All’insegna della spensieratezza

Ciro Giustiniani

Risate e divertimento per Made in Sud che nei suoi dieci anni si è rinnovato ma senza stravolgimenti. Nella grande squadra, il comico con i suoi monologhi: «Il nostro punto di forza – dice al RadiocorriereTv – è il gioco collettivo».

©Francesco Fiengo

Com’è partita per lei questa edizione di Made in Sud?

Bene, all’insegna della spensieratezza. Questo è un periodo in cui ce n’è davvero bisogno, insieme alla leggerezza. C’è una conduzione giovane e fresca con Lorella e Clementino e abbiamo avuto modo di far vedere che Made in Sud non è solo comicità, ma una squadra vera e propria e come tale puntiamo a vincere lo scudetto, calcisticamente parlando.

Vive tutta la squadra di Made in Sud da tempo e ne ha seguito l’evoluzione. C’è un elemento che caratterizza il vostro successo?

La squadra, lo ribadisco. Qui ci sono tanti singoli al servizio della squadra ed è il gioco collettivo a vincere. Oggi c’è tanto bisogno di unione e noi ne siamo un esempio. Io sono sempre il monologhista incorporato in una squadra di vari personaggi dove cerco di trovare il mio spazio, anche se è più facile a Made in Sud che per parcheggiare la macchina. Essere comici in una trasmissione come Made in Sud però non è facile, non è come essere protagonisti dei social. Stare su Rai2 in prima serata è sempre una grossa responsabilità.

Quali saranno i personaggi che porterà sul palco nelle prossime puntate?

La prima cosa che ho cambiato di me è che ho perso un po’ di chili… Per il resto saremo una bella insalata mista. Da noi a Napoli quella bella è con pollo, olive, mozzarella e tanti altri ingredienti, che se qualcosa non piace, ne piace un’altra.

Da San Giorgio a Cremano a Napoli per Made in Sud la strada sembrerebbe breve ma…?

Io sono nato a San Giorgio a Cremano ma sono cresciuto a Barra che è l’ultimo quartiere di periferia. La strada per Made in Sud è quella di giovani e ragazzi che vengono dalle periferie dove c’è davvero un tesoro, un contenitore di talenti, escludendo me che non sono un talento. Made i Sud racchiude, proprio al centro di Napoli, tutti questi talenti, come i Re Magi che vanno al Presepe. Noi siamo giunti a Made in Sud, convogliati in questo Presepe che è la Rai.

Cos’hanno in comune un sindacalista ed un cabarettista?

Che il sindacalista faceva più ridere. Io lo sono stato, ma la mia vita era già questa. Ho sempre vissuto per fare quello che sto facendo. Mi sono ritrovato a fare un po’ di tutto, rifiutando il classico posto fisso perché volevo fare questo nonostante i posti mi rincorrevano. Anche se facevo altri lavori, di notte facevo il cabarettista.

Il monologo è il suo elemento. Perché?

Perché io con il monologo sono me stesso, lo sento nella pancia. Osservo e poi racconto in modo comico quello che la gente vive tutti i giorni. Non sono più il comico che corre dietro alla battuta, ma sono come il fotografo che coglie le sfumature.

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