Rai Gulp

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SPACE TO GROUND – GUIDA PER VIAGGIATORI GALATTICI

Sottotitolo: Il comandante Parmitano “inviato spaziale” per il nuovo programma  in onda da domenica 26 gennaio alle 15,25 e disponibile anche su Rai Play

Una Guida di viaggio per appassionati di scoperte, di futuro, di segreti. E’ “Space to Ground – Guida per viaggiatori galattici”, il nuovo programma di Rai Gulp in onda dal 26 gennaio, ogni domenica, alle ore 15:25 e disponibile anche su RaiPlay.

“Space To Ground”, dallo spazio alla terra, perché è dalla Stazione Spaziale Internazionale che il comandante Luca Parmitano si rivolge ai giovani spettatori di Rai Gulp spiegando come si vive a bordo della ISS e quali sono gli esperimenti che si possono fare in condizione di microgravità, nella stazione e durante le passeggiate extraveicolari nel vuoto. Un inviato speciale, anzi spaziale, per Rai Gulp, che ci mostra il Pianeta Terra nella sua bellezza e fragilità e ci aggiornerà dallo spazio sugli esperimenti in corso per scoprire i segreti della “materia oscura”.

Da terra, Linda Raimondo, studentessa di fisica torinese ed aspirante astronauta, ci aprirà le porte di ESTEC, il cuore tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea, in Olanda. Il comportamento dei fluidi, delle onde sonore, delle fiamme, la resistenza dei materiali a sollecitazioni estreme, le missioni robotiche e quelle umane, l’utilizzo delle stampanti 3D nello spazio, diventano temi vitali, di fronte a domande come: siamo in grado di proteggerci dalla caduta di asteroidi e comete, o faremo la fine dei dinosauri?

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Green Zone

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La terra restituisce ciò che noi seminiamo

Attraverso il racconto del lavoro nei campi, delle aziende agricole e delle eccellenze prodotte nella nostra penisola, il programma condotto da Mario Tozzi e Francesca Malaguti affronta i temi della sostenibilità, dei cambiamenti climatici, dello spreco e del futuro del Pianeta. Ogni sabato dalle 13.25 su Rai Radio1

Puntata dopo puntata cosa indagherete?

MALAGUTI: Partiamo dall’agricoltura ma vogliamo fare un programma con un focus molto ampio, che parli dei rapporti tra agricoltura, ambiente e sostenibilità. Questa è la ragione per cui a condurlo non ci sono degli agronomi, ma una cronista e un geologo, ricercatore del Cnr. Vogliamo avere uno sguardo aperto sull’ambiente e sulle nuove sfide di un’agricoltura sostenibile per il pianeta, che possa sfamare senza distruggere, considerando anche i risvolti di cronaca, come il caporalato, e temi come le migrazioni climatiche.

TOZZI: L’agricoltura è lo spunto, in “Green Zone” vogliamo declinarla in chiave moderna, ci domandiamo come sia possibile oggi tenerla insieme all’ambiente, e come si possano sfamare 7 miliardi e mezzo di sapiens senza distruggere il Pianeta, cosa che invece sta avvenendo. Ci domandiamo anche quale sia il legame della produzione del cibo con lo spreco, quali sono i nostri modelli di consumo, se sono state le piante a colonizzarci oppure il contrario, e se il cambiamento climatico dipenda anche dalle nostre abitudini alimentari. In fondo mangiare è sempre un atto agricolo.

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Don Matteo 12

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Sono Pamela nel paese delle meraviglie

Protagonista di tanti successi teatrali, cinematografici e televisivi, Pamela Villoresi è fiore all’occhiello del cast di “Don Matteo 12”, il giovedì sera su Rai1. L’attrice al RadiocorriereTv: “Nella mia storia professionale ci sono tante belle cose popolari. Un tempo si chiamavano sceneggiati, mi ha fatto piacere aggiungere questa perla alla collana dei miei lavori per la tv”

Pamela Villoresi nel cast di “Don Matteo 12”, una delle serie televisive più popolari e amate. Cosa l’ha portata a questo progetto?

La Lux Vide ha provato il mio personaggio nella scorsa serie e ha poi deciso di svilupparlo nella dodicesima e di questo sono molto contenta. Penso che oggi certe serie tv facciano concorrenza al cinema, sono realizzate con tutti i crismi della qualità e con ottimi cast. Un prodotto come “Don Matteo”, estremamente popolare, mi dà una responsabilità molto superiore a quella del teatro, dove gran parte del pubblico è preparato, colto. Quella televisiva è una platea molto più ampia e diversificata e questo richiede una responsabilità maggiore. Devo anche dire che lavorare con Terence Hill, Nino Frassica, con tanti giovani attori, è stato un vero piacere.

Come è stato il suo incontro con il personaggio di Elisa?

È un personaggio molto gotico, preponderante, tende a seppellire gli altri, a partire dalle figlie, a imporre le proprie idee, la propria personalità. Qualcosina mi riguarda, ma non così tanto (sorride). È vero che un pochino, noi donne in carriera, questo vizio l’abbiamo.

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Isabella Ragonese

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Mi emoziona la semplicità

Tra schermo e privato, la protagonista de “La guerra è finita” al RadiocorriereTv: “Sono una persona realizzata, che è riuscita a trasformare la propria passione in un lavoro”. Della serie diretta da Michele Soavi in onda con successo su Rai1 afferma: “È la storia di una rinascita, è importante raccontare come gli italiani di allora abbiano avuto speranza nel domani”

Cosa ha pensato alla prima lettura del copione de “La guerra è finita”?

Mi ha entusiasmato il racconto di Sandro Petraglia, grande sceneggiatore, il cui nome rappresenta una sicurezza. Mi ha colpito la possibilità di narrare quel momento storico da un altro punto di vista. C’è tanta letteratura, ci sono tanti film che hanno raccontato quel periodo, la grande ferita ricevuta dall’umanità con la quale è ancora oggi difficile fare i conti. Ho trovato il soggetto molto interessante, proprio perché rappresenta un affresco di un momento storico particolare. Abbiamo tanti racconti del prima, del durante, del dopo. La serie ci porta in un momento preciso, tra i mesi di aprile e di maggio del 1945, quando gli italiani sentirono la frase: “la guerra è finita”.

Cosa ha pensato alla prima lettura del copione de “La guerra è finita”?

Mi ha entusiasmato il racconto di Sandro Petraglia, grande sceneggiatore, il cui nome rappresenta una sicurezza. Mi ha colpito la possibilità di narrare quel momento storico da un altro punto di vista. C’è tanta letteratura, ci sono tanti film che hanno raccontato quel periodo, la grande ferita ricevuta dall’umanità con la quale è ancora oggi difficile fare i conti. Ho trovato il soggetto molto interessante, proprio perché rappresenta un affresco di un momento storico particolare. Abbiamo tanti racconti del prima, del durante, del dopo. La serie ci porta in un momento preciso, tra i mesi di aprile e di maggio del 1945, quando gli italiani sentirono la frase: “la guerra è finita”.

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Verso Sanremo 2020

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Un Festival … imprevedibile

Amadeus ha presentato la Settantesima edizione della kermesse di cui è direttore artistico e conduttore. Ad affiancarlo sul Palco del Teatro Ariston Fiorello, Tiziano Ferro, Roberto Benigni e tante donne

Un Festival che vuole stupire, divertire, emozionare.  Un Festival, con un occhio al passato, ma che guarda al presente e al futuro. Amadeus ha ufficialmente presentato, nel corso della consueta conferenza stampa, la settantesima edizione del Festival della Canzone italiana, di cui è direttore artistico e presentatore. “L’imprevedibilità – ha detto – è al primo posto. Vorrei che ogni serata fosse diversa dalle altre, rispettando la liturgia della kermesse, ma con sorprese. Sarà una grande festa pop, all’insegna del nazionalpopolare, grazie al supporto della Rai e al lavoro di squadra che ormai prosegue da mesi”. Il più grande show del nostro Paese coinvolgerà, per la prima volta, l’intera città di Sanremo, protagonista con location diverse, che si aggiungeranno al tradizionale Teatro Ariston: dal Palafiori alle piazze, dal Casinò al red carpet.  Al fianco di Amadeus, tre grandi personaggi: Fiorello, Tiziano Ferro e Roberto Benigni. Se certamente Tiziano Ferro canterà, su quanto faranno Fiorello e Roberto Benigni resta il mistero. All’insegna, appunto, della volontà di sorprendere.  Ma questa settantesima edizione è anche caratterizzata dalla presenza di tante donne, ognuna con caratteristiche e peculiarità diverse.

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TOSCA

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Rai, in esclusiva la Prima della Scala

Il 7 dicembre, dalle 17,45, la diretta da Milano in Televisione, alla Radio e su RaiPlay dell’evento culturale più importante dell’anno. Le immagini del servizio pubblico anche nelle sale cinematografiche e all’estero. Per la prima volta la trasmissione dell’Opera arricchita dall’audiodescrizione per i non vedenti

© Teatro alla Scala / Brescia – Amisano

E’ la “Tosca” di Giacomo Puccini ad inaugurare, sabato 7 dicembre, la stagione della Scala di Milano. E, come sempre, è la Rai a dare la possibilità a tutti gli amanti dell’opera di seguire in diretta l’evento culturale più importante dell’anno. Rai Cultura, infatti, proporrà a partire dalle 17,45, in esclusiva su Rai 1 (su Rai 1 HD canale 501 e online sul portale RaiPlay, dove resterà visibile on demand per quattordici giorni), lo spettacolo che avrà come protagonisti sul palco, oltre a uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, il regista Davide Livermore e le grandi voci di Anna Netrebko, Francesco Meli e Luca Salsi.

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Lucia Ocone

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Amo la mia vita pop

Lucia Ocone, in Tv con “Stati Generali” di Serena Dandini il giovedì sera su Rai3, si racconta al RadiocorriereTv. Gli esordi e la popolarità, l’amore per Anna Marchesini, per la satira e per il suo cane Fiona

Come sta vivendo questo suo ritorno in Tv con la grande famiglia di Serena Dandini?

Benissimo, era da tanto che volevo tornare a fare i miei personaggi, a fare la Tv. Sono felice di averlo fatto in un super programma, un programma con la “P” maiuscola, con una grande della comicità come Serena Dandini. Vorrei che “Stati Generali” durasse tutto l’anno, ma le puntate sono solamente sei. Cercherò di stare sull’attualità, spero che succeda qualcosa di forte da potere parodiare.

Con quali occhi osserva ogni giorno la realtà, sfogliando i giornali, guardando i tg o navigando in rete?

Ogni giorno sfoglio i quotidiani, guardo il web e trovo sempre qualcosa che cattura la mia attenzione. Io e il mio autore Ennio Meloni siamo abituati ad attingere dai fatti, cosa che oltre a essere una paraculata è anche la più divertente (ride). Ho proposto personaggi per tanti anni, prima con “Mai dire gol” poi con “Quelli che il calcio” e so bene che portare in puntata gli argomenti dell’attualità aiuta a conquistare il pubblico. Quando non sto facendo un programma e trovo qualcosa che mi piacerebbe portare in scena “rosico” molto. Penso ad esempio alla sanità e all’infermiera Mimma, che avrebbe sempre qualcosa da dire. 

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Roberto Farnesi

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Una bellissima scommessa vinta

Roberto Farnesi è Umberto Guarnieri ne “Il Paradiso delle Signore”, uno dei personaggi più amati. Il RadiocorriereTv incontra l’attore toscano: “Sono un uomo soddisfatto, mi piace ciò che mi è successo fino a oggi”. E sulla serie di Rai1 afferma: “Con il nostro daily raccontiamo l’Italia del boom economico, il risultato è davvero spettacolare”

Roberto, come sta dopo il recente infortunio domestico?

Molto meglio. È stata una leggerezza, mi sono arrampicato sull’armadio per prendere alcuni abiti pesanti, ho appoggiato il piede sulla mensola che è caduta. Ho avuto una frattura composta a una costola ma sono in pista, si lavora senza tregua (sorride). Sono sciocchezze che possono avere conseguenze serie, questa volta mi è andata bene…

“Il Paradiso delle Signore” vive una seconda stagione di successi. Soddisfatto del risultato?

Moltissimo, ho sposato questo progetto con entusiasmo sin dall’inizio. “Il Paradiso delle Signore – Daily” poteva non sembrare una novità, invece lo è stato per molti motivi. Innanzitutto è un quotidiano ed è anche un ibrido tra una fiction e una soap. E poi è un prodotto che funziona benissimo, oltre che su Rai1, anche su RaiPlay, dove occupa i primi posti per numero di visualizzazioni. La piattaforma della Rai proietta “Il Paradiso” nel futuro e la cosa è entusiasmante.

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Antonio Mezzancella

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Pronto a fare ancora di più

A “Tale e Quale Show” di Carlo Conti Antonio Mezzancella ha vinto e convinto. L’artista umbro, impegnato nel fine settimana su Rai Radio2 con “Tutti Nudi”, svela i propri sogni al RadiocorriereTv: «Vorrei condurre un quiz in televisione e un giorno anche Sanremo»

Con l’interpretazione di “Hola” di Marco Mengoni ha vinto il torneo di “Tale e Quale Show”. Come ha convinto pubblico e giuria?

Penso che a fare la differenza sia stato l’intero mio percorso di queste tre puntate. A gioco fermo mi sono accorto di essere riuscito a dare qualcosa in più. Nella passata stagione ero focalizzato sulla voce perfetta e sulle sfumature, quest’anno mi sono accorto di avere dato più peso all’anima degli artisti che ho riproposto. Ho studiato meglio le loro movenze, cosa che mi ha permesso di convincere anche a livello attoriale.

Chiuda gli occhi per un istante e pensi alla popolarità raggiunta negli ultimi anni, cosa prova?

Mentre i tre giurati annunciavano che mi avrebbero assegnato i loro punti extra ho pensato proprio a questo. Loro dicevano: «I miei dieci punti vanno ad Antonio Mezzancella». In quegli istanti ho rivisto gli anni della gavetta, i sacrifici, le ore non dormite. Sono scoppiato a piangere dalla gioia, la reazione è stata la mia commozione piena.

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Sergio Castellitto

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Con l’anima nelle mani

Incontriamo Sergio Castellitto nello storico laboratorio dell’Antico setificio di Firenze, nel cuore del capoluogo toscano, set delle riprese di alcune scene di “Pezzi Unici”, in onda la domenica in prima serata su Rai1. «Noi portiamo la fiction in una bottega artigiana. Questa è la vera eccellenza – afferma l’attore – Vanni, il mio personaggio, offre una possibilità a cinque ragazzi difficili, ma offre una chance anche a se stesso. La condizione del fallito può darti l’occasione di costruire personaggi bellissimi»

“Pezzi Unici” è un viaggio nelle passioni umane, un percorso che prende il via dal dolore per giungere al riscatto. E tutto questo attraversando la vita, il lavoro. Come ha vissuto, da attore e da uomo, questa esperienza?

È bello lavorare, è bello fare i film, è bello anche essere fieri di ciò che si fa. Credo che questa sia la nostra condizione ideale: partire da una qualità di scrittura che non cade nelle solite trappole della semplificazione televisiva, pur non rinunciando alla linea gialla, portando avanti una suspense emotiva nelle relazioni umane. “Pezzi Unici” è come un grande serbatoio nel quale il telespettatore infilerà la mano e troverà qualcosa che lo riguarda. La serie propone personaggi che corrispondono ad un’umanità nella quale lo spettatore potrà riconoscersi.

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