ALESSIA MARCUZZI
In Tv come nella vita
Un grande tavolo con tanti ospiti pronti a mettersi in gioco. La conduttrice, alla guida del nuovo talk-show di Rai 2, al RadiocorriereTv: «Sono un’abile padrona di casa che organizza giochi di società. Si parla di cose che riguardano ognuno di noi nel profondo». Il lunedì in prima serata
“Obbligo e verità”, come sta affrontando questa nuova sfida?
Sfidandomi (sorride). Perché è un talk show, un genere di programma che conduco per la prima volta. In qualche modo sto facendo quello che ho sempre fatto a casa con gli amici, riunendoli e sfidandoli nei vari giochi di società. Sono un’abile padrona di casa che organizza giochi di società.
Un programma all’insegna del sorriso e della leggerezza, quale significato attribuisce a queste parole?
Non è un programma solo all’insegna della leggerezza, c’è spazio per tutto ciò che è la nostra vita. A “Obbligo o verità” ci abbiamo giocato tutti, ti porta a esprimere emozioni, si parla di cose che riguardano ognuno di noi nel profondo. Già dalla prima puntata non sono mancati lacrime e momenti di cuore.
Con quale criterio sceglie i suoi ospiti?
Li scelgo insieme agli autori del programma. C’è una sorta di sottotesto, ed è “il tavolo che non ti aspetti”, attorno al quale ci sono persone molto diverse tra loro, che fanno lavori diversi tra loro.
A quale obbligo cederebbe e quali verità le sarebbe difficile confessare?
Gli obblighi li farei tutti, tranne forse lanciarmi con il paracadute, una cosa così fisica, d’impatto, non credo di poterla accettare (sorride). Per quanto riguarda le verità non racconterei ciò che riguarda la mia sfera privata, la mia famiglia, i miei figli. Alcune cose privatissime non riuscirei a esternarle.
Da mamma come si pone di fronte alle mancate verità dei suoi figli?
Male. Odio le bugie e ho sempre detto ai miei figli “preferisco che me lo diciate prima”. Sapere le cose con l’inganno o con la bugia proprio non mi va giù.
Da ragazza c’è stato qualcosa che non ha detto ai suoi genitori?
Non ne ricordo una in particolare, ero abbastanza brava, una ragazza studiosa, non davo problemi ai miei, ma sicuramente qualche marachella l’avrò fatta anche io (sorride).
Cosa rimane oggi dell’Alessia Marcuzzi degli esordi?
La mia attitudine ad andare su un palcoscenico rimanendo quello che sono nella vita. Forse, in rapporto ad allora, mi manca un po’ di spensieratezza, dovuta all’età. Un tempo mi capitava di fare cose senza pensare troppo, oggi sono un po’ più ponderata. Qualcuno direbbe di no, ma invece è così. Crescendo si comincia a pensare alle conseguenze di ciò che fai.
Che si tratti di critica o di pubblico, cosa le fa piacere si dica di lei e quali sono invece le critiche che proprio non digerisce?
Le critiche le accetto. Fanno parte del nostro lavoro e in qualche modo ci aiutano anche a costruire, a cambiare delle cose se non vanno. Mi dispiace quando qualcuno dice bugie su di me, quando si altera la realtà.
Festival di Sanremo, quali sono i brani che a distanza di un mese continua a canticchiare?
“Volevo essere un duro” di Lucio Corsi, “Incoscienti giovani” di Achille Lauro, “La cura per me” di Giorgia, ma anche le canzoni di Noemi, di Elodie, dei Coma_Cose, di Olly…. Direi che le canto tutte!
Dopo Sanremo qual è il sogno nel cassetto di Alessia?
Uno si sta esaudendo ora, ed è “Obbligo o verità”. In passato ne ho esauditi parecchi. Non vedo l’ora di vedere “The Traitors”, che mi è piaciuto moltissimo fare su Prime. Penso di essere una ragazza fortunata.
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