciallo Cecchini?

New entry e new esci (ride). Sta bene, continua la sua vita a Spoleto, diviso tra la canonica, la famiglia e il lavoro. In questa nuova edizione si trova ad affrontare il dramma della scomparsa del suo amico più caro, Don Matteo, un evento che lo dilania e al quale non riesce a dare una risposta. Nel frattempo, però, in città arriva un nuovo prete, Don Massimo, una coincidenza che suscita qualche sospetto. Partono le indagini che non portano a nulla di fatto, così anche Cecchini deve ammettere che questo nuovo Don è qualcuno a cui ci si può anche affezionare. Si ritroveranno anche a giocare a scacchi insieme e, questa volta, finalmente, il maresciallo riuscirà a vincere, fino a quando però l’allievo non supererà il maestro e ricomincerà il vecchio tormentone.

Ma le novità non sono finite…

Sono iniziate dalla prima puntata con i festeggiamenti dei 40 anni di sacerdozio di Don Matteo e l’emozionante ritorno di Anceschi, il primo capitano ora promosso colonnello. Con lui anche sua figlia Valentina, una ragazza piuttosto scapestrata che non ha un buon rapporto col padre e che, grazie al mio buon carattere, mi verrà affidata nella speranza possa maturare. Ne succederanno tante, anche perché la giovane entrerà nel triangolo capitana e pm, movimentando molto la linea rosa orizzontale.

Un’edizione questa ricordata per il saluto a Terence Hill…

… che ha suscitato nei fan della serie una e vera propria “ribellione”, si sono sentiti tutti scompigliati, come se Don Matteo sparisse veramente. Negli anni ’60, anche quando il pubblico non aveva così tante possibilità di commentare come oggi, in sala partecipava tifando per un personaggio, se la prendeva come se quel che vedeva corrispondesse alla realtà. Questo succede ancora, a volte le persone si rivolgono a noi attori come stessero parlando con i personaggi che interpretiamo. Vuol dire che i prodotti sono fatti bene, ben confezionati, la gente si immedesima, crede nelle storie. A me questo fa un po’ sorridere.

Ci racconta un aneddoto?

In una puntata di “Don Matteo”, Cecchini doveva operarsi alla cataratta, ma aveva paura. Mi sono arrivati tantissimi messaggi su internet con consigli su come doveva comportarsi, di non avere paura, c’era anche chi raccontava la propria esperienza…

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Settembre

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Al cinema

Nelle sale dal 5 maggio la pellicola firmata da Giulia Louise Steigerwalt e prodotta da Rai Cinema e Matteo Rovere. Commedia romantica con Fabrizio Bentivoglio e Barbara Ronchi

Accade in un giorno di Settembre, che alcuni personaggi si accorgano che la vita in cui si ritrovano non è quella che sognavano. Che la felicità è un’idea lontana. Ma forse ancora possibile. Il film diretto da Giulia Louise Steigerwalt, sceneggiatrice di numerose pellicole di successo, prodotto da Rai Cinema e da Groenlandia di Matteo Rovere, ci racconta le storie di Guglielmo, Ana, Francesca, Debora, Maria eSergio. Al ritorno dalle vacanze estive Maria viene finalmente notata dal ragazzo che le piace, che attraverso Sergio, un compagno di scuola, le chiede se vuole andare a letto con lui. La proposta non è delle più romantiche, eppure Maria accetta subito, salvo andare presto nel panico. Sergio si offre di aiutarla, e insieme trascorrono un intero pomeriggio, scoprendosi per la prima volta complici. Intanto Francesca, la madre di Sergio, complice il risultato di una delicata visita medica, sta cambiando radicalmente la prospettiva sulla sua vita, avvicinandosi sempre di più alla sua amica Debora, con cui sta nascendo un rapporto nuovo e più autentico, che in passato non si era mai concessa. Lo confessa una sera al suo medico, Guglielmo, incontrato per caso in un bar, che da quando la moglie l’ha lasciato vive come bloccato in una bolla di apatia, in cui l’unico contatto reale sembra essere quello con Ana, una giovane prostituta che frequenta regolarmente, pragmatica e diretta, che nonostante le difficoltà della vita ha conservato la voglia di sognare.

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