Deborah Iurato

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Amare e ridere

“Voglia di gridare” è il nuovo singolo della cantautrice siciliana Deborah Iurato, che crede molto nell’istinto e nelle sensazioni a pelle e che, nel suo nuovo disco, descrive il quotidiano: “Ho voluto mettere in risalto momenti belli dell’estate, quando torno a casa e ritrovo la famiglia, gli amici e il mare – spiega – Vorrei uscire con un album che include tutto quello che ho raccontato fino ad oggi”.

Ci racconta il suo nuovo singolo?

L’ho scritto cercando di raccontare momenti di spensieratezza del quotidiano, subito dopo l’estate, mettendo in risalto momenti positivi, visto anche il periodo che stiamo vivendo tutti. L’estate, nonostante tutto, è un periodo bello, dove io riesco a tornare a casa, in Sicilia, e a ritrovare la mia famiglia, i miei amici e il mare. Resto spesso a guardarlo da sola perché mi rigenera. Sentivo proprio il bisogno di raccontare quei momenti.

Cosa è per lei la felicità?

E’ tutto ciò che mi circonda e che mi fa stare bene. Sono molto solare e mi piace circondarmi di persone che mi fanno stare bene. E’ molto importante.

E le sue più grandi paure?

Non riuscire ad essere come gli altri pensano che io sia, deludere qualcuno. E’ una grande paura.

Nella sua carriera ci sono collaborazioni con Lionel Ritchie, Fiorella Mannoia e Alessandra Amoroso, più un ottimo risultato a Sanremo 2016. Cosa le hanno lasciato queste esperienze?

Le porterò per sempre nel cuore. Sono collaborazioni che mi hanno lasciato una consapevolezza in più. Ho iniziato a 22 anni ed ero molto ingenua. Sicuramente non sapevo cosa mi aspettava e ogni singola esperienza mi ha lasciato qualcosa da condividere con le persone che amo.

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Antonio di Bella

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06/01/2021 L’assedio

Il 6 gennaio un gruppo di rivoltosi ha fatto irruzione nella sede del Congresso americano, evento senza precedenti. La cronaca del giorno che ha cambiato la storia nell’instant book del corrispondente della Rai negli Stati Uniti

Perché ha deciso di scrivere “L’assedio”?

L’idea di scrivere questo libro è nata dopo avere avuto l’occasione di vedere di persona tutto quello che è successo il 6 gennaio al Campidoglio di Washington. Oltre a raccontare in tutti i telegiornali quel che ho visto di persona, mi è sembrato giusto seguire la richiesta di Rai Libri di condensare la mia esperienza in un instant book per fissare anche con la parola scritta uno dei momenti più importanti della nostra storia recente.

Che America si è svelata con i fatti del 6 gennaio e con gli eventi che li hanno preceduti?

Il 6 gennaio ha portato davanti agli occhi di tutti un pezzo di America che esiste da tempo ma che molti, specie dall’altra parte dell’oceano, si rifiutano di riconoscere o non conoscono. È l’America che ha votato Trump, che ha diffidenza per tutto quello che viene da un Paese straniero, che ha dell’orgoglio patriottico il suo motivo di esistere e che non può essere accantonata o ignorata. Non tutti gli elettori di Trump sono violenti come quelli che hanno marciato sul Campidoglio a Washington, ma in tutti c’è la rabbia, fondata o no, di non avere ascolto e visibilità nell’America del politicamente corretto.

Che America sarà quella di Joe Biden e quali saranno i nodi da affrontare nel breve e nel lungo periodo?

Biden ha un compito enorme davanti a sé, deve combattere il covid e rilanciare l’economia, ma soprattutto deve tenere conto che metà del Paese diffida delle ricette democratiche, che in effetti hanno significato negli anni recenti arricchimento per pochi e difficoltà economiche per molti. In più, avrà al suo interno una forte componente radicale che spingerà per politiche più dichiaratamente liberali, cercando di forzare il carattere naturalmente mediatore del neo presidente.

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Ricchi e Poveri

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Una storia bellissima

Oltre cinquant’anni di musica e successi per uno dei gruppi italiani più amati. Rai1 festeggia Angela Brambati, Franco Gatti, Marina Occhiena e Angelo Sotgiu con una grande festa, in onda sabato 27 gennaio in prima serata, con la conduzione di Carlo Conti. Venerdì 26 esce invece “Reunion”, doppio album con 21 celebri canzoni eseguite dai quattro artisti nella formazione originari

© Fabio Leidi

Una lunga carriera festeggiata con un nuovo disco e con una serata speciale su Rai1, come state vivendo questo momento?

ANGELA: È come se fossimo tornati indietro agli anni trascorsi insieme e ci fossimo detti… “aspetta che torniamo subito”.

MARINA: Anche se siamo stati separati tanto tempo a legarci è sempre rimasto un filo. Quello che abbiamo avuto quando eravamo in quattro era bellissimo, ora abbiamo l’occasione di ripetere quella meravigliosa esperienza e di andare avanti di nuovo in quattro. Immagini con quale gioia lo stiamo facendo…

Chiudete un istante gli occhi e ripensatevi al debutto, al “Cantagiro” del 1968. Quale emozione provate e che ricordi avete?

ANGELO: È stato un momento particolare. Eravamo alle prime armi, ci siamo trovati insieme a cantanti di prestigio che non conoscevamo. C’erano tanta passione e anche tanta timidezza. Avevamo un grande spirito d’avventura, quello stesso spirito che ci ha portati fino a oggi.

ANGELA: Penso che la nostra forza oggi non sia data tanto dai pezzi, ma dall’esserci rincontrati. Siamo felici di avere ripreso la nostra amicizia.

FRANCO: Sono uno di passaggio, sono qui per informarvi che i Ricchi e Poveri vanno sul sicuro (sorride).

Vi proponiamo un gioco attraverso le vostre canzoni. Partiamo da “La prima cosa bella”, qual è il ricordo più caro della vostra vita professionale?

FRANCO: Sicuramente il primo “Sanremo”, inaspettato, con “La prima cosa bella”, ci sono stati altri momenti importanti, ma la prima volta è sempre quella che ti rimane nel cuore.

ANGELA: Il giorno dopo il debutto a quel primo “Sanremo”, andando per strada, ci rendemmo subito conto che qualcosa era cambiato, la gente ci riconosceva, non ci sembrava vero (sorride).

MARINA: E vi ricordate in autostrada al ritorno da Sanremo? A un certo punto sentimmo la sirena dell’auto dei carabinieri, pensammo di avere superato i limiti di velocità. Invece no, accostammo e li vedemmo venire verso di noi per chiederci l’autografo. Capimmo di essere diventati famosi.

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Luisa Ranieri

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Lolita, una “femmina” di oggi

Chi ha detto che un tacco 12 non vada d’accordo con il distintivo? Come una perfetta acrobata, l’attrice napoletana si è mossa tra le vie di Bari nei panni di del vicequestore Lobosco, ironico e autorevole, e ha incantato una platea di 7 milioni e mezzo di persone (31,77 per cento) nella prima puntata di domenica su Rai1: “Mi è piaciuta tanto, guarda”, potrebbe dire a commento del risultato

© duccio giordano

«‘Questa è Rai1’ è stato il mio primo pensiero quando ho visto in anteprima la serie, che sono certo il pubblico premierà proprio per la sua autenticità, per la sua ironia. La scrittura di Gabriella Genisi ci ha consegnato un ritratto contemporaneo di una donna magistralmente interpretata da Luisa Ranieri»: così il direttore Stefano Coletta alla presentazione della nuova serie di punta della rete ammiraglia, “Le indagini di Lolita Lobosco”, in onda la domenica in prima serata su Rai1. «Una nuova avventura, primaverile, solare» l’ha definita Maria Pia Ammirati, a capo di Rai Fiction che, a proposito del personaggio, Lolita e dell’ambientazione, afferma: «È una donna bella, impegnata, nonostante abbia una femminilità contemporanea, è assolutamente fuori dagli stereotipi, come il luogo in cui la storia è ambientata, Bari, una città bellissima, chiara e moderna. Questa serie sarà una sorpresa per tutti, soprattutto per le donne che ameranno questo personaggio femminile così sfaccettato».

Luisa Ranieri, Lolita è una femmina moderna…

Una donna che domenica si è presentata con il suo tacco 12 – che indossa come se fossero scarpe da ginnastica – ironica, dolce e anche dura, proprio come sono le donne di oggi che lavorano e che hanno sotto di loro una squadra di uomini. Lolita è un personaggio che non ha bisogno di mascherarsi da uomo per essere autorevole e meritevole, mi ha colpito immediatamente, tanto che, per la prima volta, ho affrontato questa avventura senza prendere appunti, interpretando il mio ruolo come un cavallo pazzo (ride)!

Cosa l’ha guidata nella costruzione del personaggio?

Non l’ho costruito, piuttosto l’ho incontrato. In Lolita ci sono tanti pezzetti, tante sfumature di donne contemporanee che ho cercato di abbracciare e mettere insieme.

Dalla sua Napoli a Bari, come si è immersa nella genuina baresità di Lolita?

“Mi è piaciuta tanto, guarda” (ride pronunciando la frase con un accento barese). Bari è molto simile a Napoli, soprattutto la parte vecchia della città e nello spirito della gente, nella tipica felicità delle domeniche, dei pranzi, nel curare e amare attraverso il cibo.

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Enrico Ianniello

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A teatro ho imparato a conoscere me stesso

Presto lo rivedremo nei panni del Commissario Nappi nella sesta stagione di “Un Passo dal Cielo”, ora lo apprezziamo nel ruolo del dottor Modo, l’antifascista che aiuta Ricciardi ad alleggerire la vita: «Bruno è un uomo saggio, accogliente, uno dei pochi che riesce a tranquillizzare le angosce dell’amico, anche perché ne riconosce qualcuna sua». Il RadiocorriereTv raggiunge l’attore napoletano nella sua città d’adozione, Barcellona

© Anna Camerlingo

Lei che di Commissari se ne intende, come si sta dall’altra parte?
Anche Lino (Guanciale) ne sa qualcosa di commissari (ride), è stato uno scambio interessante! Modo è un medico legale, svolge una professione che ha un lato sgradevole, complicato da gestire, cioè avere a che fare continuamente con la morte. Fin dai romanzi di de Giovanni si comprende però che questo legame con la “fine” lo aiuta a sviluppare un profondo amore per la vita in tutte le sue forme. È un uomo saggio, accogliente, uno dei pochi che riesce a tranquillizzare le angosce del Commissario, anche perché ne riconosce qualcuna sua. È poi un antifascista, una parola purtroppo ancora troppo contemporanea, un elemento che, paradossalmente, rende moderno questo personaggio. Anche in questo però non è mai arcigno, mantiene la sua giovialità, limitandosi a dire sorridendo quello che pensa.

Un legame speciale quello con Ricciardi…

“Noi vediamo la morte tutti i giorni, non possiamo farci carico anche del loro dolore” è la filosofia di Modo, che come medico legale tocca con mano la morte, ma non vuole lasciarsi sopraffare, in totale contrapposizione a quello che succede a Ricciardi, che vive dentro di sé la sofferenza delle persone morte. Il medico però deve essere freddo se veramente vuole aiutare il malato.

Modo è la voce del dissenso che in anni difficili non nasconde le proprie idee

È vero, negli anni che raccontiamo ci voleva molto coraggio per parlare, per esporsi, la reazione era immediata, ma anche oggi ce ne vuole. Siamo convinti di avere la libertà di poter dire quello che pensiamo, ma tutto è diventato più subdolo, ci manca forse la capacità di riflettere meglio sulle nostre parole, prima di mettere le mani sulla tastiera. È un insegnamento che viene dal maestro Camilleri che, assistendo a una discussione tra Leonardo Sciascia e un suo amico, che iniziava le sue argomentazioni con “Io penso…”, a un certo punto lo interruppe dicendo: “Tu devi imparare a riflettere prima di pensare”. Dovremmo tutti tenere a mente queste parole.

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Vi aspettiamo al PrimaFestival

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Il Festival? Che meraviglia!

Pronta a portare il pubblico di Rai1 dietro le quinte dell’appuntamento musicale più atteso dell’anno con “PrimaFestival”, Giovanna Civitillo racconta al RadiocorriereTv il suo primo incontro con Sanremo: «Lavoravo nella “Domenica In” di Carlo Conti, ballare all’Ariston fu emozionante». E ancora: «Prima di andare in onda faccio un respiro profondo, l’adrenalina la porto con me in diretta»

Come si appresta a vivere l’esordio a “PrimaFestival”?

Con sorpresa e con tantissima emozione, non vedo l’ora di divertirmi con Valeria e Giovanni. Sto proprio andando a Sanremo per incontrarli.

Che rapporto ha con il Festival di Sanremo?

Li ho seguiti tutti! Il Festival è un appuntamento fisso, lo vedevo anche da piccola in famiglia, si stava tutti insieme davanti al televisore ad ascoltare le canzoni. Quello dell’anno scorso, invece, l’ho vissuto nel pomeriggio da inviata per “La vita in diretta” e di sera in prima fila al Teatro Ariston. La mia prima volta a Sanremo fu in occasione di una “Domenica In” condotta da Carlo Conti nella quale lavoravo come ballerina. Fu già quella un’esperienza bellissima, io e le mie amiche ci divertivamo a camminare sul tappeto rosso e a fare fotografie. A Sanremo è tutto meraviglioso. L’atmosfera in città è fantastica, certo, quest’anno mancherà il calore della gente.

L’edizione 70+1 vedrà i telespettatori ancora più attenti al Festival. Una sfida e una responsabilità in più per un conduttore?

Siamo un po’ agitati, emozionati, cercheremo sicuramente di dare il massimo. Ma sarebbe stato così anche in un anno normale.

Cos’ha pensato quando ha saputo che avrebbe condotto “PrimaFestival”, batticuore o una bella risata?

Batticuore e una risata un po’ isterica (sorride). Fino a poche settimane fa pensavo che avrei continuato a fare “La vita in diretta”, invece, all’improvviso, è arrivata Rai Pubblicità e ha sconvolto tutto.

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Le indagini di Lolita Lobosco

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Serie Tv

Tra giallo e commedia. Liberamente tratta dai romanzi di Gabriella Genisi, la nuova fiction in quattro puntate di Rai1 ci porta a Bari. Protagonista è Luisa Ranieri, la regia è affidata a Luca Miniero

foto di Duccio Giordano

Lolita, interpretata da Luisa Ranieri, è una donna del Sud, mediterranea, vivace, empatica e single in carriera; vicequestore del commissariato di polizia a Bari, sua città natale dov’è appena tornata dopo un lungo periodo di lavoro nel Nord Italia. A capo di una squadra di soli uomini per essere autorevole Lolita non ha bisogno di castigare la sua innata sensualità. In un mondo ostinatamente governato dai maschi come quello dell’investigazione e della giustizia, Lolita sceglie di rimanere se stessa, un prezioso mix di esplosiva bellezza e un pizzico di malizia che le permette non solo di affermarsi sui colleghi uomini, ma anche di combattere il pregiudizio di alcune donne. Lolita però, nonostante sprigioni fascino e bellezza, non ha mai avuto una storia importante.

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Serena Iansiti

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La mia Livia, un po’ Greta Garbo e un po’ Lady Gaga

L’attrice napoletana, già protagonista di importanti serie della Rai, veste i panni della ex cantante d’opera che riesce a scuotere il cuore del commissario Ricciardi. Al RadiocorriereTv racconta l’incontro con i romanzi di Maurizio de Giovanni e parla del suo personaggio: «È una donna moderna con una forte personalità, che piace agli uomini ma allo stesso tempo li spaventa». Lunedì 15 febbraio in prima serata su Rai1 la quarta puntata

foto di Anna Camerlingo

Nelle prime tre puntate abbiamo conosciuto bene la sua Livia Lucani, l’altra metà del cuore del commissario Ricciardi, un personaggio che sta avendo un’evoluzione profonda…

Livia si è resa conto che la parentesi napoletana l’ha scossa nel profondo, che la sua vita non è più quella che voleva, che desiderava qualcosa di più autentico. L’incontro con il commissario Ricciardi, che non l’ha trattata con condiscendenza ma con fare brusco, come fosse una persona qualsiasi, l’ha certamente risvegliata. Era un bisogno che aveva e che ha ritrovato grazie a quest’uomo burbero, ombroso e cupo, con cui ha certamente un’affinità, che non è soltanto sensuale o di seduzione. In quello sguardo, in quegli occhi, in quel suo tormento, vede qualcosa di molto profondo, di antico, che riconosce e che le è affine. E poi c’è Napoli, che l’ha risvegliata con i colori, il chiasso, i bambini, una vitalità anarchica, diversa da quella romana dell’epoca. A Napoli ha inizio il rapporto tra la pantera che è un po’ Livia e la preda che è Ricciardi. Presto non sarà solo un gioco, ma qualcosa di più.

Una rappresentazione del femminile in anni difficili per la donna, cosa le ha lasciato calarsi in quel personaggio e in quell’epoca…

C’erano uno stile e un’eleganza diversi. Livia è una ex cantante lirica che all’epoca aveva il carisma, il fascino e l’importanza di un’attrice hollywoodiana. Il mio compito è stato un po’ arduo, non mi sentivo in qualche modo all’altezza, poi, lavorando sul personaggio mi sono sentita sempre più a mio agio. Interpretare una “femme fatale” del genere è stata una bella responsabilità.

A chi si è ispirata nel dare carattere al suo personaggio?

A dive del passato, come Marlene Dietrich e Greta Garbo, o a star contemporanee come Lady Gaga, che nonostante lo stile completamente diverso, hanno quel tipo di aurea carismatica che potrebbe essere riconducibile alle dive di un tempo. Livia, pur non essendo fascista, è una delle migliori amiche della figlia del Duce. Lei respira il potere di un fascismo che cresce sempre di più, riceve dei piaceri, però si rende anche conto dei pericoli che possono derivare dalle sue conoscenze e in qualche modo cerca di distanziarsi.

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Samanta Togni

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Sempre semplicemente me stessa

Amata dal pubblico per i lunghi anni a “Ballando con le stelle”, apprezzata per il ruolo di co-conduttrice a “I fatti vostri” di Giancarlo Magalli, l’ex ballerina è ora padrona di casa di “Domani è domenica”, il sabato alle 12 su Rai2. «Il rigore della danza lo porto nella vita – afferma – affronto le mie giornate con la determinazione e il senso di sacrificio che ho imparato ballando»

Una finestra aperta sul fine settimana degli italiani, dove ci porta con “Domani è domenica”?

Il programma racconta le nostre passioni e come gli italiani trascorrono il loro tempo libero. Diamo anche qualche consiglio per impegnarci nel week-end, per fare attività diverse rispetto a quelle della routine quotidiana. Vogliamo portare nelle case un’atmosfera serena e piacevole.

Dal lunedì al venerdì insieme a Giancarlo Magalli, ora il sabato con un appuntamento tutto suo, cosa sta scoprendo degli italiani a mezzogiorno?

Penso che le persone abbiano voglia di sedersi un attimo, di dedicarsi un po’ di tempo e di condividere, perché la condivisione è un valore che stiamo sempre più riscoprendo. Penso anche che nel popolo di mezzogiorno ci siano donne meravigliose che amano dedicarsi alla famiglia, alla tradizione, a creare un piatto particolare.

Come è cambiato il suo mezzogiorno negli ultimi mesi?

Il mio mezzogiorno è felicemente impegnato (sorride). Oggi la mia condivisione è con le persone con cui lavoro, e devo dire di essere fortunata perché trascorro il mio tempo con persone molto interessanti.

Come si trova nei panni della conduttrice?

Ancora non l’ho capito (ride). Ho un approccio molto diretto, porto in televisione quello che sono. Se balli o se conduci devi essere preparata in modo diverso, ma allo stesso tempo, anche se con un linguaggio differente, voglio essere spontanea, diretta e vera. È la chiave con cui affronto ogni progetto.

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Sanremo 2021

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Un Festival unico

Dal 2 al 6 marzo, la canzone italiana va in scena al Teatro Ariston con 26 campioni e 8 nuove proposte. Ad accogliere il pubblico di Rai1 il direttore artistico Amadeus e Fiorello. Sul palco, in tutte le serate, Zlatan Ibrahimovic e Achille Lauro

Un “Sanremo” che non dimenticheremo, il 71°, che partirà esattamente a distanza di un anno dall’introduzione delle misure di contenimento della pandemia. Un Festival che avrà ancora di più al centro la musica, protagonista della gara dei campioni e delle nuove proposte, e che porterà sorriso e leggerezza nelle case di molti milioni di italiani. Il direttore artistico Amadeus, e il suo compagno di viaggio di tante avventure, Fiorello, promettono uno spettacolo di alto livello, e se per una volta le poltrone del teatro Ariston non saranno gremite, la platea televisiva accoglierà certamente il Festival con un applauso fragoroso. La gara, i grandi ospiti, l’orchestra, i momenti di impegno sociale che si alterneranno a quelli più leggeri, saranno gli ingredienti di un appuntamento irrinunciabile e mai tanto atteso. “È un Sanremo difficile, è inutile che dica che non è così – ha affermato Amadeus nel corso della conferenza stampa del Festival – ma noi abbiamo il dovere di sorridere e di regalare spensieratezza.

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