Amori, intrighi, passioni, vendette, gelosie, tra gli abitanti di Palazzo Palladini a Posillipo, all’ombra del Vesuvio. Il daily-drama di Rai3, primo set a riaprire dopo l’emergenza Covid seguendo rigide procedure di sicurezza sanitaria, terrà compagnia alla vasta platea di fedelissimi con le nuove puntate anche per tutto il mese di agosto, dal lunedì al venerdì alle 20.45. Il RadiocorriereTv incontra alcuni dei protagonisti storici, Patrizio Rispo e Marina Tagliaferri, già presenti nel lontano 1996 nella prima stagione, e Michelangelo Tommaso e Miriam Candurro, nel cast dagli anni successivi
Tutti i giorni alle 13.25 su Rai Gulp, la serie d’animazione italiana ideata da Igino Straffi. Tra azione, esplorazione, enigmi e poteri straordinari le avventure del Team di Cercatori, in perenne guerra con un’oscura e potente società del terrore
Torna su Rai Gulp “Huntik – Secrets & Seekers”. L’apprezzata serie d’animazione italiana, prodotta dalla Rainbow in co-produzione con Big Bocca Productions (per la prima stagione) e Rai Fiction, va in onda tutti i giorni alle ore 13.25 (le puntate sono disponibili anche su RaiPlay). La serie, ideata da Iginio Straffi, viene proposta integralmente. Gli episodi si svolgono in diverse città, come ad esempio Venezia, Londra e Parigi.
Pierdante Piccioni racconta, sulla piattaforma Rai, la sua storia e la sua esperienza da medico in prima linea durante l’emergenza Covid. Al RadiocorriereTv dice: “la mia seconda vita è impostata sulla parola e quella scritta per me è doppiamente terapeutica”
Come ci si sente a far parte di queste “Beautiful Minds”? Piacevolmente stupito, perché è un mondo nel quale sono stato catapultato quasi per caso. Non era mia intenzione, ma evidentemente era destino ed è una piacevole sensazione. Già il nome stesso non è male, no? Cosa dice ai giovani in “Beautiful Minds”? Racconto un po’ quella che è stata la mia esperienza, soprattutto nella gestione dei pazienti affetti da Covid. Non ci si deve mai arrendere, anche davanti alle situazioni più impensate. E questa è stata davvero una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato.
Con “Semplicemente amami” il romanziere romano riporta in scena la vicenda di Tancredi e Sofia, già protagonisti de “L’uomo che non voleva amare”. A intervistarlo il direttore del RadiocorriereTv, Fabrizio Casinelli
Foto Antonello Nusca
Stiamo pian piano lasciando un periodo complesso, come sta vivendo queste settimane post quarantena? Sicuramente è una nuova libertà. Io sono stato ligio, ho cercato di osservare tutte le indicazioni, non ho festeggiato, non ho preso parte a quegli appuntamenti che venivano dati la sera in cui ci si affacciava, si cantava, perché sentivo e vedevo il dolore della gente implicata in quel momento così difficile e non riuscivo a partecipare in quel modo. Sono stato vicino agli infermieri, a tutta la sanità, sono stati bravissimi. Ora, finalmente, si può tornare a quella libertà che quando ci siamo accorti che ci mancava abbiamo cominciato ad apprezzare, anche per le cose più semplici, almeno così è stato per me. La scrittura e la lettura le hanno tenuto compagnia? È stato un periodo particolare, non mi era mai capitato di stare così fermo e proprio a casa. Per fortuna ho un giardino e ho potuto concedermi una passeggiata, prendere una boccata d’aria, e questo sicuramente mi ha aiutato. Più che scrivere, perché era un momento delicato e sentivo il peso di tutto ciò che era successo, ho fatto qualche intervista sui social e ho letto l’ultimo libro di Jeffery Deaver, scrittore di thriller che amo moltissimo e che mi appassiona sempre.
Giornalista dei record con “Sereno Variabile”, reporter aerospaziale proiettato al futuro, approdato da poco sui social con milioni di utenti raggiunti, scrittore per amore del nostro Paese: “racconto ‘Il Paese dei mille paesi’, mettendo al centro i borghi, anima della nostra Italia – ci spiega – In questi anni la mia più grande soddisfazione è quella di essere stato accolto da centinaia di migliaia di persone con calore e con grande affetto”
Lei ha raccontato per decenni l’Italia, le eccellenze, i borghi, gli artigiani, la natura, l’enogastronomia. Lo ha fatto in anticipo rispetto alla comunicazione di oggi? Nel mio format sono stato il primo. Per un periodo ho lanciato l’estero, i paradisi delle vacanze, poi ho raccontato solo l’Italia, mettendo al centro i borghi che poi rappresentano l’anima di questo meraviglioso Paese. Ma ho messo al centro anche un altro paesaggio, quello umano. Cerco di tradurre con le immagini e le parole, scritte e parlate, le emozioni. Nei suoi viaggi ha vissuto l’Italia e gli italiani scoprendo e osservando la quotidianità. Come siamo cambiati? Un grande cambiamento è molto recente ed è la lezione del Covid. Penso al rispetto per l’ambiente, perché quello che è accaduto è il frutto di una politica sbagliata.
Da lunedì 17 agosto, in seconda serata su Rai1, la carovana andrà a toccare con mano gli effetti del Global Warming e si muoverà dove i segnali sono più evidenti, nel Nord Europa. Un percorso tra le ferite che la Terra ha subito a causa degli interventi di sviluppo aggressivo dell’uomo, nei luoghi maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici. Il RadiocorriereTv ha incontrato Filippo Tenti, il responsabile della spedizione
Dove ci porterà la 21esima spedizione di “Overland”? Ci siamo dovuti adattare alla situazione globale. Saremmo dovuti andare in Afghanistan e in altri paesi lontani, ma non si poteva neanche immaginare di uscire dall’Europa, così abbiamo deciso di affrontare un viaggio diverso ma ugualmente interessante: il Nord Europa. La spedizione, che è ancora in corso, ci porta in Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Isole Svalbard, Islanda e poi fino alla Groenlandia.
Il RadiocorriereTv incontra il gruppo classificatosi terzo al Festival della Canzone italiana con il brano “Ringo Starr”. “Siamo Riccardo, Nicola, Elio, Lorenzo, Simone e Matteo – affermano – sei ragazzi bergamaschi che stanno vivendo un periodo molto felice della loro vita”
È appena calato il sipario su Sanremo 2020, cosa vi rimane di questa esperienza? È stata un’esperienza stimolante, una sfida con noi stessi in uno dei contesti più complessi con cui un musicista si può rapportare. Non l’abbiamo vissuta come una competizione, c’era una bellissima atmosfera con tutti gli altri artisti. Nonostante sia stato molto importante, per noi in fondo è stata solo una tappa: eravamo già per strada, con il successo di “Fuori dall’hype” e il tour nei palazzetti in partenza, ma il podio davvero non ce lo aspettavamo.
I fatti, le opinioni, la voce degli ascoltatori. Giancarlo Loquenzi è anima e voce di “Zapping”, l’appuntamento quotidiano di Rai Radio1 dedicato al racconto della giornata. Dal lunedì al venerdì alle 19.35
“Zapping” racconta la giornata che va a concludersi e volge lo sguardo sul giorno che viene. Quale realtà si legge dal tuo osservatorio? Sul versante degli ospiti che si avvicendano nella trasmissione vedo una gran fatica a rendere chiare e comprensibili agli ascoltatori le loro posizioni. Sono tutti sottoposti allo shock di averle dovute cambiare, ribaltare in un modo o nell’altro. I leghisti fanno ancora i conti con l’improvvisa decisione di uscire dal governo. Il Partito Democratico fa i conti con il suo marmoreo no a qualsiasi alleanza con i Cinquestelle a patto di doverci lavorare insieme. Lo stesso fanno i Cinquestelle. Tutto il mondo politico è sottoposto a una specie di incartamento, dovendo spiegare perché certe posizioni che erano ritenute identitarie, fondamentali, pilastri dell’azione politica, sono completamente ribaltate. Si sente che fanno fatica a essere convinti loro stessi di quello che dicono e a convincere gli ascoltatori con nuove promesse. È una situazione strana, che non mi era mai capitata.
La storia di Enrico Piaggio, raccontata nel film per la tv in onda martedì 12 novembre in prima serata su Rai1, è la storia di un sogno italiano e della straordinaria capacità di realizzarlo. «Questo progetto si inserisce in una ideale collana di racconti di quegli imprenditori visionari che hanno determinato un cambiamento, una trasformazione nel nostro Paese» afferma Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction
È il 1945. La fabbrica di Enrico Piaggio, a Pontedera, è in macerie. I dodicimila operai impiegati sono condannati alla disoccupazione e alla miseria. L’imprenditore sente l’enorme responsabilità che la vita di tante famiglie dipende dalla sua capacità di creare nuovo lavoro. Nella mente di Piaggio nasce un progetto: un mezzo di trasporto piccolo, robusto, agile ed economico, capace di rilanciare la mobilità dando impulso alla ripresa della vita economica e civile del Paese. Per dare concretezza a questo sogno si rivolge all’ingegner Corradino D’Ascanio che mette a frutto l’esperienza maturata in campo aeronautico per creare lo scooter che ancora oggi è il segno della creatività e del design italiani: la Vespa.
Il programma condotto da Enrico Ruggeri e da Bianca Guaccero, da sabato 16 gennaio in prima serata su Rai1, ricorda Fabrizio De André, Lucio Dalla e Lucio Battisti, artisti che sapevano guardare il mondo con occhi diversi e descriverlo con creatività e poesia. Un viaggio tra gli italiani e la loro musica che vedrà, nelle vesti di inviati, Mauro Pagani dal Porto Antico di Genova, “patria” di De André, Ron e Gigi D’Alessio dalla casa di Lucio Dalla a Bologna. Ruggeri al RadiocorriereTv: “Quella dei cantautori è la più grande stagione artistica che abbiamo vissuto in Italia”
Vedere Enrico Ruggeri in prima serata su Rai1 è già una notizia, se poi ci mettiamo De Andrè, Lucio Dalla e Battisti diventa un appuntamento tra giganti. Enrico, come si appresta a vivere questa nuova avventura?
Con
entusiasmo e curiosità, con il pensiero di chi affronta una nuova sfida, ma ora
penso al fatto che c’è tanto da lavorare. Ogni volta che in tv c’è musica “senza
sangue”, quindi senza talent, emergono le perplessità: la musica in tv non
funziona, non fa ascolti. Noi, dalla nostra, abbiamo grandi emozioni, un grande
repertorio e grandi ospiti. Si tratterà di miscelare questi tre ingredienti.
Come avete scelto i tre protagonisti delle puntate?
Abbiamo preferito rivolgerci a musicisti che non ci sono più. Abbiamo deciso di partire da Fabrizio De André, Lucio Dalla e Lucio Battisti perché su di loro non puoi dire nulla, e poi c’è un vastissimo repertorio.
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