Giornata della Legalità

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Trent’anni dopo

Un intero palinsesto nel ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e degli agenti delle scorte. Le stragi, la lotta alla mafia, la risposta dello Stato e degli italiani

La Rai celebra la Giornata della Legalità per ricordare le vittime della mafia a trent’anni dall’attentato di Capaci in cui il 23 maggio 1992 persero la vita, lungo l’autostrada per Palermo, Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta. Esattamente cinquantasette giorni dopo, il 19 luglio, in un secondo attentato, in via D’Amelio, vennero uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Lunedì 23 maggio il Tg1 trasmette la commemorazione in diretta dal Foro Italico di Palermo alla presenza delle più alte cariche dello Stato con uno ‘Speciale’ condotto da Emma D’Aquino dal titolo: ‘La memoria di tutti. L’Italia, Palermo 30 anni dopo”. In diretta da Palermo anche le edizioni del Tg2 delle ore 13 e delle 20.30, mentre ‘Speciale Tg3’ (ore 16.30) viene trasmesso dall’Aula Bunker del capoluogo siciliano in occasione della Conferenza dei Procuratori Generali dei Paesi del Consiglio d’Europa. In diretta anche l’informazione e i programmi di Radio1 che si trasferisce per un giorno nel capoluogo siciliano. “Inizieremo la mattina da Capaci – ha dichiarato il direttore Andrea Vianello -, dove tutto sembrava finito ma dove è iniziata la riscossa a poco a poco…”.

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Esterno Notte

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Al cinema

La prima parte dell’opera di Marco Bellocchio sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, presentata al Festival di Cannes nella sezione Première, è già nelle sale cinematografiche. La seconda sarà in programmazione dal 9 giugno

1978. L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un Paese occidentale, un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro, il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Proprio nel giorno dell’insediamento del governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni.

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Quando il Boss è in incognito

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Docu Reality

Max Giusti torna alla guida del programma di Rai2 nelle quattro nuove puntate. Da martedì 31 maggio in prima serata

Dopo il grande successo della scorsa edizione, torna su Rai2, a partire dal 31 maggio in prima serata, “Boss in incognito”, il docu-reality che racconta le storie degli imprenditori che hanno deciso di affrontare la sfida di lavorare per una settimana insieme ai loro dipendenti sotto mentite spoglie: camuffati, con una nuova identità e un aspetto fisico inedito, grazie a trucco e parrucco. Confermato alla conduzione Max Giusti che, come nella precedente edizione, anche quest’anno, grazie a un travestimento e a un nome di fantasia, andrà in incognito per dare una mano ai boss e sostituirli, in alcune occasioni, nella loro missione. Quattro puntate per raccontare altrettante realtà aziendali italiane d’eccellenza, tra cui un’azienda che produce yacht e un’azienda dolciaria. Sarà un’esperienza che permetterà a due mondi, quello dei boss e quello dei loro lavoratori, solitamente separati e distanti, di incontrarsi: da un lato, i boss avranno l’opportunità di conoscere meglio chi lavora per loro e di capire, più dall’interno, punti di forza e criticità della propria azienda; dall’altro, i lavoratori, senza saperlo, avranno l’opportunità di farsi conoscere dai propri titolari, spesso considerati inarrivabili, ma anche di conoscerli meglio umanamente, e non solo professionalmente.

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American Night

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Al cinema

Nelle sale dal 19 maggio il film thriller di Alessio Della Valle coprodotto da Rai Cinema. Con Jonathan Rhys Meyers, Emile Hirsch, Paz Vega, Jeremy Piven, Fortunato Cerlino, Anastacia

Presentato in anteprima mondiale al Festival di Venezia 2021, il 19 maggio esce al cinema il thriller diretto da Alessio Della Valle. Michael Rubino, nei cui panni si cala Emile Hirsch, è appena diventato capo di tutti i capi della mafia di New York ma il suo più grande desiderio è quello di poter dedicare la sua vita alla pittura e diventare un grande artista. John Kaplan (Jonathan Rhys Meyers) è un mercante d’arte disordinato e ombroso, ma è anche il migliore al mondo per l’individuazione dei falsi. Le strade dei due, apparentemente così distanti, si incontreranno davanti a un bivio di cruciale importanza, quando il furto della Marylin di Warhol darà il via ad una serie di accadimenti imprevisti che sconvolgeranno le loro vite.

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Ezio Bosso, le cose che restano

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Docufilm

In prima visione assoluta con le testimonianze di amici e collaboratori dell’artista, da Gabriele Salvatores a Enzo Decaro, da Paolo Fresu a Silvio Orlando. Scritto e diretto da Giorgio Verdelli, in prima serata giovedì 19 maggio su Rai3

SANREMO 10 FEBBRAIO 2016. 2° PUNTATA DEL FESTIVAL DELLA CANZONE DI SANREMO NELLA FOTO EZIO BOSSO

“Ezio Bosso. Le cose che restano” è il racconto di una grande storia umana. La carriera di Bosso è stata quanto di più atipico si possa immaginare, sia per le vicende personali che per quelle professionali. Bosso nel suo percorso artistico si è lanciato spesso in forme ibride di narrazione e musica e questo film, che parla di lui, ha un approccio analogamente poliedrico come poliedrica è stata la sua vita. Nel film il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso un lavoro minuzioso di ricerca tra le tante interviste audio e video che ha rilasciato nel tempo. Il ritmo scorre fluido e spontaneo, proprio perché il docufilm è privo del solito narratore frontale: è il maestro stesso a svelarsi agli spettatori, a farci entrare nel suo mondo e nel suo immaginario, come in un diario. La narrazione è stratificata e crea un dialogo fra le varie età dell’artista in un continuo rimando fra immagine e sonoro.

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Il coraggio di essere Franco (Battiato)

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Anniversario

A un anno dalla sua scomparsa, il primo documentario sul cantautore catanese: un ritratto intimo del “genio” che ha ridefinito il concetto di musica pop in Italia. Il 18 maggio in prima serata su Rai 1

©Gian Mattia D’Alberto/Lapresse

A un anno dalla morte di Franco Battiato, Rai Documentari gli dedica una prima serata con “Il coraggio di essere Franco” in onda il 18 maggio su Rai 1. Scritto e diretto da Angelo Bozzolini e prodotto da Aut Aut Production in collaborazione con Rai Documentari, il film ripercorre la vita e la carriera di uno degli autori più rivoluzionari della musica italiana, pioniere di nuovi mondi musicali. Con la voce narrante di Alessandro Preziosi, il documentario cerca di restituire anche un ritratto intimo dell’artista, grazie al racconto della nipote Cristina Battiato e al materiale inedito degli archivi fotografici della famiglia, della Rai, della Cineteca di Bologna, della Universal Music, nonché alle riprese esclusive nelle case di Milano e Milo in Sicilia, oltre che nei luoghi della spiritualità così profondamente cara a Battiato. Tra i documenti inediti, i testi autografi del 1966 e le foto esclusive del suo primo duo con Gregorio Alicata, “Gli ambulanti”, insieme ad un brano mai ascoltato prima. Nessuno come Battiato è riuscito a scardinare le regole del gioco in così tanti ambiti, da quello musicale, cinematografico e televisivo, ma anche mistico e spirituale, votando la sua creatività al risveglio della coscienza del pubblico.

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A muso duro

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Un viaggio bellissimo

Flavio Insinna torna alla fiction con un ruolo da protagonista per raccontare la storia del dottor Antonio Maglio e di quelle che saranno riconosciute come le prime Paralimpiadi che si svolsero a Roma nel 1960. Con Claudia Vismara nei panni della moglie Stella, la regia è di Marco Pontecorvo. Lunedì 16 maggio in prima serata su Rai1

©Mauro Sostini

“A muso duro” di Marco Pontecorvo racconta la storia di Antonio Maglio, un medico illuminato che, prendendo spunto dagli studi e dalle metodologie del prof. Guttmann sul recupero dei paraplegici, tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60, diede speranza e dignità alle persone disabili che, fino a quel momento, giacevano in un letto di ospedale, nascosti agli altri, alla società esterna. Il nome di Antonio Maglio è sconosciuto alla maggior parte degli italiani. Eppure, grazie a lui, alla sua dedizione e alla sua testardaggine nacquero i primi Giochi paralimpici della storia cui parteciparono 400 atleti provenienti da 23 nazioni. Per la prima volta i paralitici”si mostrarono al mondo senza vergogna, senza imbarazzo, ma con la consapevolezza di poter vivere una vita come tutti.

FLAVIO INSINNA È ANTONIO MAGLIO

Nei panni del dottor Maglio, come è andata?

È stato un regalo. Il mio papà era medico e per un certo periodo ha collaborato con questo centro, importantissimo, che è la Santa Lucia. Da bambino andavo con lui che era uno dei medici della nazionale paralimpica, a vedere le partite di basket in carrozzina. A 11 anni, per la promozione, mi fece il regalo di portarmi con sé alle Paralimpiadi in Canada, gli feci da assistente a spingere le carrozzine, ad aiutare. Se ti fanno vedere le cose, se hai la fortuna di guardarle e capire, questo ti cambia la vita. Non ringrazierò mai abbastanza mio padre per avermi fatto capire subito.

Quell’esperienza contribuì a farle vedere la disabilità da un punto di vista diverso?

L’unica vera disabilità è fregarsene degli altri, poi ci sono tantissime problematiche e non ce le possiamo nascondere. Il professor Maglio, che era un genio, partiva dall’incontro con il malato, cercava di dare consapevolezza e lanciava una sfida. Diceva loro: “Possiamo costruire insieme una nuova vita, con altre cose belle”. Era un medico che non solo curava, ma si prendeva cura delle persone. Nei suoi appunti, nei suoi scritti, c’è una progettualità, appunto, per ricostruire non solo il malato, ma la persona, restituendo possibilità di vita, di lavoro. Parlarne oggi, nel 2022, sembra quasi banale, ma immaginiamo gli anni Cinquanta: Maglio puntò alla dignità della persona. Fare questo film è stato un viaggio bellissimo.  Ho guardato le sue foto, nelle quali è sempre in mezzo ai suoi pazienti, spesso è seduto per terra insieme a loro. Maglio li metteva al primo posto, li considerava la sua seconda famiglia.

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Tra passato, presente e futuro

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Sapiens

Da sabato 21 maggio alle 21.45 su Rai3 torna Mario Tozzi con “Sapiens, un solo pianeta”

©Assunta Servello

“Sapiens – Un solo pianeta” torna con nuove storie dedicate a un pubblico sempre più attento e desideroso di capire fenomeni spesso complessi attraverso l’approccio del metodo scientifico che da sempre contraddistingue il lavoro del ricercatore-divulgatore Mario Tozzi. Dalla rivoluzione biologico-filosofica di Charles Darwin al centenario dei primi parchi italiani; dalla fine dei combustibili fossili all’unica soluzione possibile: le energie rinnovabili; dalla spiegazione scientifica dei miti antichi all’insostenibilità di un inarrestabile sviluppo economico e tecnologico. Sono i macrotemi sui quali si concentra la quarta stagione del programma, spiegando, approfondendo, esprimendo perplessità, provocando reazioni e ponendo interrogativi con i quali i Sapiens dovranno, prima o poi, fare i conti. Il nuovo ciclo di puntate si apre con una singolare ricerca alla scoperta delle origini scientifiche dei miti antichi, da quelli greci alla Bibbia. Nello straordinario sito di Hierapolis (in Turchia), a ridosso delle piscine termali di Pamukkale, “Sapiens” compie un viaggio negli elementi – aria, acqua, terra, fuoco – alla ricerca delle origini fisiche del mito. Al centro della puntata il mito del più grande oracolo dell’antichità, quello di Delfi, dalle cui enigmatiche visioni è dipesa una parte cruciale della storia antica. Grazie a quali forze entrava in trance l’oracolo? Un giallo storico e scientifico lungo secoli che oggi possiamo finalmente svelare.

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Rai protagonista ai David

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David di Donatello 2022

Sono 15 i premi conquistati dai film coprodotti da Rai Cinema, tra questi: “Freaks Out”, “Qui rido io”, “Ariaferma”, “A Chiara”, “Piccolo corpo”. Paolo Del Brocco: «Celebriamo la felicità di esserci ritrovati insieme a festeggiare dal vivo il nostro cinema»

Assegnati a Cinecittà i David 2022 in una serata nella quale i protagonisti del cinema italiano sono tornati in presenza dopo i due anni di pandemia. Importante il risultato di Rai Cinema, con ben 15 David ottenuti. “Oggi è un giorno di festa, contiamo con gioia le statuette vinte insieme agli autori, ai produttori, agli attori e a tutte le maestranze con i quali abbiamo lavorato, celebriamo la felicità di esserci ritrovati insieme a festeggiare dal vivo il nostro cinema” afferma Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, che aggiunge “Guardiamo con fiducia al futuro in una stagione ancora difficilissima come quella appena trascorsa, perché ancora una volta abbiamo la conferma che nel nostro cinema c’è passione, creatività, professionalità, capacità di rischio, e i premi David di Donatello ne sono una bella dimostrazione. Ci auguriamo che la grande serata televisiva di Rai1 e i premi del David contribuiscano a spingere il pubblico a tornare nelle sale con fiducia e con il desiderio di mantenere vivo il dialogo con il nostro cinema, e rinnoviamo l’appello lanciato qualche giorno fa per promuovere l’urgenza di provvedimenti che aiutino concretamente le sale a sopravvivere, e insieme riuscire a immaginare un altro futuro. È stato nonostante tutto un anno di ottimo cinema, con alcune opere che resteranno a lungo nella memoria, come ‘Freaks out’, che vince sei David, un film che è stato una vera sorpresa nel cinema della scorsa stagione, una ventata di energia creativa e di coraggio. Gabriele Mainetti è un regista di grande capacità e tenacia che ama le sue storie e le mette al servizio del desiderio di sperimentare, senza paura di attraversare i generi: un’idea originale e fuori dagli schemi che ci è sembrata subito affascinante. Il film è stato una scommessa anche a livello produttivo, con effetti, mezzi e risorse fuori dall’ordinario per il nostro cinema, e siamo felici che questo sia stato capito e riconosciuto. Ringraziamo per questo i giurati per il premio per il Miglior produttore che condividiamo con Lucky Red e la Goon Films. Anche a Mario Martone i nostri complimenti, il suo film e il suo cinema, sempre più ispirato, affonda le radici nelle origini del genio napoletano per parlarci di temi universali. ‘Qui rido io’ è un affresco straordinario di un’epoca e di una dinastia di teatranti. E la grande regia di Martone riesce a tenere insieme spettacolo e riflessione, teatro e cinema, leggerezza e cultura, come solo i maggiori registi riescono a fare. Congratulazioni per i due David ad ‘Ariaferma’. È stato il film rivelazione del 2021 e Leonardo Di Costanzo si conferma come un regista dallo stile definito che affronta con uno sguardo profondo e personale temi scottanti e attuali come il mondo delle carceri. Rai Cinema insieme a tempesta di Carlo Cresto-Dina, sostiene con convinzione ed entusiasmo il suo lavoro fin dall’esordio. È stata una bella sorpresa vedere salire sul palco dei David due giovani donne con le quali abbiamo condiviso lavoro ed emozioni in questi ultimi anni: i premi a Laura Samani, come Miglior regista esordiente con l’intenso e sorprendente ‘Piccolo corpo’ e a Swamy Rotolo per la sua interpretazione da protagonista nel bellissimo ‘A Chiara’, in cui Jonas Carpignano è riuscito a cogliere lo sguardo innocente e profondo di questa ragazza sul mondo dell’Ndrangheta. Sono riconoscimenti che fanno bene al nuovo cinema italiano.

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Secret Team 355

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Al cinema

Dal produttore e regista Simon Kinberg uno spy thriller con un formidabile cast di star femminili guidato dal neo premio Oscar® Jessica Chastain

Una pericolosa arma segreta cade nelle mani di spietati mercenari e la sicurezza del mondo è in pericolo. Mason Brown “Mace”, agente della CIA sotto copertura (Il Premio Oscar® Jessica Chastain), viene incaricata di trovare l’arma a qualsiasi costo. Per compiere la missione, deve creare un team di eccellenza con le migliori spie internazionali: Marie (Diane Kruger), agente tedesca e sua diretta antagonista; Khadijah (Il Premio Oscar®  Lupita Nyong’o), ex agente dell’MI6 e esperta informatica, Graciela (Il Premio Oscar® Penélope Cruz), abile spia e psicologa colombiana, e Lin Mi Sheng (Bingbing Fan), una donna elegante ed enigmatica parte dei servizi segreti cinesi. La missione non conosce confini e le azioni si susseguono spaziando tra Parigi e il Marocco per arrivare alle prestigiose case d’asta di Shangai. La posta in gioco è molto alta e nelle mani del gruppo di agenti speciali c’è la salvezza del mondo… Il film è interpretato inoltre da Édgar Ramirez (“La ragazza del treno”, “Resistance – La voce del silenzio”) e Sebastian Stan (“Captain America”, “The Avengers”, “Pam & Tommy”). La sceneggiatura è di Theresa Rebeck (NBC’s Smash, Trouble) e Simon Kinberg da una storia di Theresa Rebeck. La storia mette in luce i talenti più disparati del mix eclettico di agenti, ciascuna delle quali è specializzata in alcuni aspetti dello spionaggio, che si tratti di combattimento e operazioni sul campo, tecnologia all’avanguardia, tecnica di tiro o psicologia. Insieme formano una squadra imbattibile: sono intelligenti, audaci e quando necessario sanno essere letali.

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