Riccardo Rossi

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A suon di battute

Un manipolo di battutisti si scatena sui fatti e sulle notizie del giorno. L’attore Riccardo Rossi conduce “Battute?”, dal martedì al venerdì in seconda serata su Rai2

Che cosa ha pensato quando le è stato proposto di condurre “Battute?”
L’ho presa tranquillamente, non è stata una sfida. Il ruolo del “giornalista” mi ha sempre divertito, erano panni che vestivo un tempo, quando avevo vent’anni, in sketch che facevo nei villaggi turistici. Per me è stato in parte un ritorno al passato. Anche il fatto di chiedere nel corso del programma battute in modo così insolente, sarcastico, “fateme vede che cosa avete da dire!” è una mia corda. È stato certamente un bel tuffo, ma la piscina non era vuota.
Mi parla dei suoi amici umoristi?
Li ho conosciuti il primo giorno di trasmissione. Sono tutti dotati, in alcuni vedo la valenza dell’attore, in altri quella dell’autore, altri ancora hanno il vero senso della battuta, i toni giusti. Penso che se fosse capitato a me, alla loro età, sarebbe stata una grande palestra. È una buona occasione con un’ottima squadra di autori.

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Emanuela Grimalda

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Mi racconto con il sorriso

Il RadiocorriereTv incontra Emanuela Grimalda, la mamma freak di “Volevo fare la rockstar” in onda il mercoledì in prima serata su Rai2. «Amo cinema e tv – afferma l’attrice – ma a insegnarmi tutto è stato il teatro»

Se Olivia voleva essere una Rockstar, lei ha sempre voluto fare l’attrice?
Assolutamente no, avevo poche idee e ben confuse. La mia aspirazione più grande era far parte di quella meravigliosa schiera di persone che sono gli artisti, “testimoni del tempo”, osservatori privilegiati della realtà. Loro sono capaci di vedere “oltre” e di comunicare quello che si ha dentro con le parole giuste.
E poi cosa è successo?
A 19 anni ho lasciato Trieste per frequentare il Dams a Bologna, ma mai avrei pensato di fare l’attrice. Ero timidissima e l’idea di affrontare il pubblico mi terrorizzava. Alla fine, per guadagnarmi da vivere, mi trovai a fare il cabaret, una scuola molto dura che mi ha insegnato tanto.

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Viva Raiplay!

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Il mio show dai mille colori

Su RaiPlay, Rai1 e Rai Radio2 torna Fiorello con un varietà pieno di sorprese e di novità. Protagonisti di “#VivaRaiPlay!”, insieme allo showman siciliano, il maestro Enrico Cremonesi, i Gemelli di Guidonia, lo youtuber e star di Tik Tok Luciano Spinelli, gli Urban Theory e Danti

Innovare senza mai ripetersi, con il coraggio di abbandonare format di successo per rimettersi di volta in volta in gioco in nuove avventure con entusiasmo e tanta voglia di divertirsi. Fiorello è pronto a stupire nuovamente il grande pubblico e a otto anni esatti da “#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend” torna sulla Rai con il progetto multipiattaforma “#VivaRaiPlay!”. Il debutto il 4 novembre alle 20.30, in contemporanea su Rai1 e RaiPlay per cinque puntate di 15 minuti, quindi, dal 13 novembre, tre puntate settimanali in onda ogni mercoledì, giovedì e venerdì fino al 20 dicembre solo su RaiPlay.

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Vanessa Gravina

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Fedele a me stessa

Vanessa Gravina è Adelaide di Sant’Erasmo ne “Il Paradiso delle Signore – Daily”, in onda su Rai1 dal lunedì al venerdì alle 15.40. L’attrice, protagonista di tanti film e fiction di successo, si racconta al RadiocorriereTv: “Di Adelaide mi porto dietro l’idea che attraverso la razionalità, un bicchiere di whisky e tre battute infilate bene, con grande sarcasmo, si possa risolvere una situazione sentimentalmente difficile. Mi porto via l’efferatezza, ma solo come esempio. Magari fossi come lei”

“Il Paradiso delle Signore – Daily” è ripartito con un ottimo riscontro di pubblico, soddisfatta?
Questa ripartenza a gamba tesa, con ascolti importanti, rende tutti felici, soprattutto perché il progetto sembrava naufragato per difficoltà economiche, nonostante avessimo chiuso la prima stagione con il 18 per cento di share. C’è grande gioia da parte di un mondo che voleva continuare a raccontare i valori di un momento storico molto importante per l’Italia, gli anni del boom economico. Una soddisfazione che passa anche dal mantenimento di tanti posti di lavoro, a partire dalle maestranze, e da un Servizio Pubblico che vede la concretizzazione di un progetto fortemente voluto per raccontare un Paese che non è solo camorra, Gomorra e Suburra. Siamo stati e siamo in grado di costruire, non solo di creare delle mafie parallele, l’Italia è fatta da tanta gente per bene.
La cittadella del “Paradiso” allestita negli studi Videa a nord di Roma è tornata a funzionare a pieni giri…
Siamo un gruppo rodato che lavora con grande motivazione, se crolla un tassello si crea un effetto domino. Se un giorno sta male un costumista, un attore, diventa una tragedia. Quella de “Il Paradiso delle Signore” è una macchina che non forgia solo commercio. Ognuno di noi punta a fare bene il proprio mestiere in una vetrina importantissima, Rai1.

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Melevisione – 20 anni

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Una mostra celebrativa alla Rai di Torino

Non solo Cenerentola e i tre porcellini. La fiaba degli anni Duemila è anche quella di Tonio Cartonio e Milo Cotogno, Lupo Lucio e Strega Varana, nomi familiari a bambini e ragazzi italiani quasi più di Cappuccetto Rosso. Sono – con altri 47 personaggi – i protagonisti della ”Melevisione”, la trasmissione per i più piccoli in onda dal 1999 nel primo pomeriggio di Rai3 e dal 2010 su Rai YoYo. Le puntate sono riproposte ogni sabato e domenica su Rai YoYo alle 8.10 e sempre disponibili sulla App RaiPlay Yoyo.
Per festeggiare i vent’anni della Melevisione, Rai Ragazzi e Centro di Produzione Tv di Torino – la ”casa” del programma – hanno inaugurato o una mostra, curata dai tirocinanti dei corsi di scenografia e costume dell’Accademia Albertina di Torino, coordinati da Maurizio Zecchin e Angela Bellora. Fino a domenica 3 novembre saranno esposti gli elementi scenici iconici della serie e i costumi dei personaggi più amati, insieme a una serie di fotografie. In una sala visione ci sarà anche l’occasione per rivedere alcune delle puntate migliori.

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Matilda De Angelis

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Come Mariele amo i bambini e la musica

Matilda, come si è avvicinata al personaggio di Mariele?
Il film voleva raccontare l’energia di Mariele Ventre, il mondo del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, lo “Zecchino d’Oro”. Su di lei ho fatto un lavoro molto fisico, avvicinandomi a quelle movenze che sono nell’immaginario di tutti. Il suo modo di dirigere il coro, di insegnare la musica, quei movimenti molto nervosi delle mani e al tempo stesso la grande dolcezza nello sguardo e l’autorevolezza del comportamento. Era un esempio di rispetto della vita di tutti, a partire dall’infanzia. “I ragazzi dello Zecchino d’Oro” è una favola, come tutte le fiction, abbiamo cercato di restituire umanità senza scimmiottare il personaggio. L’avvicinamento alla sua figura è avvenuto tramite i racconti dei bambini che facevano parte del coro dell’Antoniano o di quelli che hanno partecipato allo “Zecchino d’Oro”, primo tra tutti Ambrogio Lo Giudice (regista del filmtv, ndr).
Tutto ha avuto inizio negli anni Sessanta, quale idea si è fatta dell’Antoniano di Bologna in quel periodo?
L’Antoniano è da sempre uno spazio in cui si promuovono l’integrazione, la comunità, il volontariato. I bambini venivano educati al rispetto degli altri, a fornire dei servizi sociali, organizzavano mense per i poveri. Sono stati anni molto positivi, era un periodo di grande cambiamento. Mariele nel suo piccolo è stata anche una donna molto rivoluzionaria, capace di muoversi all’interno di un ambiente ecclesiastico essenzialmente maschile e di ricoprire un ruolo di grande importanza. Una donna che si è liberata di molti schemi che facevano parte del mondo femminile. Non ha avuto figli per scelta, per dedicare comunque tutta la sua vita agli altri, ai bambini.

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RaiPlay, che sfida!

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Presentata negli studi della Rai di via Asiago a Roma “RaiPlay”, la nuova piattaforma digitale del Servizio Pubblico. Taglio del nastro il 4 novembre con lo show di Fiorello “VivaRaiPlay!”, in contemporanea su Rai1. L’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, il direttore di Rai Digital Elena Capparelli e il popolare showman hanno illustrato alla stampa un progetto che guarda in direzione futuro. “Inauguriamo una nuova era e lo facciamo con ‘VivaRaiPlay!’ – afferma Salini –, facendo ciò che nessun operatore al mondo ha fatto fino a ora, ovvero uno show live per sei settimane. È la prima volta che una piattaforma OTT si mette in gioco in questa maniera”

“Mi devo abituare a non dire: buonasera, benvenuti, perché magari il programma lo facciamo di sera ma il pubblico lo può vedere la mattina alle sei o a mezzogiorno”. Mancano pochi giorni al debutto e Rosario Fiorello, dal palco avveniristico realizzato nella sala B di via Asiago a Roma, racconta il suo “VivaRaiPlay!”, lo show online dal 4 novembre su RaiPlay e per le prime cinque puntate in contemporanea su Rai1 alle 20.30.

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Sigfrido Ranucci

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Il romanzo dei fatti

Il lunedì alle 21.20 ritornano le inchieste di Report. “La forza del programma è nell’avere mantenuto intatto nel tempo il proprio DNA – dichiara Sigfrido Ranucci al RadiocorriereTv – dico grazie alla Rai che non solo ci ha lasciati liberi, ma ci fa anche sentire liberi, e non è una questione da poco”.  Dal 21 ottobre su Rai3

Cosa rende “Report” una macchina vincente?

Coloro che ci lavorano. Ho scelto persone che hanno grande dedizione, che hanno coraggio. Non c’è nessuno entrato per una spinta esterna ma tutti per le loro qualità. Ognuno è il colore di un tappeto, se li metti insieme emerge una figura, un’armonia. Abbiamo dei montatori che sono in grado di fare infografica da soli, c’è chi ha la sensibilità del montaggio, chi del linguaggio, chi dell’insieme e cura l’edizione nei minimi dettagli, rimanendo al lavoro fino alle 4 di notte perché non vuole mandare in onda una cosa che non sia bella. Coloro che indossano la maglietta di “Report” se la cuciono sulla pelle. Dopo 22 anni e centinaia e centinaia di cause e di richieste di risarcimento danni ne abbiamo persa solo una e non per non avere detto la verità. È importante che nessuna sentenza ci sia andata contro per avere diffamato, per errori deontologici.

Come nasce una vostra puntata?

Per capirlo basta fare una foto della mia scrivania (sorride, ndr). Una puntata di “Report” nasce da querele che arrivano addirittura in arabo, non so in quanti ne abbiano avute, e soprattutto da 75 mila segnalazioni che giungono durante l’anno. Il programma è uno sfogatoio d’Italia, potremmo fornire argomenti a tutte le trasmissioni della Rai.  Capita che le segnalazioni vengono indirizzate contestualmente alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, alla Dia e a “Report”, come se fossimo un organo inquirente.

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Anna Bellato

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Le mille anime dei miei personaggi

Il RadiocorriereTv intervista Anna Bellato con Marco Giallini nella serie cult di Rai2 “Rocco Schiavone”. “Nei personaggi di Manzini c’è il bianco ma c’è anche il nero, c’è la luce insieme all’ombra. Il pubblico è attratto da una narrazione con più dimensioni”, dice l’attrice veneta. La quarta e ultima puntata della serie è in onda il 24 ottobre in prima serata

Come è stato l’incontro con la serie e con Marco Giallini?
Marco sul lavoro è una persona estremamente generosa e con lui mi sono trovata benissimo. È un attore che vive il momento e per un artista è bello potere giocare, creare in scena. C’è stata grande sintonia sin dalla prima scena, Marco è un attore vivo e ti consente di restare tale. Ho capito da subito che era un buon compagno di lavoro e la cosa bella è che ho sentito di esserlo per lui.

Rocco Schiavone è una serie non convenzionale, cosa la appassiona di questa storia?
La scrittura della serie fa nascere una scintilla, la bellezza è nella complessità, nel fatto che i personaggi hanno tante sfaccettature, proprio come la storia di Rocco, che viaggia su più piani. Il vicequestore ha la sua storia personale abbastanza nera, che attraversa le varie serie, e ha anche tutti i casi da risolvere. Nei personaggi di Manzini c’è il bianco ma c’è anche il nero, c’è la luce insieme all’ombra. Questo, per un attore, così come per uno spettatore, è un valore aggiunto importante. Il pubblico è attratto da una narrazione con più dimensioni.

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È RAI RADIO

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Il 2020 è l’anno della svolta e della “rivoluzione” per la radio del Servizio Pubblico, ripensata nella struttura, nel riposizionamento e che darà il benvenuto a un altro gioiello in casa Rai: RaiPlay Radio. Un volto sempre nuovo, competitivo e moderno, ma soprattutto un futuro sempre più digital. Come in una vera factory editoriale audio, oltre agli streaming dei canali in diretta, l’offerta sarà proiettata verso la realizzazione di produzioni create ad hoc. L’ambizione è quella di diventare il più grande portale italiano di audio on demand. Cosa prevede questa trasformazione? In che modo l’utente avrà un accesso digitale alla Radio? Il primo passo sarà la nascita nel primo semestre del 2020 di un aggregatore dei contenuti on line realizzato d’intesa con broadcasters privati: un’app ottimizzata su tutti i sistemi operativi e su tutti i device, dallo smartphone all’auto connessa, allo smart speaker. Fiore all’occhiello una nuova versione di RaiPlay Radio con contenuti sempre più esclusivi e premium, con la possibilità di navigare all’interno dei programmi in onda o scaricare i podcast. Senza dimenticare il Dab+, la cui copertura cresce costantemente e ha ormai superato il 50% della popolazione.

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